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Cosa vuole fare il governo Meloni con il Piano Casa

Oggi in Commissione Ambiente alla Camera, Matteo Salvini ha illustrato i prossimi passi del Piano Casa annunciato da Meloni. Al centro la questione delle risorse. Per ora sono stati stanziati 660 milioni ma il ministro delle Infrastrutture punta a recuperarne altri dal Fondo sociale per il clima e dal Fondo Sviluppo e coesione e a coinvolgere i privati.
A cura di Giulia Casula
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Oggi in Commissione Ambiente alla Camera, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha illustrato i prossimi passi del Piano Casa annunciato da Giorgia Meloni la scorsa estate. Ad oggi per far fronte all'emergenza abitativa risultano stanziati 660 milioni ma serviranno ulteriori risorse. L'intenzione è di recuperarle dal Fondo sociale per il clima e da quello Sviluppo e coesione, ma su questo punto le interlocuzioni con le Regioni sono ancora in corso. Un'altra idea sarebbe quella di coinvolgere i privati attraverso fondi di investimento. Resta il nodo del Fondo morosità incolpevole e di quello affitti, che non risultano rifinanziati all'interno della legge di bilancio in discussione e che rischiano di sparire definitivamente.

"Quello della casa è un diritto fondamentale. La necessità di avere la possibilità di rispondere alle emergenze del caro affitti e liberare immobili abbandonati, dipende anche da un contesto regolatorio di riferimento", ha dichiarato il ministro. "Se l’impianto delle regole funziona allora anche le politiche sull’edilizia girano meglio. Sin dall’inizio del mio mandato il percorso di riforma è stato volto a adeguare le regole ai cambiamenti in atto. Il primo intervento è stato il decreto Salva casa per dare risposte concrete ai cittadini".

Il focus sulle giovani coppie e i divorziati

L'attenzione del governo sarebbe rivolta alle giovani coppie e ai genitori separati con figli a carico che non hanno accesso alla casa familiare. Per questi ultimi, in manovra è stato inserito "un nuovo fondo permanente" per "aiutare una categoria non sempre adeguatamente sostenuta", ha detto Salvini. L'intervento iniziale sarà di 20 milioni di euro all'anno a partire dal 2026. "Una misura che per la prima volta configura una politica di sostegno come strutturale e a regime", ha aggiunto. "La quasi totalità di chi si trova a gestire una famiglia dopo una separazione o un divorzio vive con risorse economiche limitate e spesso insufficienti a garantire stabilità e sicurezza all'adulto e ai figli". La misura "va oltre il semplice sostegno economico, sarà un gesto di equità sociale per riconoscere le difficoltà reali di chi si trova a gestire una situazione familiare complessa, con esigenze abitative magari temporanee o transitorie, difficili da soddisfare in un momento di duplicazione delle spese ordinarie", ha spiegato.

A che punto è il nuovo Piano Casa

Per quanto riguarda il Piano Casa, di cui al momento non è ancora stato diffuso un testo, la legge di Bilancio prevede di destinare "un parte delle risorse del Fondo sociale per il clima". Inoltre, è "al vaglio la possibilità di avviare apposite interlocuzioni con il ministero degli Affari europei e con le Regioni per l'utilizzo delle risorse riprogrammate del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, da integrare nel nuovo quadro strategico", ha dichiarato Salvini. Tra le possibili soluzioni spuntano anche i privanti, tramite l'uso "di strumenti finanziari evoluti, in particolare i Fondi di Investimento Alternativi immobiliari, riservati a investitori professionali".

Il Piano Casa si propone di rilanciare "le politiche abitative nazionali con un approccio integrato, inclusivo e sostenibile. Non si tratta solo di costruire nuove case, ma di ripensare l’intero sistema: dalla gestione del patrimonio pubblico alla promozione di nuove forme di coabitazione, dalla rigenerazione urbana alla sostenibilità sociale ed economica dell’abitare", ha spiegato. Una prima tappa sarà la manovra "che ci consentirà di razionalizzare le risorse disponibili e di chiarire anche le principali declinazioni settoriali" del piano. In particolare, si prevede una "riorganizzazione delle Aziende Casa (già Iacp), con l’obiettivo di renderle enti più autonomi, flessibili ed efficienti. Tale trasformazione include l’apertura alla collaborazione con operatori qualificati del Terzo Settore, valorizzando competenze ed esperienze già radicate nei territori".

Inoltre, verranno promosse "nuove soluzioni abitative, pensate per rispondere alle mutate esigenze sociali: co-housing, senior housing, housing intergenerazionale. Queste formule saranno integrate nei contesti urbani, con particolare attenzione alle periferie, al fine di favorire inclusione e coesione sociale", ha aggiunto. Salvini ha poi citato "l’avvio della sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale e sociale, che coinvolgerà, attraverso appositi bandi, i competenti enti territoriali quali soggetti promotori di soluzioni abitative integrate fondate sul partenariato pubblico-privato".

In arrivo inoltre, un riordino del Testo unico dell'edilizia attraverso l'adozione di un disegno di legge delega, che dovrebbe approdare al prossimo Consiglio dei ministri. "Questo è il tassello fondamentale che chiude il cerchio: dopo aver fornito risposte specifiche alle urgenze, è ora di mettere mano all'architettura complessiva del sistema, per consegnare al Paese un corpo normativo moderno e efficiente", ha detto Salvini.

Le opposizioni: "Senza risorse per la casa, chiacchiere stanno a zero"

Critiche le opposizioni, che durante l'audizione hanno sollevato parecchi dubbi sul nuovo piano Casa del governo, a partire dal tema dei finanziamenti. "Le chiacchiere stanno a zero. Non ci sono risorse non solo in questa legge finanziaria ma neanche nei prossimi provvedimenti", ha dichiarato il deputato e capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani. "Se il governo non si attiva in una politica seria e non ideologica sull'emergenza abitativa, le difficoltà delle grandi e piccole città non vengono risolte. Sono tante le perone che ancora hanno bisogno della Casa: le opposizioni hanno presentato diverse proposte di legge per venire incontro non solo al numero delle abitazioni necessarie ma, soprattutto, per le esigenze delle famiglie con il fondo affitti e morosità colpevole. Servono risorse e non chiacchiere", ha sottolineato.

Duro il capogruppo dei 5S alla Camera, Riccardo Ricciardi, che ha accusato il ministro di fare propaganda a proposito della promessa di rendere disponibili circa centomila alloggi tramite il Pnrr. "Parla di 6,5 miliardi e di centinaia di migliaia di alloggi, ma non dice che sono frutto del Pnrr. Tutto quello che ci ha portato di concreto qui oggi sono i soldi di un Pnrr che, se fosse stato per lei, che a quel tempo era dall'altra parte della barricata, oggi nemmeno avremmo", ha dichiarato. "Nella legge di Bilancio c'è circa un miliardo in tre anni per il disagio abitativo. Questi sono numeri. E poi: come si agirà per rispondere all'emergenza Casa? Ci ha detto con i fondi di investimento immobiliari privati. Praticamente è come donare il sangue a Dracula", ha aggiunto. "Il 60% degli italiani tra i 30 e i 40 anni non hanno la possibilità di comprare una Casa. Forse non se ne rende conto: ma secondo lei dove dovrebbe andare a dormire? Sotto quel ponte che vuole costruire?", ha domandato.

Quanto all'azzeramento del Fondo affitti e del Fondo morosità incolpevole, Salvini si è detto favorevole a reperire nuove coperture per rifinanziarli: "Se mi date una mano, maggioranza e soprattutto opposizione, a rimpinguare i fondi in legge di Bilancio io non mi opporrò sicuramente e quindi se ci saranno emendamenti che andranno a intervenire anche sulla morosità incolpevole assolutamente io non mi offendo".  Sul tema della premialità fiscale per chi affitta a canone concordato "sono disponibile a ragionare, mentre non sono disponibile a ragionare sulla requisizione di case vuote a nessun titolo e a nessun livello", ha risposto.

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