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Conte: “O governo cambia marcia o noi non ci siamo, non so quando si voterà”

Il leader del M5s ribadisce l’ultimatum al governo: o si affrontano le priorità del Paese in linea con le richieste grilline oppure la formazione lascerà l’esecutivo.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Se si affrontano le priorità noi ci siamo, se è no non ci possiamo essere, per responsabilità". Conte, dal palco di Digithon 2022 (kermesse dedicata alla transizione digitale), torna a lanciare l'ultimatum al governo Draghi, dopo aver presentato al premier un documento in 9 punti per spiegare le richieste urgenti del Movimento 5 stelle al premier. Secondo il presidente grillino bisogna intervenire subito su una serie di fronti aperti, a partire dal taglio del cuneo fiscale e dal salario minimo.

Quindi a chiara domanda "quando si tornerà alle urne?", glissa: "Letta ha detto che si voterà ad aprile, cosa prevedo io? Non mi permetto di fare previsioni, lavorerò perché ci siano sempre le condizioni per tutelare gli interessi dei cittadini". Poi insiste sull'importanza dei temi messi sul piatto dalla comunità pentastellata. "Sono molto sereno– spiega- io non sto dicendo che cadrà il governo se non verrà realizzato il Ponte sullo stretto di Messina e nemmeno se il governo assumerà per il Pnrr 300 esperti e adesso sono 1500. Qui c'è una questione seria, riguarda la responsabilità nei confronti del Paese".

Quanto al campo largo, invece, ribadisce l'impegno a dialogare con PD (a cui però una valutazione sul documento presentato a Draghi) e LeU, ma frena ancora sull'apertura al centro di Renzi e Calenda, dove, attacca: "Sembra ci siano più proposte che elettori". Quell'area è descritta dall'ex premier come un'agglomerato di personalismi che rischierebbero di non garantire coesione ed affidabilità al cosiddetto "campo largo". Così si verrebbe a creare un'alleanza che potrebbe "non rispondere ai problemi degli italiani", mentre servirebbe mettere in campo un progetto di "transizione ecologica, innovazione tecnologica e inclusione sociale".

Conte commenta poi ancora una volta la scissione guidata da Luigi Di Maio. "Dispiace della scelta, che non ho auspicato – dice riferendosi al ministro degli Esteri e a quanti lo hanno seguito in Insieme per il futuro- ma è sicuramente un elemento di chiarezza e tutti gli elementi di chiarezza in politica sono positivi. Ho sentito rinnegare principi e valori portati avanti per anni". Infine l'ex premier annuncia che il M5s continuerà a battersi per introdurre in Costituzione il diritto di accedere gratuitamente a internet, quale diritto fondamentale.

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