Di Maio: “Divisioni nel governo? Nessun cambio di ministri, dobbiamo evitare i camion di bare”
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è contrario a qualsiasi ipotesi di rimpasto. Sulle divisioni che stanno attraversando il governo "la mia opinione è quella degli italiani: abbiamo un'Europa scossa da attentati terroristici, una crisi economica e una crisi sanitaria. Le politica non può passare il tempo a discutere di rimpasti. Deve lavorare e proporre misure per tutelare la vita e il lavoro contemporaneamente", ha dichiarato il ministro raggiunto dal Tg1 a Tel Aviv, dove è in missione istituzionale.
"Noi abbiamo una seconda ondata più letale della prima, tanti paesi europei hanno più del doppio dei contagi italiani. Di fronte a questo noi dobbiamo prevenire". Questo significa "evitare che si possano verificare scene come le bare di Bergamo, che si stano già verificando in altri paesi europei".
"Quello che è avvenuto in Francia ci sconvolge, parliamo di un terrorista che entrato in una chiesa e ha ucciso tre persone. Di fronte a questo dobbiamo reagire come Europa e in queste ore l'Europa deve elevare i suoi livelli di sicurezza, non si può sottovalutare quello che è accaduto", ha aggiunto, commentando l'attentato terroristico di matrice islamica avvenuto oggi nella cattedrale di Nizza.
Un cambio di ministri è stato però chiesto dal senatore Andrea Marcucci (Pd), che oggi in Aula si è espresso così: "Io ho delle richieste che le chiedo di valutare – ha detto rivolgendosi al presidente del Consiglio Conte – i singoli ministri sono adeguati all'emergenza che stiamo vivendo?".
"Questo governo deve andare avanti e deve avere le migliori donne e uomini che possono salvare nostro paese. E poi la verifica della tenuta della maggioranza: noi dobbiamo poter contare su una maggioranza parlamentare solida che ci permetta di governare bene questo Paese". Il riferimento è alle tensioni sul nuovo dpcm, innescate soprattutto dalle ministre di Italia viva, Bonetti e Bellanova, e da Matteo Renzi, contrario alle chiusure di teatri, palestre, cinema, bar e ristoranti, ma anche alla didattica a distanza.
Ma il Pd si sfila: "In una fase tanto grave per il Paese, in cui ogni sforzo va dedicato a sconfiggere il virus e la crisi, parlare di rimpasti appare una cosa fuori dal mondo. Gli italiani hanno bisogno di avere la certezza che il governo e la maggioranza si stanno occupando di tutelare la loro salute e l'economia. Il Pd si è assunto questa responsabilità, chi pensa ad altro sbaglia", ha commentato il senatore Franco Mirabelli vice presidente dei senatori del Pd.