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Cosa si decide in Consiglio dei ministri oggi: via libera al premierato e alla riforma fiscale

Oggi, venerdì 3 novembre, il Consiglio dei ministri si riunirà alle 11 per approvare diverse misure. Tra queste la più discussa è la riforma istituzionale che porterebbe al premierato, cioè all’elezione diretta del presidente del Consiglio. Ma c’è anche il primo decreto sul piano Mattei per l’Africa e una nuova parte della riforma fiscale.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio dei ministri si riunirà verso le 11 a Palazzo Chigi. Oggi, sul tavolo di Giorgia Meloni e del suo governo la riforma più attesa è quella per l'elezione diretta del presidente del Consiglio. Ma ci sarà spazio anche per un primo decreto che getta le basi del piano Mattei per l'Africa (anche se non ci sono ancora fondi per finanziarlo), e per una norma che proseguirà la riforma fiscale introducendo per il 2024 il concordato biennale preventivo.

Cosa cambia con il premierato e quando entra in vigore

Il premierato è sostanzialmente l'elezione diretta da parte degli elettori del presidente del Consiglio che guida il governo. È una riforma annunciata da tempo, ma che solo adesso ha un testo di base: il Consiglio dei ministri discuterà e approverà una bozza che ha fatto molto discutere, che poi dovrà essere il Parlamento a modificare e approvare.

Concretamente, si andrebbe a votare direttamente per la persona che guida l'esecutivo, oltre che per i partiti, e quindi poi il presidente della Repubblica dovrebbe solamente dare l'incarico ufficialmente, senza più consultazioni e senza potere di decidere chi forma un governo. In caso di sfiducia, poi, si tornerebbe alle elezioni.

I dettagli da fissare sono ancora tanti, e nei giorni è circolata solamente una bozza. Sicuramente i tempi saranno lunghi. Si tratterebbe di una riforma della Costituzione, quindi il Parlamento dovrebbe approvare il testo definitivo due volte. Se non ci fosse una maggioranza molto forte (due terzi), scatterebbe poi un referendum per approvare o bocciare l'intera riforma. Questo potrebbe svolgersi nel 2024, ma non è detto che non slitti al 2025. In ogni caso, stando alle bozze circolate, il premierato se venisse approvato entrerebbe in vigore a partire dal 2027.

Infatti, il testo della bozza prevede che l'entrata in vigore avvenga da quando vengono sciolte le Camere, se è stata preparata la nuova legge elettorale per l'elezione di parlamentari e del presidente del Consiglio. La fine della prossima legislatura, in teoria, dovrebbe arrivare nel 2027, ed entro quella data la riforma costituzionale dovrebbe essere approvata e le leggi elettorali approntate. Diversi membri della maggioranza hanno detto che il premierato sarebbe entrato in vigore solo alla fine del mandato di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica, ma questo terminerà nel 2029.

Riforma fiscale, arriva il concordato preventivo per partite Iva e aziende

Il governo Meloni discuterà anche un decreto per mettere in pratica una parte della riforma fiscale che il Parlamento ha votato in estate. In particolare, il testo riguarda il concordato preventivo biennale: a partire dal 2024, partite Iva e aziende piccole e medie potranno mettersi d'accordo con il Fisco su quante tasse versare, e in cambio non riceveranno controlli. Il concordato potrà durare due anni ed essere rinnovato per altri due. L'anno prossimo dovrebbe essere possibile fare domanda per aderire al concordato entro luglio.

Il testo del decreto riporta anche delle novità in caso di sanzioni da parte dell'Agenzia delle Entrate: chi aderisce al dialogo con le Entrate, quando c'è un accertamento e poi un verbale, vedrà le sanzioni dimezzate. Ancora, ci saranno nuove modalità per la lotta all'evasione: un migliore coordinamento tra i Paesi europei per i controlli fiscali, e in Italia una maggiore integrazione tra le banche dati dello Stato anche tramite l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per individuare possibili evasori.

Cos'è il Piano Mattei e come funzionerà

Infine, l'ultima norma principale a essere trattata dal Consiglio dei ministri sarà il primo decreto che riguarda il cosiddetto piano Mattei per l'Africa. Si tratta di un piano che dovrebbe coordinare e promuovere tutte le iniziative dell'Italia – pubbliche e private – nei confronti degli Stati africani, sul piano dell'energia, del commercio, del clima e anche del blocco delle immigrazioni irregolari.

Il decreto che verrà discusso oggi crea la Cabina di regia del piano: a guidarla sarà Giorgia Meloni, assistita dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Poi ci saranno tutti i ministri, le aziende partecipate dello Stato (come Eni ed Enel) e vari altri componenti da definire nei prossimi mesi. Il piano vero e proprio, un testo da aggiornare ogni quattro anni, sarà scritto dalla Cabina stessa e dovrebbe arrivare verso aprile 2024. Per il momento, però, non ci sono fondi: il decreto non stabilisce quanti soldi saranno a disposizione per finanziare le misure del piano Mattei.

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