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Dal 1° gennaio 2026 scatta il discarico automatico delle cartelle esattoriali: cosa cambia per chi ha debiti col fisco

Con l’inizio del nuovo anno entrerà in vigore il meccanismo del discarico automatico per le cartelle esattoriali giudicate inesigibili. Una svolta nella riforma della riscossione fiscale che potrebbe alleggerire la posizione di molti contribuenti in difficoltà, ma che non coinvolgerà tutti.
A cura di Francesca Moriero
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Dal primo gennaio 2026 prende forma una novità sostanziale per il sistema della riscossione fiscale italiano: il cosiddetto "discarico automatico" delle cartelle esattoriali. Un meccanismo tecnico, certo, ma dagli effetti potenzialmente rilevanti per migliaia di contribuenti. Mentre si discute su una possibile nuova pace fiscale da inserire nella prossima legge di Bilancio, questa misura diventa operativa a prescindere da ogni condono; si tratta di una delle prime tappe concrete della riforma della riscossione, prevista dalla legge delega fiscale e dal successivo decreto attuativo. Ma cosa significa davvero "discarico automatico"? Quali debiti saranno cancellati? E, soprattutto, cosa cambia per chi ha ancora pendenze aperte col fisco?

Cos'è il discarico automatico

Il "discarico automatico" è un'operazione con cui l'Agenzia delle Entrate-Riscossione restituisce all'ente creditore (come Comuni, Regioni o altri enti pubblici) le cartelle esattoriali che non è riuscita a riscuotere entro 5 anni dalla presa in carico. Fino ad oggi, per far rientrare una cartella in questo meccanismo era necessaria una valutazione soggettiva e un iter amministrativo più lungo; con la nuova normativa, invece, il discarico diventa automatico al maturare del quinquennio, senza bisogno di una richiesta specifica. Questo non significa, però, che il debito venga automaticamente cancellato: spetta infatti all'ente creditore decidere cosa fare: può tentare una nuova riscossione, magari con strumenti diversi, oppure – se valuta il credito come "inesigibile"– può archiviarlo definitivamente.

Chi riguarda

Non tutti i contribuenti vedranno svanire le proprie cartelle. Il discarico automatico, infatti, si applica soltanto alle posizioni debitorie giudicate effettivamente inesigibili, cioè non recuperabili. Ma quando un debito viene considerato tale? Le situazioni più frequenti sono:

  • Il debitore è deceduto e non ha lasciato eredi che abbiano accettato l'eredità;
  • Il debitore è nullatenente o in una condizione di grave disagio economico;
  • L'importo è troppo basso per giustificare i costi della riscossione;
  • Non si riesce a rintracciare il debitore, dopo diversi tentativi.

In questi casi, l'ente creditore può decidere di rinunciare formalmente alla pretesa e annullare il debito; si tratta di un atto amministrativo, non di un condono, e non implica automaticamente che il debitore venga "perdonato": se in futuro si scopre che possiede beni o redditi, la pretesa potrebbe infatti riemergere.

I numeri del magazzino fiscale

Per capire l'impatto di questa misura, basta guardare ai numeri del cosiddetto "magazzino fiscale", cioè l'insieme delle cartelle esattoriali ancora non riscosse. A oggi, ammonta a oltre 1.272 miliardi di euro. Una cifra colossale, ma fortemente gonfiata da posizioni ormai irrecuperabili; secondo le stime ufficiali, almeno un terzo di questo importo – circa 400 miliardi di euro – è classificato come "inesigibile", cioè appunto non recuperabile. Il discarico automatico, quindi, servirà anche a "ripulire" i bilanci pubblici da questi crediti fantasma, che da anni falsano la percezione dell’effettiva capacità di incasso dello Stato e degli enti locali.

Nuove regole per la rateizzazione: più tempo per pagare

Accanto al discarico automatico, la riforma della riscossione ha introdotto un'altra importante novità per i contribuenti in difficoltà e cioè la possibilità di ottenere dilazioni più lunghe nei pagamenti. Fino allo scorso anno, il limite ordinario era fissato a 72 rate mensili (6 anni), con la possibilità di arrivare a 120 rate (10 anni) solo in casi particolari, come la comprovata grave difficoltà economica. Con le nuove regole, già in vigore nel 2025, il tetto ordinario viene innalzato a 84 rate (7 anni). E per chi dimostra una situazione di disagio economico – tramite ISEE o documentazione specifica – resta possibile richiedere fino a 120 rate. Una modifica importante, perché consente a molti contribuenti di mettersi in regola senza dover affrontare rate troppo elevate, spalmandole su un periodo più lungo e sostenibile.

Non una pace fiscale, ma un primo passo verso la semplificazione

È importante sottolineare che il discarico automatico non è un condono, né una "pace fiscale" come quelle viste negli anni scorsi; nessun contribuente potrà fare richiesta per far cancellare i propri debiti, né ottenere uno sconto. È, piuttosto, un meccanismo automatico di pulizia contabile, che aiuta l'amministrazione a distinguere tra crediti realmente esigibili e posizioni ormai perse. Detto questo, non si esclude che il governo possa introdurre anche una nuova pace fiscale nella prossima manovra di bilancio, come ipotizzato in più occasioni. In quel caso, si tratterebbe di una misura diversa e più ampia, con condizioni e benefici da definire però  in sede parlamentare.

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