Come la ministra Cartabia intende affrontare la Giustizia, senza cancellare il lavoro di Bonafede

Mentre il Consiglio superiore della magistratura si divide in merito alla riforma della Giustizia operata dall'ex Guardasigilli, il Cinque Stelle Alfonso Bonafede, la neo ministra Marta Cartabia intervenendo a Montecitorio ha chiarito che il governo non può impegnarsi in programmi irrealizzabili in questo momento, ma già la prossima settimana presenterà degli emendamenti ai testi già impostati: in altre parole, non si intende cancellare il lavoro del governo precedente, ma partire da quello per mettere mano a uno dei temi più divisivi nella maggioranza, quello della Giustizia.
"Vanno verificati i lasciti del governo precedente, esaminare e valutare quanto dell’esistente meriti di essere salvato e all’occorrenza modificare. Il lavoro svolto non va vanificato ma va arricchito anche alla luce del carattere così ampio di questa maggioranza di governo senza trascurare le proposte dell’opposizione", ha precisato la ministra, che infatti domani incontrerà la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Cartabia, intervenuta in commissione Giustizia alla Camera nel suo primo intervento in Parlamento, ha aggiunto: "Molti temi sulla Giustizia sono stati posti dai governi precedenti. Molti i dibattiti e molto divergenti i punti di vista anche all’interno del governo. Per questo sento il dovere di affermare con chiarezza che sarebbe sleale impegnarsi nel contesto attuale con programmi inattuabili che alimentino invano le già alte aspettative".
Di fatto, la ministra è consapevole che una composizione così varia della maggioranza difficilmente riuscirebbe a trovare una quadra su alcune tematiche in materia di Giustizia: meglio concentrarsi sulle urgenze. "Cercheremo di affrontare i problemi più urgenti e improcrastinabili, auspicando, senza presunzione e nella misura in cui ci sarà condivisione e supporto del Parlamento, di poter contribuire a rispondere almeno ad alcune delle domande di Giustizia che ardono in vari ambiti del nostro Paese", ha sottolineato.
E quali sono questi problemi più urgenti? C'è sicuramente la questione della giustizia penale, ma anche di quella civile, e la riforma del Csm. Temi a cui aveva già messo mano il grillino Bonafede e su cui erano sorti non pochi malumori nel governo giallorosso. Specialmente sulla prescrizione che dallo scorso gennaio 2020, secondo la riforma Bonefede, viene bloccata dopo il primo grado di giudizio. La Guardasigilli ha chiarito: "Un processo dalla durata ragionevole risolverebbe il nodo della prescrizione relegandola a evento eccezionale. Visto in un più articolato intervento riformatore, il problema ne uscirebbe forse sdrammatizzato, affrancando l’istituto della prescrizione dal ruolo scomodo di principale rimedio ai problemi determinati dall’eccessiva durata del processo". Per poi concludere che "la prossima settimana presenteremo emendamenti ai testi già incardinati" per le riforme.