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Covid 19

Come sarà l’estate con la terza ondata: il piano del ministro Garavaglia per il turismo Covid free

Come sarà la seconda estate con il virus? Il ministro del turismo Garavaglia non vuole farsi trovare impreparato, e sta mettendo a punto un piano per favorire i viaggi all’estero e gli spostamenti interni nel Paese: si pensa a un tampone obbligatorio (rapido), da effettuare durante la vacanza, e prima di ogni spostamento da una struttura all’altra.
A cura di Annalisa Cangemi
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Come saranno le vacanze con la terza ondata del coronavirus? Il ministro Garavaglia pensa a un piano per far ripartire il turismo. In estate potrebbero esserci tamponi rapidi obbligatori per le persone che sono in viaggio: durante la vacanza potrebbe essere insomma obbligatorio verificare la propria negatività al virus.

Il Messaggero di oggi spiega che il tampone sarebbe obbligatorio per chi alloggia per più di una settimana in hotel, capeggi, villaggi vacanze, bad & breakfast. Un test sarebbe anche obbligatorio per chi cambia struttura ricettiva durante la vacanza, a prescindere dalla durata del viaggio. Chi si sposta per esempio da un albergo all'altro o da un campeggio a un altro, anche all'interno della stessa Regione, dovrà sempre effettuare un tampone rapido 24 o 48 ore prima del nuovo soggiorno.

L'idea è quella di andare oltre il modello Sardegna, dove il governatore Solinas ha annunciato ieri che nei porti e negli aeroporti isolani è stato organizzato un sistema di controllo gratuito "che, insieme ad un'immunizzazione di massa attraverso il vaccino, potrà consolidare in breve tempo un ‘modello Sardegna' di grande impatto mediatico" consentendo "di gestire la stagione estiva in sicurezza con la ripresa del traffico turistico a beneficio di tutta la filiera produttiva". Lo stesso avviene in Sicilia, dove chi arriva senza un certificato che attesti la negatività al virus o la vaccinazione, deve fare un test all'ingresso.

L'idea di un tampone obbligatorio in vacanza piace anche a Fs, che ha annunciato l'arrivo di treni Covid-free (il primo dovrebbe partire da aprile, e sarà un Roma-Milano), con obbligo di test per passeggeri e personale, grazie al supporto della Croce Rossa. E contemporaneamente il ministero dei Trasporti pensa a potenziare i voli Covid-tested, come quelli Roma-New York e Roma-Atlanta già attivi. In estate potrebbero esserci voli Covid-tested interni, per collegare le principali mete turistiche del Paese.

Il ministro leghista pensa insomma a un piano B per salvare il settore, nel caso in cui il passaporto vaccinale europeo non fosse operativo all'inizio della stagione estiva. L'idea di adottare nei 27 Paesi europei un ‘certificato verde'è emersa durante l'ultimo Consiglio Ue. Anche se sulle prime Francia, Germania Olanda e Belgio, a differenza dei Paesi del Sud, si sono mostrati scettici,  perché concedere la possibilità di spostarsi da un Paese all'altro, e anche all'esterno dei confini europei, esclusivamente a coloro che possono certificare l'avvenuta vaccinazione, rendendo il lasciapassare obbligatorio per viaggiare, potrebbe essere discriminatorio nei confronti di chi non vuole o non ha la possibilità di immunizzarsi. Una delle proposte è quella di un documento che certifichi l'avvenuta vaccinazione, ma anche l'esistenza di un test risultato negativo o l'immunizzazione dopo una guarigione.

La Cina è il primo Paese a sperimentare il ‘green pass'

Anche Stati Uniti e Gran Bretagna pensano a un certificato verde. Del resto in Cina, Paese che per primo ha fatto i conti con la pandemia, il passaporto vaccinale è già realtà. Il certificato, digitale o cartaceo, che attesta l'immunizzazione del possessore, è disponibile per i cittadini cinesi che lo richiederanno attraverso la piattaforma WeChat. La Cina è il primo Paese al mondo a sperimentarlo: servirà ad "aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitare i viaggi oltre confine", ha spiegato il ministero degli Esteri di Pechino. Il documento per ora comunque non è obbligatorio.

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