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Caso Paragon

Cosa sappiamo del terzo giornalista spiato con Paragon e perché è così importante

Non solo Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino: c’è anche una terza persona, un o una giornalista, che è stata spiata con Graphite, software di Paragon. Pellegrino e questo terzo giornalista sono stati messi sotto osservazione dallo stesso soggetto, con tutta probabilità: le analisi sui loro telefoni rivela la “pistola fumante”.
A cura di Luca Pons
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Il nuovo rapporto stilato dal Citizen Lab, organismo di ricerca autorevole, ha portato diverse novità nel caso Paragon. Innanzitutto, è arrivata la conferma che Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, è stato spiato con Graphite, il software prodotto da Paragon Solutions. Un software, va ricordato ancora una volta, che viene venduto solamente ai governi. E non solo: è emerso anche che un altro o un'altra giornalista è stata vittima dello spyware. Si tratta di una persona "europea" (quindi non è escluso che sia italiana), che ha scelto di restare anonima.

La vicenda è tutta nel rapporto. L'avviso alle vittime è arrivato il 29 aprile tramite il sistema di notifica di Apple. Tra tutti gli utenti avvisati, due giornalisti hanno acconsentito a sottoporre i loro telefoni alle analisi del Citizen Lab. Uno di loro era Ciro Pellegrino, l'altro ha scelto di non rivelare pubblicamente la propria identità.

Le analisi sui due cellulari sono state importanti perché hanno confermato che Fanpage.it è stato colpito con Graphite. Le analisi sul cellulare del direttore, Francesco Cancellato, non avevano dimostrato in modo definitivo la presenza dello spyware (né l'avevano smentita), e la relazione del Copasir aveva ufficializzato che Cancellato non era stato spiato dai servizi segreti. Però due attacchi avvenuti nello stesso periodo, su due giornalisti della stessa testata, effettuati per coincidenza con software diversi sembrano sempre più difficili da credere. "L'identificazione di un secondo giornalista a Fanpage.it colpito con Paragon suggerisce un tentativo di colpire questo giornale", si legge nel rapporto.

Ma il documento è fondamentale anche perché, per la prima volta, è stata trovata quello che il ricercatore senior del Lab, John Scott Railton, ha definito a Fanpage "la pistola fumante". Il telefono di Ciro Pellegrino aveva al suo interno una "impronta". La stessa impronta è stata trovata anche in un server che era costantemente in contatto con il telefono del terzo giornalista spiato. Per di più, sia Pellegrino che l'altro giornalista sono stati infettati con Graphite dallo stesso account, chiamato ATTACKER1.

La conclusione è scritta nero su bianco: "È la norma che ciascun cliente di un'azienda di spyware mercenari abbia a disposizione la propria infrastruttura dedicata. Perciò, crediamo che l'account ATTACKER1 sarebbe usato esclusivamente da un unico cliente o operatore, e concludiamo che questo cliente abbia colpito entrambi gli individui". Insomma, lo stesso soggetto (che, ripetiamo, in teoria può essere solo un governo) avrebbe spiato sia Pellegrino che il terzo giornalista.

Il terzo motivo per cui il rapporto importante è che, come ha spiegato Railton, Paragon Solutions dovrebbe essere in grado di confermare chi ha effettuato questi interventi di spionaggio. Dato che la "impronta" è stata trovata non solo in un cellulare (quello di Pellegrino), ma anche in un server (che era in contatto con il telefono del terzo giornalista), "Paragon potrebbe guardare dentro quel server e dirci a quale cliente si riferisce". In alternativa, potrebbe essere il governo italiano a fare questa richiesta. Per adesso, non è arrivata nessuna reazione ai nuovi sviluppi nel caso da parte del Copasir o del governo Meloni.

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