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Covid 19

Decreto Rilancio, la precisazione: lo stato d’emergenza per Covid-19 non è stato prorogato

Un articolo del decreto Rilancio precisa che tra gli stati d’emergenza in scadenza entro il 31 luglio e prorogati automaticamente non rientra quello per l’epidemia di Coronavirus: nel testo si legge che fa eccezione, tra le proroghe di sei mesi, quella deliberata dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 per il Covid-19.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nessuna proroga dello stato d’emergenza dichiarato per l’epidemia di Coronavirus in Italia. Un articolo del decreto Rilancio prevede sì il prolungamento degli stati d’emergenza in scadenza entro il 31 luglio (come quello per il Covid-19), ma solamente per quelli non prorogabili e, si specifica, non si fa riferimento al Coronavirus. Come si spiega nella relazione illustrativa del decreto bollinato dalla Ragioneria di Stato e firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si prevede la “proroga degli stati di emergenza e delle contabilità speciali in scadenza entro il 31 luglio 2020 e che non sono più prorogabili”. Una proroga di sei mesi, ovvero fino al 31 gennaio 2021, e che vale per tutti quegli stati d’emergenza locali che hanno seguito problematiche di vario genere, come catastrofi naturali, alluvioni, e altro.

Il nuovo testo del dl Rilancio sugli stati d'emergenza

L’articolo 14 del decreto Rilancio specifica chiaramente che i termini di scadenza degli stati di emergenza a cui si fa riferimento non comprendonoquello dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020 per il Covid-19”. Nei giorni precedenti erano nate polemiche sull’ipotesi di una proroga anche per l’emergenza Coronavirus: le prime versioni del testo non specificavano l’esclusione della questione Covid-19 da queste proroghe. Nel nuovo testo si spiega che gli stati d’emergenza “in scadenza entro il 31 luglio 2020 e non più prorogabili ai senti della vigente normativa, sono prorogati per ulteriori sei mesi. Alle attività connesse alle proroghe di cui al presente comma si provvede nell’ambito delle risorse già stanziate a legislazione vigente per i relativi stati di emergenza e conseguentemente dal presente comma non derivano nuovi o maggio oneri per la finanza pubblica”.

La polemica sulla proroga dello stato d’emergenza

Nella prima versione la proroga era riferita a tutti gli stati d’emergenza in scadenza entro il 31 luglio non prorogabili e c’erano quindi molti dubbi sul fatto che questa definizione potesse includere o meno l’emergenza Coronavirus. Secondo alcuni costituzionalisti il testo non era di facile interpretazione ed era plausibile che la proroga fosse confermata anche per il Covid-19, in scadenza peraltro proprio il 31 luglio. Se si fosse interpretato quel testo in maniera estensiva, il rischio sarebbe stato quello di prorogare l’emergenza Coronavirus con oltre due mesi di anticipo, quando è ancora difficile valutare concretamente come sarà la situazione epidemiologica a fine luglio nel Paese. Dalla maggioranza erano arrivate precisazioni sul fatto che non si volesse includere l’emergenza Covid-19. Ma il rischio, evidentemente, è rimasto. Tanto da decidere di specificare esplicitamente nel testo definitivo che la proroga non varrà per il Coronavirus.

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