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Cosa ha deciso alla fine il governo sull’aumento dei pedaggi autostradali e perché si è spaccato

Alla fine l’emendamento al dl Infrastrutture sull’aumento dei pedaggi autostradali, che ha scatenato la bufera all’interno della maggioranza e non solo, è stato ufficialmente ritirato. Tuttavia dalle opposizioni non escludono nuovi blitz: “Se ci riproveranno, li fermeremo di nuovo”, ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein.
A cura di Giulia Casula
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Alla fine il contestato emendamento che avrebbe aumentato i pedaggi autostradali è stato ufficialmente ritirato. A darne la conferma è stata la deputata della Lega, Elisa Montemagni, firmataria e relatrice del decreto Infrastrutture a cui era collegato l'emendamento. "Alle 18,51 di ieri, come da saggia indicazione di Matteo Salvini, e con convinzione, ho formalizzato il ritiro della mia firma dall’emendamento che riguarda i pedaggi autostradali", ha dichiarato.

Ieri si è consumato uno scontro all'interno della maggioranza sulla proposta di incrementare il costo dei pedaggi autostradali a partire dal 1° agosto. L'aumento, di un euro ogni mille chilometri, era destinato a colpire tutti i mezzi di trasporto, dalle moto alle auto, fino ai veicoli più pesanti. Di per sé il rialzo non sarebbe stato particolarmente oneroso, un millesimo di euro al chilometro, ma con l'elevata circolazione legata alle vacanze estive la misura rischiava di avere delle ricadute sulle tasche degli automobilisti.

Secondo i calcoli dei tecnici, la misura avrebbe permesso di incassare 90 milioni di euro, da riconoscere all'Anas per l'illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade statali e in generale per il fabbisogno dell'ente. Tuttavia l'emendamento, inserito tra le maglie del dl infrastrutture, non è passato inosservato, scatenando la polemica di opposizioni e consumatori. Sulla proposta in teoria, c'era l'accordo degli alleati, come dimostrato anche dalla firma dei relatori di Fratelli d'Italia.

Eppure, alla notizia dell'emendamento, il partito di Giorgia Meloni ha espresso il suo fastidio per il nuovo aumento mandando in cortocircuito la maggioranza. Lo scontro è arrivato ai vertitici del governo, con Matteo Salvini che in tarda serata ha annunciato di aver chiesto il ritiro della proposta emendativa. L'altro vicepremier, Antonio Tajani, ha preferito invece sfilarsi dalla polemica. "Mi pare un problema risolto. Noi non siamo stati coinvolti. Siamo stati fuori da qualsiasi polemica. A noi non interessano le polemiche. Tutto quello che facciamo, lo facciamo per risolvere i problemi dei cittadini. A partire dalla riduzione della pressione fiscale", ha dichiarato.

La conferma del ritiro però non è arrivata immediatamente, cosa che aveva mandato in escandescenza le opposizioni, ma soltanto oggi. Tuttavia dal Partito democratico fanno notare che il nodo delle risorse, cioè dei 90 milioni richiesti dall'Anas, non si è risolo e per questo motivo, non escludono nuovi blitz da parte della maggioranza. "Siamo riusciti a ottenere pochi minuti fa il ritiro ufficiale dell'emendamento con cui il Governo ha provato ad istituire la nuova Tassa Meloni sulle vacanze degli italiani", ha dichiarato la segretaria Elly Schlein. "L'indecente scaricabarile di queste ore tra le forze di maggioranza che solo ieri lo avevano depositato tutte insieme non ci interessa. Quello che chiediamo ora è che Giorgia Meloni si impegni a non presentare più l'aumento dei pedaggi per gli italiani nemmeno sotto altre forme, anche nei prossimi provvedimenti. E se ci riproveranno, li fermeremo di nuovo", ha concluso.

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