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Presidenza Trump

Dazi Trump, cosa cambia per l’Italia dopo la decisione della Corte d’appello Usa che li ha rimessi in vigore

Dopo le ultime decisioni dei giudici americani sui dazi di Trump quali sono dunque le tariffe commerciali che restano in vigore in Italia? Il governatore della Banca d’Italia Panetta avverte: “Il susseguirsi di annunci, smentite e revisioni alimenta incertezza e volatilità sui mercati”. Apertura debole per le Borse europee in un contesto finanziario caratterizzato da forte instabilità.
A cura di Annalisa Cangemi
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Due giorni fa è arrivata la decisione della Us Court of International Trade, la Corte del Commercio Internazionale, di bloccare temporaneamente i dazi imposti da Trump, definendoli illegali. Per il presidente degli Stati Uniti è stata una doccia fredda: in pratica non avrebbe avuto l'autorità per imporre dazi globali. Da qui si è aperta una battaglia tra Casa Bianca e il sistema giudiziario, dopo che l'amministrazione Trump ha presentato ricorso contro la sentenza, che aveva bloccato i dazi reciproci a gran parte del mondo e quelli decisi contro il Canada, il Messico e la Cina per l'immigrazione e il fentanyl. Probabilmente la questione sarà portata dinanzi alla Corte suprema.

La decisione della Us Court of International Trade è rimasta valida solo per poche ore, fino a quando la Corte di appello non ha deciso di accogliere il ricorso dell'amministrazione che chiedeva appunto una pausa della sentenza, bocciando la prima ordinanza imposta alla politica commerciale del tycoon.

Tutto questo ha comportato un'apertura debole e incerta per le Borse europee in un contesto finanziario caratterizzato da instabilità. Ieri gli indici infatti avevano segnato una seduta positiva sulla scia della decisione della giustizia americana che bloccava le nuove tariffe di Washington. I mercati speravano che la decisione avrebbe posto fine alla volatilità sulla politica commerciale. Ma la confusione sui dazi Usa ha fatto tornare il nervosismo tra gli investitori.

Anche se l’attenzione resta sempre focalizzata sulla battaglia legale innescata dal Tribunale del commercio americano prima e poi dalla Corte di Appello americana poi, dopo l' avvio debole di questa mattina comunque le Borse europee hanno ripreso vigore in prossimità di metà seduta: Milano e Francoforte salgono dello 0,9%, Londra dello 0,8% e Parigi dello 0,2% mentre a New York i future sono in lieve flessione, con il Nasdaq e l'S&P 500 entrambi in calo dello 0,2%.

Donald Trump ha detto che la sentenza della Us Court of International Trade è "orribile", e ha criticato in particolare al fatto che avrebbe dovuto ottenere l'approvazione del Congresso prima di imporre i dazi: "In altre parole, centinaia di politici si dovrebbero riunire a Washington per settimane, o persino mesi, cercando di giungere a una conclusione su quanto addebitare agli altri Paesi che ci trattano ingiustamente. Se questa sentenza fosse stata mantenuta – ha aggiunto il tycoon su Truth – avrebbe distrutto completamente il potere presidenziale: la presidenza non sarebbe mai più stata la stessa! Con questa decisione, il nostro Paese avrebbe perso migliaia di miliardi di dollari, denaro che renderebbe l'America di nuovo grande. Sarebbe la sentenza finanziaria più dura mai emessa nei nostri confronti come nazione sovrana".

Ora la Casa Bianca si è detta pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione in nome dell'America First e contro l'"abuso del potere" giudiziario.

Quali dazi erano stati bloccati dalla Corte del Commercio Internazionale e cosa succede

Dopo il primo blocco stabilito dalla sentenza della US Court of International, ora sospesa, restavano in vigore i dazi sull’acciaio (25%), sull’alluminio (10%), sulle auto importate (fino al 25%) e quelli contro la Cina basati sul Trade Act del 1974. Erano stati invece stoppati i dazi generalizzati del 10%, quelli del 25% su Messico e Canada legati all’immigrazione, e il 20% aggiuntivo contro la Cina legati alla questione fentanyl. Le tariffe sull'acciaio, l'alluminio e le auto erano rimaste in vigore perché decise da Trump in base alla ‘Section 232' del Trade Act, che consente di limitare le importazioni ritenute una minaccia per la sicurezza nazionale.

Come dicevamo, la Corte d'appello ha stabilito il blocco temporaneo degli effetti della prima sentenza della Us Court of International Trade "fino a nuovo avviso mentre questa corte esamina i documenti delle istanze".

Quali sono i dazi Usa che sono tornati in vigore dopo la decisione della Corte d'appello

Dopo la decisione della Corte d'appello, sono tornati quindi in vigore i seguenti dazi:

  • tariffa globale  del 10% su quasi tutte le importazioni, parte del piano Liberation Day Tariffs;
  • il 25% di dazi su Messico e Canada, motivati da immigrazione e traffico di droga;
  • il 20% di dazio aggiuntivo contro la Cina, motivato dalla crisi del fentanyl.

Quali sono i dazi in vigore in Italia dopo le ultime decisioni dei giudici americani contro Trump

Per l'Italia sono in vigore quindi tutti i dazi: non solo quelli su acciaio, alluminio e auto, ma anche i dazi generalizzati del 10%, che equivale a un costo maggiorato per le esportazioni italiane di beni a medio valore aggiunto, come moda, settore alimentare e meccanica leggera.

La scorsa settimana Trump aveva minacciato dazi al 50% dal 1 giugno sulle importazioni dalla Ue, lamentando mancanza di progressi nelle trattative commerciali. Poi, dopo una telefonata con la presidente della commissione, Ursula von der Leyen, ha accettato di rinviare questo aumento al 9 luglio, per proseguire i negoziati. La scadenza del 9 luglio coincide con quella determinata dal rinvio di 90 giorni accordato da Trump ad aprile, dopo l'introduzione delle tariffe nei confronti di un lunghissimo elenco di paesi. "Oggi ho ricevuto una chiamata da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che mi ha chiesto una proroga della scadenza del primo giugno per le tariffe del 50% in relazione al commercio e all'Unione Europea. Ho detto sì alla proroga, che è stata fissata al 9 luglio 2025", ha spiegato Trump.

Secondo il Financial Times, funzionari e diplomatici Ue che stanno seguendo da vicino le trattative, dicono che Bruxelles si starebbe preparando ad accettare sul lungo termine dazi Usa al 10%. Resterebbero comunque delle speranze di poter abbassare il dazio base.

"Annunci e smentite alimentano incertezza sui mercati": cosa ha detto il governatore della Banca d'Italia Panetta sui dazi

I dazi potrebbero sottrarre "quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell'arco di un biennio. Negli Stati Uniti, l'effetto stimato è circa il doppio". Sono le stime comunicate dal governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, presentando la relazione annuale sul 2024.

"Le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell'economia globale. Siamo di fronte a una crisi profonda degli equilibri che hanno sorretto l'economia globale negli ultimi decenni", ha sottolineato Panetta, che ha aggiunto: "Le attuali dispute commerciali sono in parte l'esito di una crescente disillusione nei confronti della globalizzazione e dei benefici promessi dal libero scambio. L'annuncio di dazi elevati, sembra essere utilizzato come leva negoziale per ridefinire i rapporti economici e politici internazionali".

"I dazi – ha avvertito – potrebbero comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase già caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo". Già a maggio l'inflazione in Italia, secondo l’Istat, è calata dell’1,7%, ma il carrello della spesa è in rialzo (+3,2%).

"Il susseguirsi di annunci, smentite e revisioni alimenta incertezza e volatilità sui mercati. Si tratta di condizioni che rischiano di amplificare l'effetto dei dazi e che potrebbero protrarsi nel tempo, considerata la complessità dei negoziati commerciali, che tipicamente richiedono tempi ben più lunghi dei 90 giorni di sospensione annunciati".

Sulla questione dazi, dopo l'allarme lanciato da Panetta, è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: "Siamo pienamente consapevoli del rischio anche perché essendo un grande paese esportatore che ha conquistato la quarta posizione a livello globale potrebbe risentirne più di altri di un mondo che si chiude".

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