Cosa sappiamo del piano casa per le giovani coppie annunciato da Giorgia Meloni

Nel discorso di ieri di Giorgia Meloni al Meeting di Rimini, un intervento che ha toccato diversi temi, dalle questioni geopolitiche internazionali al cantiere manovra, un passaggio è stato dedicato al sostegno alle famiglie e alla natalità, temi molto apprezzati dalla platea di Cl.
La presidente del Consiglio sceglie la kermesse per annunciare un intervento del governo sulla casa: Meloni dice che è in arrivo "un grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie, perché senza una casa è molto più difficile costruire una famiglia", a cui starebbe lavorando insieme al ministro delle Infrastrutture e alleato di governo Matteo Salvini, anche lui ospite del Meeting. I due non si sono intercettati a Rimini, ma si sono sentiti telefonicamente (il vicepremier leghista è arrivato all'evento quando già la premier era andata via). La premier non ha dato molti dettagli, un testo ancora non c'è, ma si può ricercare qualche indizio nelle dichiarazioni di Matteo Salvini di ieri. Quel che è certo è che la misura riguarderà le fasce di reddito tra i 30mila e i 60mila euro l'anno, e servirà a dare una risposta ai giovani che non riescono ad acquistare un'abitazione o non trovano affitti nelle grandi città, a prezzi accessibili.
Cos'è il nuovo piano casa per le giovani coppie targato Meloni e Salvini
Il piano casa si svilupperà nella seconda parte della legislatura, non si tratta di una misura imminente, da inserire nella prossima legge di Bilancio.
"Con Meloni lavoriamo a un grande piano Casa Italia che torni al secolo scorso, per permettere soprattutto ai giovani di investire sul futuro. Senza casa a prezzi accessibili non c'è famiglia né futuro: a bilancio abbiamo già 660 milioni di euro, ma puntiamo a mobilitare anche risorse private. Sono inoltre in corso più di 150 cantieri per il recupero di alloggi popolari nelle periferie italiane", ha detto ieri Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel corso del convegno "Luoghi da costruire e vie per raggiungerli", al Meeting di Rimini. "Chiuderemo i cantieri entro giugno 2026 restituendo circa 150mila alloggi popolari. E partiamo anche con la sperimentazione di un fondo nazionale per la rigenerazione urbana", ha aggiunto il ministro Salvini.
Il piano casa riguarderà le fasce di reddito tra i 30mila e i 60mila euro l'anno, proprio quel ceto medio a cui Meloni ha promesso di dare di risposte a partire dal prossimo autunno.
"Abbiamo avviato la riforma dell'Irpef", adesso "è tempo di fare di più e concentrare la nostra attenzione sul ceto medio", ha detto dal palco del Meeting di Rimini la premier, ribadendo che una delle priorià del governo per la prossima legge di bilancio è appunto quella di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio. Dopo il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino ai 35mila euro, operato con le ultime due manovre, ora il governo punta a ridurre le tasse anche per i redditi medio-alti. L'attenzione al ceto medio è anche uno degli obiettivi di Forza Italia, che punta al taglio dell'Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 60mila euro. Per Salvini la priorità per la legge di Bilancio invece è la pace fiscale, con la rottamazione delle cartelle esattoriali in 120 rate lungo 10 anni.
Polemiche sul nuovo piano casa
La segretaria del Pd Elly Schlein, commentando il discorso della premier di ieri, critica il passaggio sul piano casa: "Noi sono tre anni che diciamo che c’è un’emergenza abitativa e facciamo proposte, Salvini ha annunciato almeno trenta volte un suo piano casa, ma l’unica cosa che hanno fatto è stato togliere il fondo per l’affitto, 330 milioni per chi rischiava lo sfratto", ha detto in un'intervista a Repubblica.
"Il fondo va ripristinato e triplicato e occorre recuperare le case popolari sfitte. Quando ero vicepresidente in Emilia-Romagna con un investimento di dieci milioni abbiamo recuperato 730 alloggi in sette mesi. Pensi agli studenti fuorisede: con gli affitti alle stelle si mina il diritto allo studio. E un tema enorme. Ma fin qui la destra ha fatto solo condoni".
"Benissimo che Giorgia Meloni abbia annunciato un piano casa, anche se dopo tre anni di governo si dovrebbe essere ai fatti, non alle promesse. Ma la premier dovrebbe chiedersi cosa fanno le regioni amministrate dal suo partito. In Veneto, oggi, trovare casa è diventato un ostacolo quasi insormontabile per troppe persone: giovani, coppie, lavoratori, famiglie", ha detto Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, che nella sua campagna elettorale ha messo al centro delle proposte un piano casa regionale.
"Abbiamo un patrimonio pubblico inutilizzato che decade nell'abbandono – ha aggiunto Manildo – mentre migliaia di persone sono senza casa. Eppure la Regione non ha stanziato un solo euro per recuperarli. Quando Zaia si insediò, gli alloggi sfitti erano un terzo di quelli attuali: questo è il risultato di anni di inerzia".
Il piano casa che Manildo propone si articola su 5 fronti: "la nascita di un'Agenzia regionale per la casa, che coordini tutte le politiche abitative, intercetti fondi nazionali ed europei, promuova nuove soluzioni come cohousing e housing sociale. Un piano straordinario da 100 milioni l'anno per cinque anni, per costruire nuovi alloggi e recuperare quelli inutilizzati. Un sistema di protezione per inquilini e piccoli proprietari, con affitti calmierati e fondi contro la morosità incolpevole. Accordi con i Comuni per prevenire gli sfratti e tutelare le famiglie in difficoltà. E poi un grande impegno per studenti e lavoratori, con incentivi alle imprese che costruiscono alloggi per i propri dipendenti, piani di housing giovanile e nuove residenze per il diritto allo studio".