Delegazione Pd bloccata in Cisgiordania da attacchi israeliani smentisce Farnesina: “Nessun blindato ci ha prelevato”

“Eravamo nel villaggio di Hizma, dove abbiamo fatto il cambio del pulmino, a un certo punto abbiamo sentito dei fortissimi botti e abbiamo visto che l'IDF lanciava queste bombe stordenti verso le macchine, le macchine che erano in fila con noi al checkpoint. Il nostro autista è stato molto bravo, ha cambiato subito direzione, quindi ha fatto una manovra a U e siamo andati in una stradina”, racconta a Fanpage.it l’onorevole Laura Boldrini in missione in Cisgiordania.
“Lì abbiamo cominciato a sentire i botti forti, delle esplosioni, e poi dopo un po' una famiglia del posto ci ha fatto accomodare in casa, sono stati molto cari. Siamo stati lì un paio d'ore, abbiamo informato il console, poi siamo ritornati sul pulmino e quando abbiamo visto che tutti si rimuovevano verso il checkpoint, perché era stato sbloccato, anche noi siamo andati. Quindi siamo andati via col nostro pulmino e siamo arrivati a Gerusalemme. Se non che la Farnesina ha fatto uscire una nota che dice tutt'altro, perché non è vero che noi siamo stati presi, messi sui blindati con qualcuno del Cogat che ci è venuto a prelevare. Non siamo stati prelevati da nessuno, ce ne siamo tornati via col nostro pulmino, abbiamo solo informato il consolato di quello che stava accadendo”.
La versione del ministero smentita da Boldrini
Secondo la Farnesina, infatti, "su richiesta del ministro Antonio Tajani, l'ambasciata d'Italia ha allertato il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet e il comando militare Cogat per la messa in sicurezza della delegazione. I parlamentari sono stati recuperati con due automobili blindate dal console generale a Gerusalemme con la sua scorta e un ufficiale israeliano del Cogat". Versione smentita dalla stessa delegazione.
Da due giorni sono in atto violenti raid israeliani nel nord della Cisgiordania, da Tubas, a Tulkarem, fino a Jenin dove solo ieri l’esercito israeliano ha giustiziato due uomini disarmati, in ginocchio e a mani in alto. L’attacco subito dalla delegazione di parlamentari italiani ieri sembrerebbe rientrare all’interno della più vasta “operazione antiterrorismo” che l’IDF sta portando avanti nel nord della West Bank, come fece già a gennaio dell’anno scorso e ottenendo come risultato lo sfollamento completo dei campi profughi di Jenin e Tulkarem e l’assedio – ancora in corso – delle rispettive città.
"In Cisgiordania pulizia etnica di palestinesi in corso, il mondo ormai guarda altrove"
Della delegazione del Partito democratico, in missione in Cisgiordania da lunedì scorso e guidata da Laura Boldrini, fanno parte anche Oudidad Bakkali, Mauro Berruto, Sara Ferrari, Valentina Ghio e l’ex ministro Andrea Orlando.
In questi giorni hanno girato dal nord al sud della Cisgiordania, passando per Gerusalemme est e i suoi quartieri occupati, fino a Massafer Yatta e i villaggi beduini protagonisti del film "No Other Land". Noi di Fanpage.it li abbiamo incontrati ieri a Gerico dove la delegazione ha visitato il sindaco della città Abdelkarim Sider e la comunità beduina più grande della West Bank. Tra le persone che sarebbero dovute venire all'incontro alcuni sono ancora oggi bloccati nel villaggio di Tubas, da due giorni sotto completo assedio israeliano.

“Qui abbiamo visto una situazione più che drammatica, si fa anche fatica a descriverla. Mentre il mondo sta guardando ormai da un'altra parte, come se qui tutto andasse bene, in Cisgiordania è in corso un'azione violenta di sopraffazione dei palestinesi a ogni livello”, continua Boldrini. “Attacchi da parte dei coloni che si moltiplicano nella totale impunità, attacchi dell'esercito israeliano, l'impossibilità di muoversi, ci sono più di mille checkpoint all’interno di questa sottilissima striscia di terra. È in corso un'azione concertata tra coloni e autorità israeliane per sopraffare questo popolo, per renderlo in una condizione talmente difficile, miserabile, di non poter più vivere qui. Perché l'obiettivo finale è occupare tutta la terra e espellere, fare pulizia etnica, cacciare tutti quelli che ci sono qua”.
Tra le persone incontrate dalla delegazione ieri a Gerico c’è Salame Kaabne del villaggio beduino di Al Hoja, secondo cui “l'obiettivo israeliano è chiaro ed è di costringerci ad andare via. Sentiamo che c'è un piano, pianificato da Smotrich non vogliono che i palestinesi vivono al di fuori delle città, in modo da poterli controllare. Vogliono cancellare la campagna palestinese, rubano il bestiame, le risorse dell'acqua, ci vogliono mandare fuori dalla Cisgiordania”.
L'obiettivo viene perseguito attraverso le minacce continue e le violenze dei coloni come racconta un tassista di Gerico picchiato mentre faceva il suo lavoro da un gruppo di coloni: “Ho creduto di morire”, dice alla delegazione italiana.
O ancora attraverso le demolizioni e gli arresti sommari di palestinesi. Mohamed Awajne è un impiegato comunale di Gerico. È stato messo in carcere per un anno, un anno in cui ha perso 50 chili, a causa di un post in solidarietà con Gaza. “Sono stato 350 giorni nella prigione di Ofer, ovvero 350 giorni in cui tutti i giorni venivamo picchiati con un'unità apposita dell'esercito israeliano che doveva picchiarci sulla testa. Non potevamo lavarci, il livello igienico era disastroso, la maggior parte di noi aveva la scabbia, nessuno ci dava le medicine, e spesso chi aveva la scabbia veniva portato nelle celle di chi non ce l'aveva per contagiare gli altri”, racconta l’uomo. “E questo era niente in confronto al trattamento riservato ai gazawi. Ho visto detenuti di Gaza che avevano ferite infette con insetti uscire dalle ferite aperte, e nessuno poteva chiedere le cure”.

Il Pd denuncia: "Boicottiamo le aziende che collaborano con l'occupazione"
La delegazione italiana tornerà fra qualche ora a Roma, dove martedì prossimo si svolgerà una conferenza stampa per denunciare tutto quello che è stato visto e fatto i questi giorni in Plaestina.
“Denunceremo – conclude Boldrini ai microfoni di Fanpage.it – tutto questo e diremo che bisogna continuare un'attività politica, parlamentare ma anche di mobilitazione dell'opinione pubblica perché qui tutto sta precipitando. Pensiamo che sia necessario fare il boicottaggio di quelle aziende italiane che operano in collaborazione con le autorità israeliane che occupano illegalmente i territori palestinesi. Penso che bisogna assolutamente fare un'azione concertata anche su questo e bisogna mettere le sanzioni al governo israeliano".
"Senza le sanzioni, senza la pressione, il governo israeliano non cesserà questa azione di distruzione sistematica del popolo palestinese. È assurdo il doppio standard che l'Unione Europea sta adottando contro la Russia, 19 pacchetti di sanzioni e 0 pacchetti di sanzioni contro il governo israeliano che ha messo in atto una politica genocidaria non solo a Gaza, ma anche qui in Cisgiordania. Qui c'è una politica di annientamento del popolo palestinese con forme diverse rispetto a quelle di Gaza, ma l'obiettivo è lo stesso".