Da Riina insulti anche a Napolitano. E su Mancino: “Mai trattato con lui”

Mentre continuano ad arrivare attestazioni di solidarietà a don Luigi Ciotti, il sacerdote fondatore di “Libera” finito nel mirino di Totò Riina, emerge ancora altro dalle oltre 1350 pagine di intercettazioni depositate al processo trattativa. Emergono gli insulti del superboss di Cosa Nostra nei confronti del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che finisce nel mirino di Riina per via del 41 bis. Il 26 ottobre – riporta il quotidiano Repubblica – il boss mafioso in carcere si lamenta dei rigori del 41 bis e se la prende, appunto, con Napolitano insultandolo: “Napolitano, quella puttana della nostra Camera, a me non mi fanno telefonare a mia moglie”. Riina va anche contro “la signora di Firenze che è accanita contro di me”: il riferimento va a Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione familiari vittime della strage dei Georgofili, parte civile nel processo trattativa.
Totò Riina intercettato: “Nessuna trattativa con Mancino”
In un altro passaggio Totò Riina nega inoltre di aver dialogato con uomini dello Stato nel 1992: “Ma che vogliono sperimentare che questo Mancino trattò con me? Loro vorrebbero così, ma se questo non è venuto mai”. L’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino è imputato nel processo in corso sulla trattativa Stato-mafia di falsa testimonianza. Nella conversazione che risale al 12 agosto 2013 il mafioso smentisce le dichiarazioni di Massimo Ciancimino su un ruolo del padre e del boss Bernardo Provenzano nella sua cattura. Il boss Riina, in altre conversazioni, accusa anche alcuni complici di aver intrattenuto rapporti equivoci con uomini delle istituzioni. Riina parla di Bernardo Provenzano che chiama il “re dei carabinieri” e fa inoltre riferimento anche al superlatitante Matteo Messina Denaro. Anche lui viene definito da Riina un “carabiniere”.