video suggerito
video suggerito

Decreto banche è legge: il Senato ha votato la fiducia

Il senato ha votato la fiducia posta dal governo sul provvedimento già approvato alla Camera che introduce la riforma del credito cooperativo e la garanzia statale sui crediti in sofferenza degli istituti bancari.
A cura di Antonio Palma
32 CONDIVISIONI
Immagine

Il decreto banche diventa legge. Il via libero definitivo è arrivato questo pomeriggio dal Senato che ha votato sì al provvedimento su cui in mattinata la ministra per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi aveva posto la questione di fiducia a nome del governo. L'ok di Palazzo Madama è arrivato con 171 voti favorevoli, 105 contrari e un astenuto. A favore si sono espressi Pd, Ap, verdiniani, gruppo per le autonomie e parte di Gal, mentre hanno annunciato voto sfavorevole M5S, Lega, Sel e Fi. Essendo il provvedimento lo stesso già stato approvato alla Camera, dove il governo aveva chiesto un'altra fiducia, il decreto banche ora diverrà legge con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. In realtà il decreto scadeva il 15 aprile, ma l'Esecutivo ha deciso comunque di accelerare per evitare intoppi impedendo che in Senato fossero apportate ulteriori modifiche e scatenando anche le proteste delle opposizione.

A ricordare l'urgenza delle nuove norme in materia bancaria è stato il viceministro all'Economia, Enrico Morando, che in Senato ha sottolineato la lunga gestazione del provvedimento compresa la trattativa con l'Europa, assicurando che alleggerendo le banche dai crediti in sofferenza si "riduce il credit crunch" e si "rilancia l'economia". Tra le principali misure contenute nel decreto banche infatti vi sono la riforma del credito cooperativo e la garanzia statale sui crediti in sofferenza degli istituti bancari. Quest'ultimo,  il cosiddetto Gacs, è stato un provvedimento fortemente voluto da Ministero dell'economica e che secondo  il ministro Pier Carlo Padoan è già stato apprezzato dai mercati finanziari.

Nel dettaglio per quanto riguarda la riforma del credito cooperativo, la legge prevede che l'esercizio dell'attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo (Bcc) è consentito solo alle Bcc appartenenti ad un gruppo bancario con almeno un miliardo di patrimonio. Le banche che vorranno restare indipendenti dalla holding avranno 60 giorni di tempo per esercitare la ‘way out'. Questa però è riconosciuta solo agli istituti con almeno 200 milioni di patrimonio netto al 31 dicembre 2015 e a chi decide di associarsi con una banca che rispetta questo requisito. La Bcc dovrà conferire l'azienda bancaria ad una società per azioni versando allo Stato "un importo pari al 20% del patrimonio netto". Infine sono stati innalzati i limiti per il numero minimo di soci (500) e il valore nominale della partecipazione detenibile da ciascun socio (100 mila euro).

32 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views