Cosa dice la legge “anti maranza” della Lega che vuole complicare la vita agli stranieri in Italia

Nella nuova proposta di legge depositata dalla Lega alla Camera ci sono anche delle norme "anti maranza", come le ha chiamate il partito in una nota che ha annunciato il ddl. Ma il cuore del provvedimento è una stretta sulla cittadinanza: requisiti più difficili per ottenerla, più possibilità di perderla, un "test di integrazione" per i neo-maggiorenni che la richiedono. Ma anche regole più restrittive sui ricongiungimenti familiari.
Il testo ufficiale non è ancora disponibile alla pagina del ddl sul sito della Camera. Ieri il deputato leghista Jacopo Morrone, primo firmatario della proposta, e la vicesegretaria ed europarlamentare del Carroccio Silvia Sardone hanno presentato il testo in una conferenza stampa apposita.
Le norme vanno a modificare due leggi fondamentali. Quella sulla cittadinanza, del 1992, e il cosiddetto Testo unico per l'immigrazione del 1998. "L'obiettivo è rivedere in senso restrittivo i requisiti per chiedere la cittadinanza sia per i minori che per gli adulti e, contestualmente, rendere più rigorose le modalità e le cause della sua revoca", ha detto il deputato Morrone.
Test di integrazione per la cittadinanza: le nuove regole proposte dalla Lega
Il primo punto è rendere più difficile ottenere la cittadinanza. "Noi vogliamo che chi diventa cittadino se lo meriti", ha detto Morrone. Per gli adulti il requisito salirebbe da due a quattro anni di residenza legale in Italia, prima di poter fare domanda.
Per chi è nato nel Paese e ci ha trascorso tutta la vita, invece, verrebbe introdotto un "test di integrazione". A differenza dei diciottenni italiani, quelli stranieri per "meritarsi" la cittadinanza dovrebbero dimostrare di conoscere la lingua italiana e "la nostra legge e le nostre norme".
In più, sarebbe necessario non aver subito nessuna condanna penale per delitti non colposi, né avere dei procedimenti penali in corso o la non ammissione all'applicazione della pena su richiesta delle parti, né aver commesso delitti per i quali si è ricevuto il perdono giudiziale negli ultimi tre anni. Insomma, qualunque precedente problematico con la legge, di ogni genere (purché per reati non colposi), per la Lega dovrebbe impedire di ottenere la cittadinanza anche per chi non ha mai vissuto in nessun altro Paese.
Il secondo punto è invece revocare la cittadinanza più facilmente. Questa verrebbe tolta a tutti coloro che ricevono una condanna definitiva a oltre cinque anni di carcere, oppure oltre i tre anni se si parla di "reati espressione di violenza di genere".
Questo per Morrone avrebbe "un effetto deterrente anche sull'intenzione di commettere reati". Chi potrebbe delinquere sarebbe spinto a non farlo dal rischio di perdere la cittadinanza, secondo il deputato. Anche se la revoca della cittadinanza a seguito di una condanna esiste già. In ogni caso, le novità farebbero sì che sia cittadino solo "chi ha fornito garanzie di una vera integrazione".
Ricongiungimento familiare solo per chi ha redditi alti
Infine, ci sono i ricongiungimenti familiari. Ovvero la possibilità, per chi è già in Italia e ha ottenuto la cittadinanza, di far arrivare la propria famiglia (figli, coniuge o genitori) con procedure agevolate.
Ma questo secondo la Lega porterebbe il rischio di "vanificare le nuove disposizioni in tema di cittadinanza", fornendo uno "strumento surrettizio per accedere allo stato sociale senza alcuna volontà di integrazione, senza avere i requisiti per acquisire responsabilmente la cittadinanza e senza aver minimamente contribuito al bene comune e al progresso della società italiana".
Così, la proposta è di inasprire i requisiti. Oggi tra le altre cose bisogna avere un reddito di almeno 10mila euro circa per chiedere il ricongiungimento con un familiare, e di 14mila euro circa per chiederne due. Questa soglia verrebbe triplicata, limitando la possibilità dei ricongiungimenti a chi ha un reddito sopra la media nazionale. In più, si allargherebbe l'obbligo di avere un'assicurazione sanitaria per tutti i familiari.
La polemica con Forza Italia sullo Ius scholae
Non è mancata anche una nota polemica, nel corso della conferenza stampa, nei confronti della proposta di Ius scholae lanciata da Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani aveva proposto di riconoscere la cittadinanza a tutti gli stranieri che completano almeno due cicli di istruzione in Italia. Un'idea che poi, dopo averla difesa per qualche settimana, i forzisti hanno abbandonato quando nessun altro nel centrodestra l'ha sostenuta.
La Lega era stata particolarmente critica dell'iniziativa, e Sardone ieri è tornata ad attaccare: "A me non sembra che Tajani avesse sondato gli alleati quando ha proposto lo Ius Scholae, non credo che avesse sondato nemmeno gli italiani". E ancora: "L'Italia è il primo paese come rilascio di cittadinanze, nonostante qualche alleato di governo abbia proposto di rendere più facile ottenerla".
In ogni caso, Morrone ha sottolineato che ora la proposta della Lega si trova in Parlamento, e ha auspicato che "anche gli alleati" siano "dalla nostra parte".