Cos’è la Global Sumud Flotilla che navigherà verso Gaza, quando parte e cosa può succedere

La Global Sumud Flotilla è una flotta organizzata da associazioni civili, il nuovo e più grande tentativo finora di superare il blocco navale imposto da Israele attorno alla Striscia di Gaza. Nel coordinamento dell'iniziativa sono coinvolti 44 Paesi, tra cui l'Italia. Nel nostro Paese, diversi artisti e personaggi in vista hanno promosso l'iniziativa: tra di loro, ad esempio, il fumettista Zerocalcare e lo storico Alessandro Barbero.
La Global Sumud Flotilla si definisce una "flotta nonviolenta di imbarcazioni di piccole dimensioni", senza affiliazioni con governi o partiti politici. Sumud è un termine arabo da anni associato alla lotta palestinese, che pò significare "fermezza", "perseveranza" o "resistenza". "Anche se apparteniamo a diverse nazioni, e abbiano fedi religiose e ideali politici diversi, siamo uniti da una verità: che l'assedio e il genocidio devono finire", dichiarano gli organizzatori sul sito dell'iniziativa.
Quando parte la Global Sumud Flotilla verso Gaza
L'iniziativa sarà simile a quelli precedenti della nave Madleen, a giugno, e dalla Handala a fine luglio. Entrambe navi della Freedom Flotilla fermate dalle autorità israeliane prima di arrivare a Gaza.
Questa volta però il viaggio è più ambizioso: è attesa la partecipazione di decine di imbarcazioni, che partiranno in due tranche. La prima il 31 agosto dalla Spagna e altri porti vicini (anche uno italiano al Nord, che non è stato reso noto), la seconda si unirà il 4 settembre, salpando dalla Tunisia e altri luoghi del Mediterraneo centrale (inclusi due italiani).
Chi partecipa all'iniziativa: anche l'Italia tra i paesi coinvolti
Gli organizzatori affermano che il coordinamento coinvolge 44 Paesi, tra cui anche l'Italia. L'iniziativa della Global Sumud Flotilla nasce dall'unione degli sforzi di quattro movimenti diversi: la già citata Freedom Flotilla Coalition, il Global Movement to Gaza (l'evoluzione della Marcia globale per Gaza), il coordinamento nordafricano Maghreb Sumud Flotilla e quello asiatico Sumud Nusantara, di cui fanno parte organizzazioni della Malesia e altri otto Stati.
Al viaggio parteciperanno esperti della navigazione, naturalmente, ma anche civili che porteranno contributi di vario tipo. Artisti, giornalisti, personale sanitario, avvocati, attivisti per i diritti umani, e molti altri. Nelle scorse settimane le associazioni partecipanti hanno lanciato l'appello per chi voleva registrarsi e chiedere di unirsi al viaggio, e oltre 26mila persone avrebbero fatto richiesta – anche se solo poche centinaia partiranno.
La missione della Global Sumud Flotilla e come sostenere l'iniziativa
In ogni caso, gli organizzatori hanno chiarito che mentre le imbarcazioni sono in mare sarà importante che vengano sostenute anche con manifestazioni a terra. Per una missione di questo tipo, la visibilità può essere fondamentale: "Israele in passato ha attaccato flotte umanitarie. Tuttavia, l'attenzione internazionale cambia le cose".
Non a caso numerosi volti noti hanno già dato il loro supporto. Tra questi l'attivista Greta Thunberg, già salita a bordo della nave Madleen e fermata dalle autorità israeliane a giugno, e gli attori Susan Sarandon e Liam Cunningham. In Italia si sono schierati a favore della Flotilla personalità come Zerocalcare, Claudio Santamaria, Alessandro Gassmann e lo storico Alessandro Barbero, tra gli altri.
A differenza di quanto avvenuto in passato, non si tratterà di una sola imbarcazione, ma di diverse decine, tutte di dimensioni medio-piccole. Come spiegato da Global Sumud Flotilla, "ciascuna barca rappresenta una comunità e un rifiuto di restare in silenzio di fronte a un genocidio". Le imbarcazioni più piccole sono "agili e più difficili da ostruire". L'iniziativa è "legale" perché "le imbarcazioni civili che portano aiuti umanitari o effettuano una protesta pacifica in acque internazionali sono protette dal diritto marittimo".
Alla base dell'iniziativa c'è la non-violenza. Se i militari israeliani dovessero bloccare le imbarcazioni, come sembra probabile vedendo i precedenti, gli attivisti saranno preparati a rispondere in modo pacifico. Proprio in quelle fasi, secondo gli organizzatori, l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sarà cruciale. Il ‘contatto' è previsto pochi giorni dopo la partenza della seconda parte di navi, il 4 settembre.