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Cos’è il reddito energetico, chi lo può ricevere e a cosa serve

Il reddito energetico è un nuovo fondo stanziato dal ministero per l’Ambiente. Consisterà in 200 milioni di euro, per il 2024 e il 2025, che andranno alle famiglie con un reddito basso che vogliono installare un pannello fotovoltaico, in modo da promuovere l’energia rinnovabile e far risparmiare sulle bollette.
A cura di Luca Pons
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Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha dato il via libera con un decreto a un fondo da 200 milioni di euro, chiamando Fondo reddito energetico. La previsione è che le famiglie con un reddito basso potranno accedere ai fondi per installare pannelli solari in casa e, così, risparmiare sulle bollette. Al momento mancano ancora i dettagli – ad esempio come fare domanda – che saranno definiti più avanti, ma ci sono già informazioni sui requisiti e sulla durata del Fondo, che si presume potrebbe essere rinnovato in caso di successo.

Innanzitutto, la durata. I 200 milioni di euro del reddito energetico sono stati stanziati per i prossimi due anni, cioè per il 2024 e il 2025. Ci si aspetta, quindi, che nei prossimi mesi verranno chiarite le modalità per richiederli.

È già noto, poi, quali saranno i requisiti per accedere al fondo. La misura è rivolta ai nuclei familiari con un Isee al di sotto dei 15mila euro. Questa soglia salirà a 30mila euro solo per le famiglie che abbiano almeno quattro figli a carico. Chi rispetta questi criteri potrà prossimamente fare richiesta per ottenere il finanziamento e installare dei pannelli solari nella propria abitazione.

Un'attenzione particolare, poi, sarà rivolta a chi risiede nel Mezzogiorno. Infatti, il ministero ha previsto che l'80% delle risorse (160 milioni di euro sul totale di 200 milioni) dovrà essere rivolto alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Alcune specifiche tecniche sono già indicate. Ad esempio, gli impianti fotovoltaici installati con il finanziamento nelle abitazioni dovranno avere una potenzia nominale non inferiore ai 2 kilowatt, e non superiore ai 6 kilowatt. O, comunque, non andare oltre la potenza nominale in prelievo sul punto di connessione utilizzato. In più, i pannelli fotovoltaici dovranno essere piazzati su coperture, superfici o aree di cui la persona che beneficia del finanziamento sia titolare.

La povertà energetica, cioè la condizione per cui una famiglia non è in grado di pagare tutti i servizi energetici di cui avrebbe bisogno (come le bollette) riguarda l'8,9% delle famiglie che risiedono in Italia, secondo l'Istat. I dati più aggiornati sul settore indicano che un impianto fotovoltaico da 6 kilowatt, in media, può costare tra i 18 e i 25mila euro. A fronte di questa spesa iniziale, però, risulta che il risparmio ottenuto in bolletta possa arrivare anche fino al 75%.

Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che la norma vuole ottenere "un doppio fine", cioè "quello sociale di sostegno alle fasce più indigenti" e dall'altra parte "quello ambientale, perché promuoviamo l’utilizzo di energia rinnovabile". A gestire il fondo sarà il Gestore dei servizi energetici, una società pubblica che già oggi si occupa di erogare i vari sussidi previsti per facilitare la diffusione delle fonti di energia rinnovabili.

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