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Libia, Conte incontra Al-Sarraj: “Unico obiettivo dell’Italia è la pace, non abbiamo altre agende”

“L’Italia ha sempre lavorato per una soluzione politica, quindi per contrastare l’opzione militare. La soluzione politica è l’unica prospettiva che può garantire benessere al popolo libico: questo è il nostro unico obiettivo, non ne abbiamo altri e non abbiamo agende nascoste”: con queste parole Giuseppe Conte ha aperto la conferenza stampa dopo l’incontro a palazzo Chigi con Fayez al-Sarraj.
A cura di Annalisa Girardi
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"In Italia siamo estremamente preoccupati per l'escalation del conflitto libico. Gli ultimi sviluppi stanno rendendo il Paese una polveriera che avranno ripercussioni, temiamo, su tutta la regione mediterranea. Dobbiamo fermare il conflitto interno e le interferenze esterne. L'Italia ha sempre lavorato per una soluzione politica, quindi per contrastare l'opzione militare. La soluzione politica è l'unica prospettiva che può garantire benessere al popolo libico: questo è il nostro unico obiettivo, non ne abbiamo altri e non abbiamo agende nascoste". Queste le parole di Giuseppe Conte, in conferenza stampa da palazzo Chigi a fianco del primo ministro del Governo di Accordo Nazionale della Libia, Fayez al-Sarraj, dopo l'incontro ufficiale.

"Come governo rivendico una posizione coerente e ci adopereremo per un coinvolgimento ancor maggiore dell'Unione europea, perché ciò offre la garanzia di non rimettere il futuro del popolo libico alla volontà dei singoli attori. Senza nulla togliere all'intervento dei singoli, riteniamo che l'intervento dell'Ue sia la massima  garanzia che si possa offrire oggi all'autonomia e all'indipendenza del popolo libico. Continueremo ad adoperarci per la riuscita del processo di Berlino. Stiamo lavorando intensamente come governo per raggiungere l'obiettivo di un immediato cessate il fuoco e per indirizzare il conflitto verso una soluzione politica", ha aggiunto Conte.

Per poi affermare di aver rimarcato questi stessi punti anche durante il colloquio con il generale Khalifa Haftar, in visita a Roma: "Ho presentato con forza questa posizione anche al generale Haftar che come sapete è stato in visita qui a palazzo Chigi, al quale ho espresso tutta la mia costernazione per l'attacco che c'è stato all'Accademia militare. Posso garantire che l'Italia continuerà a lavorare a sostegno del popolo libico, per offrire loro la pace".

Ha quindi preso la parola al-Sarraj. "Oggi abbiamo avuto modo di discutere di diverse tematiche e ho avuto modo di apprezzare il ruolo svolto dall'Italia in questo dossier", ha cominciato il primo ministro del governo di Tripoli, ricordando tuttavia che dallo scorso 4 aprile la capitale libica si trova sotto assedio e che proprio l'offensiva, ad opera di Haftar, ha interrotto il processo politico di pace sostenuto anche dalle Nazioni Unite.

"L'attacco ha complicato il panorama, spezzando il processo politico. Il generale Haftar è responsabile dell'impedimento anche alla conferenza di Berlino, che mira alla soluzione politica. La partecipazione di Haftar a precedenti conferenze erano solo tentativi per guadagnare tempo ma in realtà il suo obiettivo è quello di ostacolare il processo politico. La nostra volontà è sempre stata quella di partecipare a una soluzione politica, ma l'attacco che c'è stato ci impone di prendere parte all'iniziativa bellica in difesa della capitale", ha spiegato al-Sarraj.

Per poi concludere: "Chiediamo una conferenza internazionale. Nel frattempo accogliamo con piacere l'azione di Russia e Turchia che chiedono un cessate il fuoco, con la condizione che ci sia un ritiro della parte che attacca (le truppe del generale Haftar, ndr) che però non si mostra disponibile a questa opzione. Siamo convinti della bontà della conferenza di Berlino per ripristinare il processo politico. Confidiamo che l'iniziativa possa porre fine all'offensiva di cui soffriamo che si traduce anche in una fine dell'invio di armi da parte di Paesi terzi alla fazione che attacca. Ogni Paese difende sempre i propri interessi, ma questo deve essere fatto in maniera etica. Assistiamo a diversi crimini, tra azioni militari che hanno avuto come obiettivo dei civili, a cui assistiamo nel silenzio collettivo".

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