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Lettera di Conte al Nord: “Non so quando ne usciremo, ma saremo più forti di prima”

Attraverso una lettera pubblicata sui giornali del Nord Italia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivolge un messaggio alle comunità più colpite dall’emergenza Coronavirus, ammettendo che non è possibile sapere quando ne usciremo. Conte chiede un ulteriore sforzo a tutti “affinché alla fine di questa emergenza tutta l’Italia possa tornare più forte di prima”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si rivolge a tutti i cittadini del Nord Italia e delle Regioni più colpite dal Coronavirus attraverso una lettera ai quotidiani locali di queste aree. La lettera di Conte viene pubblicata da alcuni giornali del Nord come Bresciaoggi, l’Arena di Verona, il Giornale di Vicenza. L’obiettivo del presidente del Consiglio è quello di dimostrare la vicinanza del governo ai territori più colpiti, ribadendo come quello che stiamo affrontando è “la prova più difficile dal dopoguerra”, soprattutto per il Nord Italia che “sta pagando un prezzo carissimo, troppo alto”.

Conte esprime vicinanza per il dolore delle comunità più colpite: “Da giorni sui giornali siamo costretti a leggere intere pagine di necrologi. E certo non potremo più rimuovere dalla memoria le immagini dei mezzi dell’Esercito che portano via da Bergamo le bare dei defunti. La morte di tanti nostri concittadini è un dolore che, purtroppo, continua a rinnovarsi ogni giorno. Non freddi numeri, quelle che piangiamo sono persone con un nome, un cognome, una storia. Sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari e alle quali esprimo la mia partecipe e commossa vicinanza e quella dell’intero governo”.

Ringraziando i giornali per il lavoro che fanno sul territorio e i medici e gli infermieri che si battono in prima linea, Conte non nasconde la difficoltà di immaginare quando possa finire questa emergenza: “Voglio essere onesto, come lo sono sempre stato dal primo giorno di questa emergenza: è ancora presto per dire quando ne usciremo. Le misure sin qui adottate su indicazione del comitato tecnico scientifico, l’ho già detto, richiedono tempo prima che possano dispiegare i loro effetti. Quello che ora dobbiamo fare tutti, nessuno escluso, è continuare a rispettare le regole, con pazienza, responsabilità e fiducia. È un gesto di altruismo anche per i propri cari, per le persone più fragili e vulnerabili. Mai come adesso chi rimane a casa ha la possibilità di contribuire concretamente alla realizzazione del bene comune”.

Il presidente del Consiglio sa che “non è semplice” restare in casa a lungo, ma ricorda che “è un sacrificio minimo in confronto agli sforzi straordinari dei tanti medici e infermieri ogni giorno in trincea, che mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri”. E proprio sul settore sanitario Conte prosegue: “Stiamo potenziando le strutture ospedaliere esistenti e ne stiamo attivando di nuove. E così sarà per gli ospedali di Brescia, di Cremona, di Piacenza e per tutte le altre strutture ospedaliere che sono in piena emergenza. A Bergamo a breve sarà operativo l’ospedale da campo dell’associazione nazionale Alpini. E sempre a Bergamo la scorsa settimana, all’Ospedale Papa Giovanni XXIII hanno già preso servizio 27 medici e 4 infermieri militari”. Conte ricorda anche che “in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte dall’inizio dell’emergenza ad oggi siamo riusciti a incrementare i posti di terapia intensiva rispettivamente del 141%, del 167% e del 135%”.

Il presidente del Consiglio sottolinea che in questi giorni sta parlando con i sindaci di molte città, chiedendo anche “informazioni sulle difficoltà che stanno attraversando le persone con disabilità e le loro famiglie, che stiamo contribuendo a sostenere con l’aumento dei permessi di lavoro e l’istituzione di congedi straordinari. Stiamo dando massima attenzione anche agli anziani nelle case di cura, perché non siano lasciati soli”. La lettera di Conte si conclude con un messaggio di speranza: “Interverremo con misure straordinarie di rilancio dell’economia, utilizzeremo tutti gli strumenti utili a sostegno delle imprese, delle famiglie, dei lavoratori anche autonomi, e di tutti i settori di attività più colpiti dall’emergenza. Affinché alla fine di questa emergenza tutta l’Italia, e con essa il Nord, motore propulsivo del Paese, possa tornare più forte di prima”.

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