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Cosa sappiamo dell’indagine su Beppe Grillo, i soldi della Moby e il traffico di influenze

Il garante del Movimento 5 Stelle è indagato dalla Procura di Milano per traffico di influenze illecite. Il sospetto dei pm è che abbia condotto una “mediazione illecita” nei confronti di “parlamentari in carica” per favorire la Moby.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Beppe Grillo è indagato per traffico di influenze illecite. La notizia rimbalza su tutti i siti da ieri e oggi è l'apertura della maggior parte dei quotidiani: il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, nel bel mezzo della corsa al Quirinale in cui il suo partito sarà determinante, si scopre sotto indagine insieme al patron di Moby, Vincenzo Onorato. Si tratterebbe di una "mediazione illecita" portata avanti dal comico genovese nei confronti di "parlamentari in carica", anche se non si sa di che incarico parliamo – semplici deputati o sottosegretari e ministri – quella che è finita al centro dell'indagine della Procura di Milano.

Al centro dell'inchiesta c'è l'accordo di partnership stretto tra la Beppe Grillo srl e la Moby tra il 2018 e il 2019 per un totale di 240mila euro. Si tratterebbe, secondo quanto riporta il Corriere, di un accordo finalizzato alla diffusione di contenuti digitali sul blog del garante pentastellato: almeno un "contenuto redazionale" al mese che promuovesse il marchio Moby.

Nello stesso periodo, però, la Procura scrive che "lo stesso Grillo ha ricevuto da Onorato richieste di interventi in favore di Moby, che ha veicolato a parlamentari in carica, trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica o i contratti diretti con quest'ultimo". Il sospetto degli inquirenti, però, è che ci siano "elementi che fanno ritenere illecita" la sua "mediazione" con esponenti anche di spicco del suo partito, perché "finalizzata ad orientare l’azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby". Inoltre, sempre tra il 2018 e il 2020, viene sottoscritto anche un altro contratto: in questo caso tra Moby e Casaleggio Associati, da 600mila euro all'anno.

L'apertura del fascicolo nasce a sua volta da un'altra inchiesta molto nota: quella che riguarda la fondazione Open di Matteo Renzi. Durante una perquisizione nella sede della Moby, infatti, sono state scoperte le chat che hanno portato alla nuova indagine. Tra i coinvolti, secondo quanto scrive Repubblica, ci sarebbe anche l'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli – non indagato – che avrebbe subito le pressioni del caso.

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