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Cosa fare se si è positivi al tampone Covid: le nuove regole di ottobre 2022

I casi di Covid-19 in Italia aumentano, e ci si prepara a una nuova ondata di pandemia. Ecco tutte le indicazioni più aggiornate del ministero della Salute su cosa bisogna fare se il tampone antigenico o molecolare è positivo.
A cura di Luca Pons
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Nelle ultime settimane, i casi di Covid in Italia sono tornati ad aumentare, e l'ultima rilevazione dell'Iss ha mostrato che, per tutti gli indicatori, la pandemia è di nuovo in una fase di espansione. Rispetto all'ultima ondata dello scorso inverno, le regole in caso di positività sono cambiate, e si sono ridotti i tempi dell'isolamento. Per questo, è utile sapere come ci si deve comportare nel caso in cui si faccia un tampone rapido o molecolare e questo risulti positivo. In attesa di vedere cosa deciderà il prossimo governo, ecco tutte le indicazioni aggiornate su cosa fare in caso di positività al Covid-19.

Cosa fare in caso di tampone rapido o molecolare positivo

Se a risultare positivo è un tampone fai-da-te per uso domestico – anche definiti "autotest", che si possono acquistare in alcuni supermercati o in farmacia – è consigliabile contattare il proprio medico o l'ente sanitario di riferimento della propria Regione per ricevere le informazioni necessarie. Dato che i tamponi fai-da-te non sono riconosciuti come validi per dare inizio (o fine) alle misure di isolamento, il medico o l'ente sanitario potrebbe chiedere di fare un tampone antigenico rapido o un tampone molecolare. Possono essere fatti in molte farmacie, dal medico, oppure nei luoghi adibiti a fare tamponi, ad esempio hub appositi definiti dalle Regioni.

In ogni caso, da quando si risulta positivi a un tampone antigenico rapido o molecolare fatto dal personale sanitario, scattano le misure previste dalla circolare ministeriale del 31 agosto 2022, la più aggiornata in materia di isolamento. La durata dell'isolamento, spiega la circolare, può variare in base alla presenza o meno di sintomi.

Quanto dura l'isolamento e quando rifare il tampone

Nel caso di persone che non hanno mai avuto sintomi ma risultano positive al Covid, l'isolamento ha una durata limitata: bisogna restare isolati per 5 giorni da quando si scopre la positività. Dopodiché, si può procedere a un altro tampone, che sia rapido antigenico o molecolare. Anche in questo caso, i tamponi "autotest" per uso domestico non sono considerati abbastanza affidabili per garantire la fine dell'isolamento. Bisognerà, quindi, rivolgersi nuovamente al personale sanitario.

Se il tampone fatto al quinto giorno risulta negativo, l'isolamento è ufficialmente terminato. Se risulta positivo, invece, non è previsto un tempo minimo di attesa prima di farne un altro. Su questo, si potrà chiedere consiglio al proprio medico o all'ente sanitario della Regione.

Nel caso, invece, di persone che oltre a risultare positive al coronavirus mostrano anche i sintomi del Covid-19 – febbre, tosse, perdita di gusto e olfatto, ma anche raffreddore, mal di gola e altri – i criteri sono diversi. In particolare, finché si continuano ad avere sintomi e si rimane positivi non è possibile terminare l'isolamento.

Il periodo di isolamento nel complesso dura come minimo 5 giorni, ma almeno gli ultimi due giorni devono essere da asintomatici. In pratica, da quando spariscono i sintomi bisogna aspettare almeno due giorni: dopodiché, se sono già passati almeno 5 giorni in tutto dal primo tampone positivo (ad esempio, 3 giorni di sintomi e poi 2 senza sintomi), si può fare un tampone, che sia antigenico rapido o molecolare. Se questo è negativo, l'isolamento finisce. Sempre esclusi sono i tamponi fai-da-te.

Cosa succede se il tampone è ancora positivo

Nei casi in cui i sintomi siano passati, ma il tampone risulti positivo dopo 5 giorni, l'isolamento continua. È previsto, però, un limite massimo di durata: se la positività persiste, ma non ci sono più sintomi, l'isolamento termina automaticamente 14 giorni dopo il primo tampone positivo. Dopo due settimane di isolamento, quindi, se i sintomi sono spariti, non è più necessario neanche eseguire un tampone: si considera che la carica virale sia scesa a tal punto da non risultare un pericolo per gli altri.

Le regole sull'autosorveglianza in caso di contatto con positivo

Nel caso di contatti stretti con persone che siano positive al Covid, le indicazioni più aggiornate da seguire sono quelle contenute nella circolare ministeriale del marzo 2022. Si considera un contatto stretto chiunque abiti con una persona positiva al Covid-19, ma anche chiunque abbia un contatto fisico diretto con la persona (quando si parla di contatto fisico si intende anche una semplice stretta di mano) e chi ha un contatto faccia a faccia, per almeno 15 minuti, a meno di 2 metri di distanza senza mascherine.

Per chi si ritrova in questa situazione, non è più previsto un periodo di quarantena. Al suo posto, i contatti stretti hanno l'obbligo di autosorveglianza. Ciò significa che, quando si è in spazi chiusi o in caso di assembramenti, è obbligatorio indossare la mascherina FFP2. Il periodo di autosorveglianza dura 10 giorni a partire dall'ultimo contatto con la persona positiva.

Se in questi 10 giorni si manifestano dei sintomi riconducibili al Covid-19, si raccomanda di fare un tampone per verificare se si è stati contagiati. A questo punto, se il tampone antigenico o molecolare è negativo, ma i sintomi rimangono, dopo 5 giorni dall'ultimo contatto bisogna fare un altro tampone. Le regole sono più stringenti, invece, per gli operatori sanitari, che seguono regole più stringenti: devono fare un tampone ogni giorno, per i primi cinque giorni dopo il contatto.

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