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Cos’è successo allo sciopero dei treni del 13 luglio e perché il ministro Salvini l’ha dimezzato

Oggi 13 luglio è in corso uno sciopero dei treni a livello nazionale. Avrebbe dovuto proseguire fino a questa notte, ma il ministro dei Trasporti Matteo Salvini con un’ordinanza l’ha ridotto, fino alle 15 di oggi. L’ha fatto tramite la precettazione, un atto amministrativo che esiste dal 1990.
A cura di Luca Pons
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Oggi 13 luglio 2023 è in corso uno sciopero nazionale del trasporto ferroviario: è partito alle 3 di questa notte e sarà in vigore fino alle ore 15. Inizialmente avrebbe dovuto durare tutta la giornata, fino alle 2 di mattina del 14 luglio. Ma ieri il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato un'ordinanza che ha ridotto l'orario della protesta, dopo un incontro fallimentare con i sindacati che aveva portato alla conferma dello sciopero.

Salvini ha affermato che sarebbe stato "impensabile lasciare a piedi un milione di pendolari in una giornata che prevederà temperature intorno ai 35 gradi". Ma la decisione non è stata solo sua, tecnicamente. Ha agito su richiesta del Garante scioperi, con l'atto amministrativo della precettazione.

Cos'è la precettazione e perché il ministero può accorciare uno sciopero

Il ministero è intervenuto utilizzando un provvedimento chiamato precettazione: esiste dal 1990 e prevede che un'autorità (in questo caso il ministero) possa imporre il termine di uno sciopero dei servizi pubblici nei casi in cui "sussista il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona". Insomma, per quelle situazioni in cui lo sciopero non porta semplicemente un fastidio o un inconveniente ai clienti, ma un vero e proprio rischio che i diritti costituzionali non siano tutelati.

Come detto, la decisione non spetta unicamente al ministero. A richiedere la precettazione deve essere la Commissione di Garanzia sull'attuazione della legge sugli scioperi, nota in breve come Garante scioperi. E questo è avvenuto ieri: con una Pec urgente al ministero, la nuova presidente della Commissione Paola Bellocchi (eletta proprio ieri, con la prima seduta della Commissione, che era stata nominata il 9 giugno). Il motivo della richiesta era che i sindacati non avevano accolto la "raccomandazione" di non far scioperare allo stesso tempo "entrambe le aziende del trasporto ferroviario che operano nell'Alta velocità". Questo, quindi, avrebbe potuto portare danni per gli utenti, "connessi all'intensificarsi dei flussi dei passeggeri nel periodo estivo".

L'ordinanza di precettazione, così richiesta dalla commissione, è stata poi adottata dal ministero. Nel caso di scioperi locali, a farlo può essere anche un prefetto, ma va coinvolto il presidente della Regione e si può procedere solo dopo un tentativo di conciliazione.

Da regola, la precettazione dovrebbe essere comunicata "non meno di quarantotto ore prima dell'inizio dell'astensione collettiva", a meno che "sia ancora in corso il tentativo di conciliazione o vi siano ragioni di urgenza". In questo caso, è possibile che l'incontro con i sindacati al Mit sia stato considerato un ultimo tentativo di conciliazione, anche se l'incontro sulla carta doveva riguardare altri argomenti. Stando alla legge, il ministero avrebbe anche potuto imporre di cambiare la data dello sciopero o di garantire un livello minimo di funzionamento del servizio.

Cgil: "Gli scioperi si fanno per difendere gli interessi dei lavoratori"

La scelta non è stata ovviamente apprezzata dai sindacati, che fino a poche ore prima avevano confermato lo sciopero. Già ieri, il segretario generale di Filt Cgil aveva scritto che "la precettazione è un'iniziativa vergognosa, sbagliata e illegittima", poiché "le astensioni dal lavoro sono state dichiarate secondo le leggi vigenti", ed erano "a conoscenza del ministero dei Trasporti dall'8 giugno".

Maurizio Landini, segretario della Cgil, oggi ha difeso la manifestazione: "Quando proclamo uno sciopero perché è importante che scioperino i lavoratori tutti. Noi lo sciopero non lo facciamo per ragioni politiche. Lo sciopero è lo strumento che i lavoratori hanno per poter difendere i loro interessi e io difendo tutti".

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