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Conflitto di interessi, Silvestri (M5s): “Soldi a Renzi da stati esteri? Lo fermiamo con una legge”

Il deputato del M5s Francesco Silvestri spiega in un’intervista a Fanpage.it perché serve una legge sull’attività di lobbing dei politici e sul conflitto di interessi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il deputato M5s, Francesco Silvestri, spiega in un'intervista a Fanpage.it perché occorre in Italia colmare al più presto il vuoto normativo che riguarda l'attività di lobbing dei politici. Il deputato pentastellato è il primo firmatario di una proposta di legge, confluita poi nel testo unico sulla disciplina dell'attività di di rappresentanza di interessi, proposto dalla relatrice Vittoria Baldino. Il leader del Movimento Giuseppe Conte ha rilanciato il tema nei giorni scorsi, intervenendo sulla vicenda dei bonifici pervenuti sul conto Matteo Renzi, provenienti da parte di Paesi stranieri e imprenditori, caso sollevato dal Fatto Quotidiano. "Mi colpisce molto che un senatore prenda soldi da enti pubblici di uno Stato estero, ma lo risolveremo con una legge sul conflitto di interesse", aveva detto l'ex premier, ricordando che un pagamento risulta effettuato dai Benetton, "proprio mentre noi ci battevamo contro la concessione di Autostrade".

Il testo unificato sulla disciplina dell'attività di rappresentanza d’interessi ha ottenuto il primo via libera in commissione Affari costituzionali alla Camera e presto potrebbe approdare in Aula. Secondo il deputato Silvestri delle norme che regolino il lobbismo e il conflitto d'interessi sono fondamentali non solo perché l'Italia dovrà spendere le risorse del Recovery Plan, ma anche perché "Siamo in ritardo enorme rispetto agli altri Paesi e questo rende l’Italia molto meno competitiva".

Perché l’attività di lobbing dei politici andrebbe regolata?

Perché siamo il fanalino di coda dell’Europa in materia di trasparenza e partecipazione ed è ormai appurato che ovunque esista una normativa che disciplini i rapporti tra un portatore d’interessi e un decisore pubblico, vi è una qualità migliore delle leggi emanate. È proprio il settore stesso che chiede a gran voce di avere regole chiare, in modo da distinguere chi lavora professionalmente dai ‘faccendieri’ di turno. Quindi ci sono tutti gli elementi per approvare una legge che il Paese attende da 30 anni.

Perché è urgente in questa fase? Fino ad ora una legge nel nostro Paese non esiste, quali sono i rischi per i cittadini?

Abbiamo una sfida importante davanti, perché il Paese dovrà spendere al meglio le risorse del Recovery ottenute grazie all’impegno del presidente Giuseppe Conte. Per noi la parola chiave deve essere “qualità”, quindi se prima era importante colmare questo vuoto normativo oggi per noi del Movimento 5 stelle diventa una priorità. Per questo abbiamo già presentato un pacchetto di provvedimenti per fare in modo che le norme che ci saranno nei prossimi anni siano più efficaci possibili. E oltre alle leggi sul conflitto d’interessi e lobbismo si aggiungono anche le proposte del deputato Francesco Berti e del senatore Gianluca Ferrara contro i finanziamenti ai politici da parte di Stati esteri.

Quando arriverà in aula il testo unificato proposto da Vittoria Baldino sulla disciplina dell’attività di rappresentanza di interessi e cosa c’è dentro?

Faccio una premessa. Se questa legge non vedrà la luce entro la fine di questa legislatura, la classe politica si prenderà una responsabilità enorme nei confronti del Paese. Il testo unificato sulla disciplina dell'attività di rappresentanza d’interessi ha ottenuto il primo ok in commissione Affari costituzionali alla Camera e presto potrebbe andare in Aula. Dobbiamo fare presto. Siamo in ritardo enorme rispetto agli altri Paesi e questo rende l’Italia molto meno competitiva.

Quali sono i paletti che andrebbero previsti, per evitare che un parlamentare risponda ad altri gruppi di interesse?

Dobbiamo partire da un principio: il lavoro di un parlamentare, un sindaco, un ministro o un consigliere regionale, ha una ripercussione nella vita reale di una famiglia o di un’impresa. Questo per essere svolto nella migliore maniera possibile necessita di un registro pubblico per la trasparenza dell’attività di relazione per la rappresentanza di interessi. Nel testo unificato sulla disciplina dell'attività di rappresentanza d’interessi promosso dalla relatrice Vittoria Baldino si prevedono quindi un’agenda digitale pubblica degli incontri e obblighi che impongono maggiore trasparenza e maggiori strumenti di partecipazione a chi si iscrive a questo registro pubblico. Invece nel testo unificato sul conflitto d’interessi promosso dal relatore Giuseppe Brescia si affida all’Antitrust il potere di vigilanza e sanzione sui conflitti d’interessi di titolari di governo nazionale, regionale e locale. Bisognerà inoltre presentare l'ultima dichiarazione dei redditi e tutti i dati relativi ai beni immobili e mobili iscritti nei pubblici registri e alle attività patrimoniali di proprietà.

Che tempi ci sono per l'approvazione? 

Tutte e due i testi sono fermi in commissione Affari Costituzionali alla Camera ma c’è bisogno di un’accelerazione per portarli quanto prima in Aula e procedere con l’approvazione.

Che sanzioni sono previste per il decisore politico che non si adegua e non rende palese la sua attività?

Chi non rispetterà l’obbligo di astensione o di opzione tra cariche in caso di conflitto d’interessi decadrà dalla carica con cui è incompatibile. Aggiungiamo che le dichiarazioni dovranno essere presentate all'Autorità anche dal coniuge, dai parenti entro il secondo grado del titolare della carica di governo e dalle persone con lui stabilmente conviventi non a scopo di lavoro domestico, pena la reclusione da due a cinque anni.

Quali problemi ha creato nel nostro Paese l’assenza di una normativa ad hoc?

Potremmo occupare pagine del vostro giornale citando esempi di “malapolitica” derivante da mancanza di trasparenza. Non possiamo più permettercelo. Tutto ciò ha provocato prima di tutto una disaffezione generale e una mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti della politica, vista ormai non più come una vocazione civica, ma come un mezzo per arricchire i propri interessi privati.

Perché alcune forze politiche vogliono escludere dai gruppi di interesse sindacati e Confindustria? Perché secondo lei sarebbe un errore?

È un grandissimo errore, perché i maggiori Sindacati e Confindustria, esclusa l’attività di contrattazione collettiva, sono gruppi portatori d’interessi come tutti gli altri. Sarebbe un vero e proprio ‘lasciapassare’ che consentirebbe loro di poter intervenire su qualsiasi decisione o argomento senza alcun vincolo di trasparenza. La cosa più assurda è che in Europa invece i principali Sindacati e Confindustria sono già iscritti al Registro della trasparenza delle istituzioni europee. Quindi con questa stortura si potrà venire a conoscenza degli incontri che avvengono in Europa ma non nel nostro Paese, per questo il Movimento 5 Stelle è contrario a questa prerogativa.

Perché il caso di Matteo Renzi ha reso urgente una legge che impone un tetto per i finanziamenti che eletti e membri del governo possono ricevere dall’estero?

Le azioni sconsiderate del senatore Renzi hanno avuto come ripercussione quella di aver riportato nelle case degli italiani la voglia di una legge come quella sul lobbismo e sul conflitto di interesse. È un parlamentare della Repubblica italiana, quindi pagato dai contribuenti, che prosegue le sue attività extraparlamentari ricevendo soldi da enti pubblici di uno stato estero. Questo Parlamento ora ha l’opportunità di mettere la parola fine a questa distorsione e non dobbiamo lasciarcela sfuggire.

Cosa dice la proposta di legge del M5s (a firma Berti) depositata alla Camera?

Prevede il divieto per i parlamentari, i membri di governo, i presidenti delle Regioni e i loro assessori, di percepire "contributi, prestazioni o altre utilità di valore complessivo superiore a 5.000 euro, erogati, anche indirettamente, da governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia".

Con una soglia di 5mila euro si garantisce che un parlamentare faccia unicamente gli interessi dell’Italia?

Questo ovviamente dipende dalla vera vocazione del parlamentare, ma con questi pacchetti di provvedimenti promossi dal Movimento 5 Stelle possiamo dotare il nostro Paese di adeguati strumenti per garantire maggiore trasparenza e legalità. E chissà magari un giorno molte persone avranno più consapevolezza di cosa sia il rispetto delle Istituzioni e del mandato che i cittadini affidano ai loro rappresentanti.

Da quando la legge è stata presentata, mentre emergeva la stretta relazione tra Renzi e l’Arabia Saudita, l’iter del testo non è andato avanti. Ci sono ostacoli o forze politiche non concordi?

Non è di certo facile riuscire a mettere d’accordo più forze politiche con diverse visioni e sensibilità. E l’obiettivo è quello di portare in Aula un testo che sia il più rappresentativo possibile. L’unica cosa ormai chiara però è che non si può più attendere, perché non possiamo permettere che il Parlamento presto o tardi si troverà a discutere della politica di alcuni stati, o di qualche tematica che tocca gli interessi personali di qualcuno, compromettendo quindi l’imparzialità del voto.

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