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Cosa sta succedendo tra Geppi Cucciari e il ministro della Cultura Alessandro Giuli dopo i David di Donatello

Scontro tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e la conduttrice Geppi Cucciari, dopo le battute ironiche pronunciate dalla comica durante la cerimonia dei David di Donatello. Giuli replica da Firenze, accusa la sinistra di aver perso l’egemonia culturale e rivendica la nuova linea “popolare” del suo ministero.
A cura di Francesca Moriero
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C'era un clima di festa, come ogni anno, alla cerimonia dei candidati ai David di Donatello al Quirinale. Sul palco, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'attrice e conduttrice Geppi Cucciari ha fatto ciò per cui è stata chiamata, cioè presentare l'evento con ironia, intelligenza e ritmo. Ma una delle sue battute, diretta al ministro della Cultura Alessandro Giuli, presente in prima fila, sembra aver trasformato un momento celebrativo in un caso politico. "Molti sottolineano la sua retorica, ma lei è l'unico ministro i cui interventi possono essere ascoltati anche al contrario, e spesso migliorano", ha detto Cucciari, scherzando sull'eloquio aulico del neoministro. Non era l'unico colpo di fioretto: "Il suo eloquio forbito, la parola che squadra da ogni lato l'animo nostro informe", aveva premesso, giocando sull'uso ricercato del linguaggio che caratterizza gli interventi pubblici di Giuli. Il ministro, per parte sua, sembrava aver incassato senza scomporsi. Anzi, quando ha preso la parola ha risposto sullo stesso registro: "Un saluto a Geppi, che al contrario potrei chiamare anche ‘Ippeg', senza fraintendimenti". Il pubblico ha sorriso. La polemica sembrava evitata. Ma sembra sia stata solo l'inizio.

La risposta di Giuli: "Scusa se uso la parola riconfigurazione"

La replica non si è fatta attendere: dal palco della rassegna "Spazio Cultura", organizzata da Fratelli d'Italia a Firenze, Giuli ha colto l'occasione per restituire la frecciata con tono ironico ma anche pungente: "Certe battutine che circolano, sempre ben gradite da me, perché l'ironia e l'autoironia non sono mai mancate, sono una spia interessante", ha premesso il ministro.
Poi ha aggiunto, con una chiara allusione a Cucciari: "Al mondo del cinema stiamo dando una riconfigurazione. Scusa Geppi se uso la parola riconfigurazione, si può dire anche riconfigurazione". Un inciso ripetuto con tono beffardo, che ha suscitato applausi tra il pubblico dell'evento. Nel suo intervento, Giuli ha approfittato del momento per lanciare poi un attacco più ampio alla sinistra, accusata di aver perso ogni autorevolezza nel campo culturale. "È esistita una cultura di sinistra oggettivamente potente, organica, ma c’è stata anche una progressiva erosione", ha dichiarato. "Avevano intellettuali organici e li hanno persi, si sono poi affidati agli influencer, hanno scoperto che erano dei quattrinari, ora gli sono rimasti i comici e basta". Secondo il ministro, il cambio di passo promosso dal governo Meloni rappresenterebbe un'inversione di rotta: "Abbiamo fatto del Mic il ministero del popolo della Cultura, facendo uscire la cultura dalle stanze polverose dei salotti".

La destra si indigna

A scatenare la reazione politica è stato il deputato di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, che ha scelto un convegno di partito al Teatro Niccolini di Firenze per lanciare l'attacco: "Ero presente al Quirinale e ho visto l'imbarazzo, lo sconcerto. In quale altro Paese europeo sarebbe tollerabile che una cabarettista introduca un ministro irridendolo e insultandolo?", ha dichiarato. E poi ha affondato: "Solo in Italia e solo con la peggiore sinistra". Mollicone non ha risparmiato neanche l'attore Elio Germano: "Immaginate se un attore di destra avesse detto qualcosa del genere. Sarebbe scoppiato il finimondo. E invece accade solo con la sinistra", ha denunciato.

Satira sotto accusa

A finire nel mirino, in definitiva, è stato il diritto di satira: Cucciari, che ha fatto dell'intelligenza comica una cifra riconosciuta, ha colpito con leggerezza e sarcasmo, senza mai oltrepassare i confini del rispetto istituzionale. Eppure, nel clima politico attuale, anche l'ironia rischia di diventare miccia. La sua battuta su Giuli è stata letta da Fratelli d'Italia come un attacco politico mascherato da comicità. A renderla ancora più indigesta alla destra è stato un altro affondo ironico di Cucciari, questa volta su Donald Trump, che nei giorni precedenti aveva pubblicato un fotomontaggio di sé stesso vestito da Papa. La comica ha commentato evocando Mattarella: "Invito il Presidente a candidarsi oltre il fiume", giocando sull'immagine del pontefice e strappando un sorriso anche alle prime file.

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