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Covid 19

Covid-19, perché non ha senso prendere d’assalto i supermercati

Poche ore dall’annuncio di Giuseppe Conte di estendere la zona rossa a tutta la penisola italiana e già si ripetono le scene di panico come quelle che abbiamo visto in Lombardia pochi giorni fa. Le persone a Roma, Napoli e in tante altre città italiane stanno prendendo d’assalto i supermercati, nel panico di non poter più uscire di casa. Ma un comportamento del genere non solo è rischioso, ma non ha nemmeno minimamente senso.
A cura di Annalisa Girardi
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È passata solo qualche ora dall'annuncio di Giuseppe Conte di voler estendere tutti i provvedimenti contro il coronavirus dalle zone rosse all'intera penisola. Poco tempo, che però è bastato alla gente per farsi prendere dal panico ed assalire i supermercati. Non sono scene nuove: abbiamo già visto situazioni simili due giorni fa, con fiumi di persone che hanno invaso le stazioni ferroviarie della Lombardia per fuggire dalle misure restrittive. Le fotografie di scaffali vuoti e delle file per entrare nei supermercati, inoltre, ce le avevano già mandate dalla Cina, quando l'emergenza era ancora lontana e quelle immagini da scenari apocalittici erano soltanto qualcosa di surreale ai nostri occhi.

Ora invece ci arrivano da Roma, da Napoli e da tante altre città in Italia: dove sono in fila alle casse persone che fino a ieri puntavano il dito contro lo studente fuori sede di Milano per aver preso un treno, in preda alla preoccupazione, ed essere tornato dalla propria famiglia. Accusavamo dei ragazzi stipati nei vagoni di essere degli untori e di portare il virus nelle zone franche d'Italia, senza sapere che a distanza di pochi giorni ci saremmo comportati allo stesso modo e che zone franche non esistono in emergenze di questo tipo. Perché è altrettanto irresponsabile è precipitarsi a svaligiare i supermercati in tarda sera.

Lo è perché la restrizione agli spostamenti non riguarda le merci, che continueranno ad arrivare sugli scaffali. Lo è perché ci è stato chiesto un'altra volta di evitare i contatti, non di stare in fila nei supermercati. Lo è perché ci rendiamo protagonisti di immagini che diffondono un messaggio di panico e isteria, quando oggi come non mai prima è importante la responsabilità e la ragionevolezza.

Prendere d'assalto i supermercati dimostra che non siamo migliori di quelle persone che fino a ieri accusavamo di infettare l'intero Paese e portarci il virus in casa. Come coloro che sono fuggiti dalle zone rosse (o peggio, se ne sono andati in vacanza mentre avrebbero dovuto essere in quarantena) non hanno realmente ascoltato quanto veniva detto dalle autorità governative e sanitarie, anche chi in queste ore sta uscendo di casa per fare le scorte al supermercato dimostra di non aver capito ancora quale sia il vero problema.

Il punto non è rimanere confinati in casa senza cibo: nessuno ci impedirà di andare a fare la spesa. Il decreto che entrerà in vigore domani mattina lo sottolinea bene: vanno limitati gli spostamenti, a meno che non si tratti di necessità. E la spesa di alimentari figura naturalmente tra queste. Il punto è che se non iniziamo davvero a rispettare le regole aumenteranno sempre di più le persone confinante in quarantena, e quelle in auto-isolamento perché sono immunodepresse o hanno contatti con persone vulnerabili e non possono permettersi nemmeno per un secondo di rischiare il contagio. E solo allora ci diremo che forse comprare un pacco di biscotti in più a mezzanotte non era forse così necessario. Ma sarà troppo tardi.

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