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Guerra in Ucraina

Conte dice che di armi l’Ucraina ne ha abbastanza e non dobbiamo inviarne più

Per Giuseppe Conte in Ucraina c’è “una concentrazione di armamenti sufficiente”, perciò l’Italia deve smettere di inviarne. Ora “dobbiamo spingere su un negoziato di pace”, dice il leader del Movimento 5 Stelle. E chiede a Draghi di affrontare un voto in Parlamento sulla linea da tenere sulla guerra.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Basta armi all'Ucraina. Il messaggio di Giuseppe Conte è chiaro e non ci gira neanche troppo intorno. Dall'inizio della guerra scatenata dalla Russia il Movimento 5 Stelle ha avuto una posizione rigida sull'invio delle armi al Paese sotto attacco, ritenendola una scelta necessaria – almeno in una prima fase – ma non risolutoria. Ora, però, il leader pentastellato tiene il punto: "Credo che ci sia una concentrazione di armamenti in Ucraina sufficiente – dice Conte a Piazza Pulita, su La7 – nell'intervista che andrà in onda questa sera – Noi abbiamo fatto il nostro. Ora dobbiamo caratterizzarci per essere in prima linea su un altro fronte", ovvero "quello di spingere fortemente per un negoziato di pace e una soluzione politica". L'Italia "ha tutte le caratteristiche tradizionali in termini di capacità di dialogo per recitare un ruolo in prima fila".

La linea del Movimento 5 Stelle sulle armi è sempre la stessa e, secondo Conte, bisogna "dare atto" al suo partito di non pensare alle "bandierine" ma di fare un "discorso chiaro e trasparente". Anche a costo di far avvicinare lo spettro di una crisi di governo. "Stiamo vivendo uno scenario di emergenza assolutamente imprevisto – continua il leader pentastellato – Il governo era nato per affrontare l'emergenza pandemica e il Pnrr, ma di fronte ad uno scenario imprevisto non possiamo pensare che il governo vada avanti da sé, decidendo di volta in volta cosa fare e come posizionarsi perché non ha un mandato politico".

Perciò Conte chiede che Draghi torni in Parlamento, perché "è giusto ci sia un aggiornamento sullo stato della guerra". Il presidente del Consiglio si presenterà davanti alle Camere con un'informativa la prossima settimana, il 19 maggio. Ma al leader del Movimento non basta: "Un passaggio con un voto, con un atto di indirizzo parlamentare è un momento di chiarificazione anche per le forze politiche – dice Conte – è davvero chiara la posizione di tutte le forze politiche di fronte alle prospettive che stiamo affrontando? Gli scenari stanno cambiando e anche le dichiarazioni di Draghi, secondo una opinione comune anche dei giornalisti, sono di segno diverso rispetto a quelle che sono state fatte nelle scorse settimane. Questo va chiarito davanti ai cittadini e al Parlamento".

Poi Conte torna sulla guerra in Ucraina e sulle parole di Draghi, che ha detto che sarà il Paese sotto attacco a decidere quale pace vuole: "È corretto lasciare a Zelensky la valutazione dei termini e delle condizioni del negoziato, ma non credo corretto dire che noi non abbiamo un ruolo – sottolinea l'ex presidente del Consiglio – Perché essendo coinvolti, anche se indirettamente, in questo conflitto abbiamo titolo per esprimerci sulla ragionevolezza delle condizioni che pone Zelensky".

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