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Conte: “In memoria dei 34 mila morti, non dobbiamo dimenticare che il virus è ancora tra noi”

“In memoria degli oltre 34mila morti, e per tutto quello che hanno fatto i medici, non dobbiamo dimenticare che il virus corre ancora tra noi”, avverte il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo agli italiani di continuare a rispettare le misure contenitive, soprattutto ora che il lockdown è finito e ci sono più occasioni di contagio. E parla dell’economia: “Annus horribilis, l’ho chiamato. Dobbiamo prenderne atto”.
A cura di Annalisa Girardi
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"In memoria degli oltre 34mila morti, e per tutto quello che hanno fatto i medici, non dobbiamo dimenticare che il virus corre ancora tra noi": con queste parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commenta le immagini del fine settimana, in cui tante persone, troppe, sono apparse in spiaggia senza indossare la mascherina e rispettare le distanze di sicurezza. Intervistato dal Fatto Quotidiano, Conte chiama alla cautela: anche se è finito il lockdown, l'emergenza non è terminata. "Abbiamo ancora su di noi la responsabilità di rispettare quelle regole di precauzione, tanto più adesso che tutte le attività sono ripartite", sottolinea il presidente del Consiglio.

Che risponde poi alle accuse, quelle di voler creare terrore per esercitare i pieni poteri e poi quelle di non essere stato abbastanza severo e di non aver adottato misure abbastanza restrittive. "Lasciamo stare le polemiche. L’importante è che tutti i cittadini comprendano che siamo comunque in una situazione di emergenza. Siamo riusciti a tenere la fase più acuta sotto controllo. La curva epidemiologica è sotto controllo adesso, ma sicuramente se iniziassimo a non rispettare più quelle regole di cautela ancora vigenti potremmo trovarci di nuovo in una situazione di difficoltà", aggiunge Conte.

Sono tanti i temi toccati poi da Conte, dai soldi in arrivo dall'Unione europea al piano per la ripresa presentato durante gli Stati generali dalla task force di Vittorio Colao. Il presidente del Consiglio sottolinea come il Paese stia attraversando "una situazione difficilissima": gli Stati generali sono serviti moltissimo, rivendica Conte. E avverte: "Dobbiamo avere consapevolezza che stiamo attraversando un anno durissimo. Annus horribilis, l’ho chiamato. Dobbiamo prenderne atto. Pensare che dobbiamo predisporci ad affrontare un autunno e un estate in tutta scioltezza, è troppo. Dobbiamo continuare a monitorare la messa a terra e verificare eventuali ulteriori interventi necessari, nella conspaevolezza che il quadro di finanza pubblica è problematico".

E conclude quindi parlando di un rilancio dell'economia italiana su due livelli: da un lato delle misure immediate, per far fronte ai danni del lockdown e della pandemia di coronavirus. "Ma nello stesso tempo non dobbiamo rinunciare a un piano di rilancio a lungo termine: i fondi ci saranno, la somma sarà molto consistente e lì dobbiamo dimostrare di saper spendere. Cosa che negli ultimi anni, parlo di lustri, l’Italia non è riuscita a fare", chiude Conte..

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