Come funziona lo scudo penale per i medici approvato oggi dal governo

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega che limita la responsabilità di medici attraverso il cosiddetto scudo penale. Il provvedimento, che prevede la punibilità dei professionisti sanitari solo nei casi di "colpa grave", era molto atteso dopo il rinvio avvenuto nell'ultimo Cdm prima della pausa estiva. Ora il governo sembra aver superato le divisioni iniziali sul testo che introduce strutturalmente lo scudo penale, già previsto durante la pandemia e più volte prorogato fino al 2025.
Che cosa prevede il ddl sulle professioni sanitarie
La bozza dello schema di ddl recante "delega al Governo in materia di professioni sanitarie e disposizioni relative alla responsabilità professionale degli esercenti le professione sanitarie" interviene direttamente sul codice penale, circoscrivendo la responsabilità dei medici nei casi di omicidio e lesioni personali colpose. In sostanza, i professionisti sanitari saranno "punibile solo per colpa grave" nel caso in cui si siano attenuto "alle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge" o "alle buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto".
Attualmente il codice penale, all'articolo 590-sexies, stabilisce che un esercente la professione sanitaria non sia punibile per lesioni o omicidio colposo "nel caso in cui l'evento si sia verificato a causa di imperizia". Secondo la normativa vigente la responsabilità del medico non è invece esclusa "nel caso in cui l'evento si sia verificato a causa di negligenza o imprudenza quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto".
Cosa cambia con lo scudo penale per i medici
Le norme approvate oggi invece, stabiliscono che i medici saranno punibili sono in caso di colpa grave. Nell’accertamento della colpa o del suo grado, "si tiene conto anche della scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, nonché delle eventuali carenze organizzative, quando la scarsità e le carenze non sono evitabili da parte dell’esercente l’attività sanitaria, della mancanza, limitatezza o contraddittorietà delle conoscenze scientifiche sulla patologia o sulla terapia, della concreta disponibilità di terapie adeguate, della complessità della patologia o della concreta difficoltà dell’attività sanitaria, dello specifico ruolo svolto in caso di cooperazione multidisciplinare, nonché della presenza di situazioni di urgenza o emergenza".
Si tratta di una norma che in parte trae la sua ispirazione dalle tutele scattate durante la crisi pandemica quando si era reso necessario tutelare i medici in un contesto di enorme difficoltà e di scarse certezze. Negli anni successivi le garanzie previste per il Covid erano state prorogate ma mai introdotte stabilmente nell'ordinamento. Il provvedimento inoltre, dovrebbe servire a ridurre la cosiddetta medicina difensiva, ovvero il ricorso a numerosi visite ed esami da parte dei sanitari per scongiurare il rischio di essere denunciati in un secondo momento, che sarebbe tra le ragioni dietro le lunghe liste d'attesa.
Perché il governo si era diviso
Attorno allo scudo penale, fortemente richiesto dalla categoria, si era consumato uno scontro interno tra i ministeri della Giustizia e della Salute che sostenevano due versioni differenti del provvedimento. Una, appoggiata da via Arenula, che limitava la punibilità solo nei casi di "speciale difficoltà". L'altra, caldeggiata dal dicastero di Schillaci, che puntava a riconoscere l'esclusione di responsabilità in maniera più estensiva. Alla fine, il governo si è ricompattato su un'unica versione del testo varato oggi in Cmd. "La norma mira a ridurre gli effetti perniciosi della cosiddetta medicina difensiva, che a sua volta è conseguente alle numerose e spesso infondate denunce nei confronti dei medici, con ricadute disastrose per l’efficienza del servizio sanitario e per la stessa salute dei cittadini", hanno i ministri Orazio Schillaci e Carlo Nordio.
"La medicina difensiva, che costa mediamente 11 miliardi l’anno e allunga le liste d’attesa, infatti, induce i medici a prescrivere esami costosi, spesso inutili e invasivi, che non soltanto gravano sui bilanci delle Asl ma ritardano gli interventi sui malati realmente bisognosi, che non hanno l’ardire di prospettare ai medici eventuali azioni risarcitorie", proseguono i ministri.
"Circoscrivere, come stiamo facendo, la responsabilità penale dei sanitari, non significa affatto favorirne l’impunità. Significa invece porre i medici in condizione di operare con maggiore serenità, dedicandosi senza spreco di energie ai pazienti che necessitano di diagnosi e di cure urgenti ed efficaci. Con questa riforma vogliamo rilanciare le professioni sanitarie e dare risposte efficaci ai nuovi bisogni di salute della popolazione", aggiungono Schillaci e Nordio. "Si tratta, appunto, di un impegno preso, che abbiamo mantenuto per evitare ulteriori proroghe della normativa vigente. Viene confermata la responsabilità penale per colpa grave per chi esercita la professione sanitaria, ma non si lede in alcun modo il diritto dei cittadini al giusto risarcimento dei danni subiti", concludono.