Contestazioni e fischi contro la ministra Bernini all’università di Siena per gli studenti di Gaza

Dovevano arrivare in Italia un anno fa, i sei studenti che da Gaza sono stati evacuati in Italia per raggiungere l’Università di Siena, dove nel 2024 avevano vinto delle borse di studio.
Shahed e Majed ventiduenni, Shabed 20 anni, Zaina, 24, Sanaa 21 e Abdulraham ventenne e unico ragazzo, sono arrivati a Roma martedì scorso, dopo aver attraversato Gaza fino al confine con la Cisgiordania e poi in Giordania attraverso il valico di Allenby. Dalla Giordania un volo di stato italiano fino a Roma e poi Siena.
Oggi hanno incontrato per la prima volta Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, al Rettorato dell’Università di Siena dove ad attenderla c’era anche un gruppo di studenti in presidio. “Vergogna, vergogna”, urlano i giovani alla Ministra arrivata all’Università verso le 17.
Bernini si sarebbe occupata personalmente dell’evacuazione dei sei studenti gazawi, ma secondo gli studenti in protesta questo non basta ad assolvere il governo italiano dalla “sua complicità con il genocidio in corso a Gaza”.
“Ci troviamo qua al rettorato per contestare la ministra Bernini che è venuta all'Università di Siena per dare il benvenuto a cinque studentesse e uno studente gazawi, arrivati da Gaza in questi giorni”, spiega Matteo Pagni del Comitato Palestina-Siena, “però la contestiamo perché per noi è impossibile il fatto che una ministra che si trova qua per dare un semplice benvenuto al contempo sia complice di un genocidio e faccia parte di un governo che continua ad avere i rapporti commerciali con Israele e invia armi, nonostante l'escalation del genocidio dall'ottobre 2023”.
“La solita passerella di chi ha la coscienza sporca”, recita uno degli striscioni esposto dagli studenti che la Ministra invita a salire con lei in università e a conoscere i colleghi palestinesi non considerando però che l’incontro è a porte chiuse, con accesso solo per la stampa.
“In ogni caso noi non vogliamo incontrare quegli studenti insieme alla ministra Bernini perché è complice del genocidio, perché questa se fosse stata veramente a fianco del popolo palestinese allora dall'8 ottobre 2023 avrebbe chiesto e imposto a tutte le università italiane, sia pubbliche che private, di tagliare ogni accordo con le università sioniste, mentre ha fatto tutto il contrario”, continua Matteo mentre dalle finestre dell’università si affacciano gli studenti gazawi per vedere cosa stia succedendo.

“Questo è il frutto di un lungo lavoro di negoziazione tra il ministero degli Esteri e la protezione civile”, spiega la Ministra durante l’incontro, “ho rispetto per libertà di espressione, ma queste non sono interlocuzioni. Ho chiesto agli studenti italiani in protesta lì sotto di salire con me e di conoscere i colleghi palestinesi mi hanno urlato ‘Bernini vaffanculo', suggerirei loro di fare meno slogan e conoscere i palestinesi”, continua mentre spiega che gli studenti e le studentesse gazawi arrivati in Italia studieranno grazie a “borse di studio all inclusive".
Avranno, cioè, un’assicurazione gratuita, vitto e alloggio. Nessuna menzione al supporto psicologico di cui i gazawi oggi in Italia hanno evidente bisogno, mentre per i restanti circa 150 studenti vincitori di borse di studio in Italia, ancora bloccati a Gaza, la ministra assicura che "si sta cercando di portarli fuori”.
Intanto a chi è già fuori da Gaza non viene data voce, nessuno degli studenti gazawi che oggi hanno incontrato la Ministra è stata data la possibilità di intervenire all'incontro con la stampa.
Ma dalle finestre dell’università, ad evento terminato, le loro voci si sono unite a quelle degli studenti ancora in protesta in un unico coro: Free Free Palestine!