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Conte: “Destra contro il salario minimo, non hanno problemi di stipendio e tradiscono i cittadini”

Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte è tornato a parlare di salario minimo – per il quale pochi giorni fa le opposizioni hanno lanciato una raccolta firme – e ha attaccato gli esponenti della destra: “Parlamentari che non hanno problemi di stipendio la smettano di voltare le spalle alla volontà dei cittadini”.
A cura di Luca Pons
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I parlamentari "che non hanno problemi di stipendio" la dovrebbero smettere di "voltare le spalle alla volontà dei cittadini stufi di vivere con stipendi da miseria", e approvare la proposta di legge sul salario minimo. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, parlando alla scuola di formazione politica del M5s. Conte ha toccato l'argomento perché da pochi giorni le opposizioni hanno rilanciato la proposta del salario minimo a 9 euro l'ora, aprendo una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare.

"La sovranità di un popolo è partecipazione diretta, coinvolgere i cittadini come faremo andando a raccogliere le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sul salario minimo legale", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio. "Alcuni parlamentari che non hanno problemi di stipendio la smettano di voltare le spalle alla volontà dei cittadini stufi di vivere con stipendi da miseria", ha aggiunto.

La raccolta firme è stata lanciata insieme a quasi tutti i partiti di opposizione: Partito democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, +Europa e Partito socialista. Si è tirato fuori solo Italia viva di Matteo Renzi, come già avvenuto in passato. Lo scorso anno, infatti, la proposta di un salario minimo a 9 euro l'ora aveva unito la minoranza (sempre esclusi i renziani) ed era arrivata in Aula, per poi essere aggirata dal centrodestra che la fece affondare evitando anche di votare contro-

Dopo alcuni mesi di sospensione, la proposta è tornata sotto forma di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare. Servono 50mila sottoscrizioni perché la proposta possa arrivare in Parlamento, ma l'obiettivo dei partiti di opposizione è raccogliere "centinaia di migliaia" di firme, per dare peso politico all'iniziativa.

Negli scorsi giorni, gli stessi partiti hanno provato anche un'altra strada: gli emendamenti al ddl Lavoro. Il testo di legge, infatti, è in commissione alla Camera, e sono stati presentate più di trecento proposte di modifica. Di queste, otto sono proposte unitarie di tre partiti: Partito democratico, Verdi-Sinistra e Movimento 5 stelle. Un emendamento in particolare, a prima firma Giuseppe Conte, torna proprio a proporre il salario minimo a 9 euro lordi l'ora. È facile prevedere che la proposta sarà bocciata dalla maggioranza, ma per l'opposizione il tema del salario minimo è ancora vivo, e nelle prossime settimane tornerà a insistere per farlo emergere.

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