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Referendum 2025

Cosa serve per far passare i Referendum dell’8 e 9 giugno: il quorum di validità

In Italia si sta votando per i referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza. Se non si raggiungere il quorum, i referendum dell’8 e 9 giugno non saranno considerati validi. Il quorum è pari al 50% più uno degli elettori, come stabilito dall’articolo 75 della Costituzione. Alle ore 12 di oggi l’affluenza era al 7,41%.
A cura di Luca Pons
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Si sta votando in Italia per i referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza. Affinché i referendum dell’8 e 9 giugno passino, bisogna raggiungere il quorum, ovvero la quota minima dei votanti richiesta affinché la consultazione referendaria sia considerata valida. Per i referendum abrogativi, infatti, è necessario che si rechi alle urne la metà degli aventi diritto più uno (50% + 1 dei votanti). A prevederlo è l'articolo 75 della Costituzione. L'affluenza prevista dagli ultimi sondaggi per questi referendum era tra il 30% e il 40%, e il primo dato ufficiale alle ore 12 di oggi era del 7,41%.

Qual è il quorum di validità ai Referendum dell'8 e 9 giugno

Come per tutti i referendum abrogativi in Italia, il quorum di validità è fissato al 50% più uno degli aventi diritto. Questo significa che deve andare alle urne la metà degli elettori che ne hanno diritto, più uno.

Il limite minimo è fissato direttamente dalla Costituzione. L'articolo 75, che parla proprio del referendum abrogativo, recita che il referendum può essere indetto "per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge". Tra i vari limiti – quante firme servono per richiedere un referendum, quali questioni possono essere sottoposte a referendum e quali no – c'è anche il quorum da raggiungere.

Possono partecipare al voto "tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati", cioè in sostanza tutti i maggiorenni che hanno diritto di voto. In passato si poteva votare per eleggere il Senato solo dopo aver compiuto 25 anni, e per questo la Costituzione specifica (dalle elezioni del 2022, comunque, i 18enni possono votare sia per la Camera che per il Senato).

Il referendum è approvato se "a partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi", cioè se almeno il 50% più uno degli elettori e se tra le schede valide vincono i Sì. Questo è un meccanismo inserito nella Costituzione per evitare che una minoranza dei cittadini potesse cambiare le leggi decise dal Parlamento. Negli ultimi anni, con il calare costante dell'affluenza in generale, è diventato difficile per molti referendum raggiungere il quorum: l'ultima volta è successo nel 2011, con i referendum su acqua e nucleare, mentre prima non avveniva dal 1995. Solo due volte, quindi, negli ultimi trent'anni.

Cosa succede se non si raggiunge il quorum

Per i Referendum dell'8 e 9 giugno, come avvenuto altre volte nel recente passato, la sfida non è tanto quella di far vincere i Sì, quanto quella di raggiungere il quorum. Chi sostiene il No, infatti, ha più che altro invitato i proprio elettori a non presentarsi alle urne. Se un referendum non raggiunge il quorum, è completamente nullo.

Questo significa che, se il quorum non viene raggiunto, nessuna delle norme su cui si tiene il referendum viene cambiata in alcun modo. Tutto resta come prima. Se non si arriva al quorum, non importa quale sia la percentuale di Sì e di No: anche se la grande maggioranza delle schede valide è per il Sì, la votazione non è comunque considerata valida.

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