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Come funziona la commissione per controllare i conti delle squadre di Serie A lanciata dal governo

Il ministro Abodi con un decreto ha dato il via a una nuova commissione di esperti contabili che dovrà verificare i bilanci delle squadre professionistiche di calcio e di basket. Dentro ci saranno sei membri – di cui due rappresentanti delle federazioni sportive – e un presidente, e a nominarla sarà il governo.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni, che si è riunito oggi in Consiglio dei ministri, ha approvato un decreto che farà nascere un nuovo strumento di controllo sulle finanze delle squadre di calcio di Serie A, e non solo. Sarà una commissione nominata dal governo: una versione modificata di quella Agenzia per la vigilanza economica di cui si era parlato alcune settimane fa, per poi fare un passo indietro dopo le proteste di Figc e Coni. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha annunciato in conferenza stampa che nel decreto c'è la "famigerata commissione indipendente per il controllo economico-finanziario dei club sportivi professionistici di calcio e basket". Leggendo il testo del decreto, la cui bozza Fanpage.it ha potuto consultare, si capisce di più sul suo funzionamento.

Chi ci sarà nella nuova commissione

Ci saranno sei commissari e un presidente. I membri saranno nominati dal presidente del Consiglio o dal ministro dello Sport, e ne faranno parte di diritto il presidente dell'Inps e il direttore dell'Agenzia delle entrate. Invece il presidente e gli altri quattro commissari saranno scelti tra magistrati contabili, professori universitari in materie economiche, giuridiche e finanziarie, o avvocati abilitati ad apparire davanti alla Cassazione.

Le federazioni sportive saranno rappresentate, ma solo in parte: due membri della commissione dovranno essere scelti da una rosa di cinque candidati, proposti appunto dalle federazioni. Se questi candidati non saranno presentati in tempo la palla passerà al Coni, e se anche in questo caso non ci saranno dei nomi in tempo breve sarà il governo a scegliere di sua iniziativa anche gli ultimi due commissari.

Il mandato dei membri durerà sette anni, e non sarà rinnovabile. Chi ha fatto parte della commissione, per i due anni successivi non potrà avere nessun incarico o mandato negli organi di vertice del Coni, delle federazioni sportive e tantomeno delle squadre. Mentre sono in carica, i commissari non potranno nemmeno fare consulenza nel settore dello sport professionistico né lavorare nella giustizia sportiva.

Come funzionerà la commissione e chi la paga

Le modalità operative specifiche saranno decise dalla commissione stessa con un regolamento interno, ma i suoi poteri saranno molto ampi. Vigilerà sulla gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche che partecipano ai campionati di sport di squadra (quindi calcio fino alla Lega Pro, e la Serie A del basket) per verificare che si mantenga l'equilibrio nei conti. Dovrà anche certificare che tutto sia in regola, con pareri obbligatori trasmessi alle federazioni sportive nel caso di provvedimenti per l'ammissione o l'esclusione dal campionato. Ogni anno, entro il 30 aprile, farà avere un parere sulla correttezza della documentazione presentata per partecipare ai campionati, e questo parere influenzerà il rilascio (o meno) della licenza per la stagione successiva.

Per effettuare questi controlli, la commissione potrà richiedere i documenti delle società, e indicare delle misure per correggere i bilanci se necessario. Potrà chiedere in qualunque momento che le vengano inviati dati contabili, informazioni e documenti anche sulle persone che che controllano le società, addirittura potrà effettuare verifiche e ispezioni nelle sedi delle società stesse.

C'è poi il capitolo dei costi. Innanzitutto, inizialmente la commissione potrà avere fino a quindici dipendenti, con una spesa prevista di circa 1,3 milioni di euro all'anno. Per quanto riguarda i fondi, questi saranno presi in parte dai finanziamenti stanziati nel 2021 per gli operatori del settore sportivo messi in crisi dal Covid-19, e in parte dalle società stesse: infatti, a partire dal 2025, le federazioni sportive dovranno versare complessivamente 1,9 milioni di euro all'anno, e le squadre 1,6 milioni di euro (in modo da impattare al massimo sullo 0,15% sul fatturato).

Il ministro Abodi: "Nessun contrasto con l'autonomia dello sport"

Il ministro Abodi ha detto che non ci sono "elementi di contrasto" con il principio di autonomia dello sport, e che il decreto è stato "ridefinito" dopo un confronto con i rappresentanti del settore: "Abbiamo fatto tesoro anche dell'incontro congiunto, questo ha determinato la modifica delle posizioni da parte della Federazione Basket e della Lega Basket e di alcune componenti anche calcistiche e all'interno delle componenti di alcune società". La commissione è "un grande passo in avanti, l'impianto di questo soggetto che abbiamo costituito rappresenta per tutti un fattore di ulteriore garanzia". La presenza all'interno della commissione "di professionalità di elevatissima qualità, indicate in una rosa di cinque nomi dalle componenti del basket e del calcio professionistico, sono un'ulteriore testimonianza di quanto effettivamente non si voglia decontestualizzare, ma si voglia rendere terzo e indipendente l'organismo".

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