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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Cosa ha detto Meloni a Netanyahu e qual è la posizione del governo sugli attacchi tra Israele e Iran

Evitare l’escalation, ripristinare colloqui diplomatici e impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. È la linea del governo italiano sulla crisi tra Israele e Iran, ribadita da Meloni nella telefonata avuta ieri notte con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a cui ha sottolineato la necessità di favorire una soluzione diplomatica.
A cura di Giulia Casula
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La priorità del governo italiano è evitare un ulteriore inasprimento del conflitto, dopo la notte di attacchi incrociati tra Israele e Iran cominciati con l'offensiva di Netanyahu su Teheran. Lo ha sottolineato ieri notte, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella telefonata avuta con il premier israeliano, a cui ha ribadito la necessità di assicurare che l'Iran non possa in alcun caso dotarsi dell'arma nucleare, auspicando al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano portare l'esito sperato.

La premier ha seguito l'evoluzione dell'attacco israeliano all'Iran e nella giornata di ieri ha convocato un  vertice coi ministri e l'intelligence. Alla riunione hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani, Matteo Salvini, i ministri Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, e Giancarlo Giorgetti, e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, che hanno registrato "con preoccupazione i rapporti dell'Aiea che hanno trovato l'Iran in violazione dei suoi obblighi secondo il Trattato sulla Non Proliferazione delle Armi nucleari. In questo quadro – si legge nella nota diffusa da Chigi – è stato riaffermato il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali ospitate a Roma e sottolineato come una soluzione diplomatica debba restare l'obiettivo prioritario".

Oltre al vertice con i suoi, Meloni è stata impegnata in una serie di telefonate con i leader internazionali. Il giro di colloqui è cominciato con il presidente Donald Trump, poi con Ursula von der Leyen e Friedrich Merz, e si è concluso con Benjamin Netanyahu. A tutti gli interlocutori, la presidente del Consiglio, ha espresso la disponibilità dell'Italia a favorire un ritorno alla diplomazia per scongiurare l'escalation del conflitto.

A Netanyahu, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, la premier ha ribadito ancora una volta l'urgenza di garantire l'accesso dell'assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Nel corso della giornata, la premier ha avuto contatti telefonici anche con il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud; re Abdallah II di Giordania; il sultano dell'Oman, Haytham bin Tariq Al Said, e Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, confrontandosi su come lavorare insieme per favorire la de-escalation.

Per il governo un altro elemento prioritario è la sicurezza dei cittadini e dei militari italiani. "Sono circa 450 i connazionali residenti in Iran, sono stati tutti contattati dall'ambasciata e non ci preoccupazioni particolari, tranne la situazione generale", ha assicurato Antonio Tajani, che oggi alle 11 parlerà alle commissioni Affari esteri di Camera e Senato. Sulla situazione dei militari italiani anche il ministro della Difesa Crosetto rasserena: "Per ora non ci sono problemi di sicurezza".

In generale budini, la linea è quella di evitare l'esasperazione degli attacchi, "fermo restando che l'Iran non può avere un'arma nucleare", ha detto il ministro degli Esteri, preannunciando il contenuto della sua audizione. "La linea dell'Italia è una linea di impegno per la pace fermo restando che non può essere messa a repentaglio con l'atomica la sicurezza e l'esistenza dello Stato di Israele", ha ribadito.

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