Cos’è l’articolo 5 della Nato e perché se ne parla per l’Ucraina: cosa dice la proposta di Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha partecipato al vertice negli Stati Uniti con Zelensky e gli altri leader Ue, lo ha detto molto chiaramente: il modo migliore per sviluppare garanzie di sicurezza per l'Ucraina è offrire al Paese invaso dalle truppe russe garanzie di sicurezza simili a quelle della Nato, ma senza l’adesione all’Alleanza atlantica.
L'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico stabilisce che "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti". Secondo Meloni questa è la "precondizione di qualsiasi tipo di pace", per evitare che si precipiti di nuovo in un altro conflitto simile a quello che si è aperto ormai quasi quattro anni fa. E su questa strada si continua a battere, in vista del vertice bilaterale tra Putin e Zelensky, che secondo il presidente americano Trump dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto oggi ha ribadito che questa ipotesi non sarebbe incompatibile con quella che in queste settimane viene pianificata dal gruppo dei Volenterosi, guidato da Francia e Regno Unito, che prevede l'invio di una "forza di rassicurazione", quindi l'invio di truppe europee sul terreno una volta terminato il conflitto tra Mosca e Kiev. L'idea dei Volenterosi prende sempre più forma, anche vista l'apertura di Donald Trump sulla possibilità concreta "partecipare allo sforzo" per la sicurezza dell’Ucraina.
Questo però, ha specificato Trump, non significa che gli Usa invieranno soldati americani sul campo: "Avete la mia parola", ha detto Trump a Fox. Nessun "boots on the ground", ha ribadito quindi la portavoce Karoline Leavitt. L'idea degli Usa dovrebbe essere quella di fornire garanzie "via aerea", ha chiarito Trump. Una linea sposata in pieno dalla premier Giorgia Meloni.
Cosa dice l'articolo 5 della Nato e cosa c'entra l'Ucraina
La proposta di cui si discute, lo ricordiamo è il pilastro dell’Alleanza Atlantica, e prevede che i Paesi membri della Nato, le parti, "concordano che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nel Nord America sarà considerato un attacco contro tutte". L'Ucraina però non è tra i 32 Paesi Nato. Per cui estendere a Kiev l'applicazione di questo articolo significa concederle le stesse garanzie di sicurezza di cui godono i membri Nato.
Oggi l'ambasciatore Francesco Talò, già consigliere diplomatico della premier Giorgia Meloni, rappresentante permanente dell’Italia presso la Nato e a capo della delegazione diplomatica in Israele, in un'intervista al Corriere della Sera ha affermato che "L’Ucraina non entrerà nella Nato anche perché ci vuole l’unanimità dei suoi membri. È importante che gli Usa stiano già avviando consultazioni concrete con i vertici militari dei Paesi europei più coinvolti, anche con la partecipazione del capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolano, per iniziare a ragionare su cosa fare a livello militare e fornire garanzie di sicurezza. Credo invece che sia prematuro indicare i termini di un possibile invio di soldati europei".
Quando è stato applicato l'articolo 5 della Nato
L'articolo 5 del Trattato Nordo Atlantico è stato applicato solamente una volta, dopo gli attacchi di Al Qaeda dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle e al Pentagono. Poco dopo l'attentato, il 2 ottobre 2001, fu riconosciuto che l'attacco proveniva dall'estero e fu deciso di inviare le truppe Nato in Afghanistan.
Cosa ha detto il ministro Crosetto sull'articolo 5 della Nato
In un'intervista a "la Repubblica", Crosetto oggi ha osservato che "ora si fa sempre più strada l'ipotesi di Meloni su un meccanismo basato sull'articolo 5. È una delle possibili soluzioni e non è incompatibile con quella dei Volenterosi. Si possono realizzare entrambe". Crosetto ha definito "molto positivo ciò che è accaduto a Washington", dove gli alleati occidentali si sono coordinati su una linea comune a sostegno della sicurezza dell'Ucraina. "Non era un impegno scontato, soprattutto da parte degli Stati Uniti", ha affermato.
In merito all'applicazione dell'articolo 5, Crosetto ha chiarito che "è un impegno di sicurezza che si assumerebbero le nazioni. L'idea di Meloni, discussa anche ieri (lunedì ndr), è che possa essere la Nato, come alleanza difensiva, ad assicurare a un Paese esterno come l'Ucraina la sua protezione. In alternativa, potrebbero impegnarsi a farlo singole nazioni. Si sceglierà il meccanismo migliore. Di certo, con la Nato, si garantirebbe una deterrenza superiore. Con ciòche prevede l'articolo 5, e cioè la difesa aerea, navale e terrestre dell'alleanza". Il ministro ha aggiunto che "l'Ucraina non entrerebbe nella Nato, con tutto ciò che comporta esserne membro. La Nato interverrebbe solo per difendere da un'aggressione".
La proposta di Meloni di offrire a Kiev le garanzie di sicurezza dell'articolo 5 della Nato intanto ha ottenuto l'ok ieri anche al Consiglio europeo straordinario, convocato proprio per discutere dei risultati del vertice multilaterale di Washington. Il presidente del Consiglio europeo Costa ha detto che "Ora è il momento di accelerare il nostro lavoro per mettere in atto un meccanismo di garanzie simile all'Articolo 5 della Nato, con il costante impegno degli Stati Uniti, e la Coalizione dei Volonterosi dovrebbe rimanere strettamente coinvolta in questo processo", ha detto ieri al termine della call virtuale, seguita ai colloqui di Washington. "Le forze armate ucraine costituiranno la prima linea di difesa. Per questo motivo dobbiamo potenziare, rafforzare e sbloccare il nostro sostegno militare all'Ucraina. L'Ue è già il principale fornitore di supporto militare ed economico, e continueremo a valutare come fare di più. È in gioco la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa", ha proseguito.
Avanti con l'iter di adesione dell'Ucraina all'Ue
Non solo si parla di garanzie di sicurezza. Contemporaneamente, secondo il presidente del Consiglio europeo Costa ora bisogna anche "andare avanti con il processo di allargamento", che porterebbe l'Ucraina dentro l'Ue. Su quest'ultimo punto, però, non tutti sono d'accordo. Il presidente ungherese Orban per esempio ha ribadito che "l'appartenenza dell'Ucraina all'Ue non offre alcuna garanzia di sicurezza" e collegarla alle garanzie militari sarebbe "inutile e pericoloso".