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Migranti, Italia rinnoverà accordi con Libia. Civati: “Vergogna, è uno scandalo internazionale”

«Una delle cose più gravi e vergognose che la storia della Repubblica conosca e ne siamo tutti consapevoli: in questo caso sappiamo tutto e si sa che i nostri confini sono presidiati dalle bande criminali della Libia, ma non “nostro malgrado” ma con il nostro pieno dichiarato sostegno attraverso addirittura un accordo con condizione precise»: Giuseppe Civati non usa mezzi termini per commentare l’accordo dell’Italia con la Libia.
A cura di Giulio Cavalli
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Fra pochi giorni ci sarà il rinnovo automatico degli accordi dell’Italia con la Libia che vennero sottoscritti il 2 febbraio del 2017 in nome di una collaborazione per la gestione dei flussi migratori. La Libia continua a essere tutt’altro che un “porto sicuro”. Nonostante il cambio di governo che nulla si cambiato. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Civati.

Civati, cosa ne pensa?

Lo trovo uno scandalo internazionale. Una delle cose più gravi e vergognose che la storia della Repubblica conosca e ne siamo tutti consapevoli: in questo caso sappiamo tutto e si sa che i nostri confini sono presidiati dalle bande criminali della Libia, ma non "nostro malgrado" ma con il nostro pieno dichiarato sostegno attraverso addirittura un accordo con condizione precise.

Molti speravano in cambio di linea con questo nuovo governo. Erano degli illusi?

Tutti speravamo, di fronte a questa cose di proporzioni oltre all’immaginabile, che facessero qualcosa. Almeno che togliessero di mezzo gli abusi e le torture contro i diritti umani e contro i corpi delle persone che si tanno perpetrando da noi in Libia. È tutto fuori scala a meno che nella convenzione noi non permettiamo lo schiavismo e lo stupro.

L’indagine di Nello Scavo su Bija è sconvolgente. C'è un giornalista che è finito addirittura sotto scorta. Non trova che tutto sia trattato con molta leggerezza anche dalla politica?

Sì. Più che altro è come se Scavo aggiungesse il tassello che mancava: Bija invitato come un interlocutore istituzionale nel luogo dell’accoglienza in Sicilia per me è il punto di non ritorno. In un Paese normale si dimettono tutti e non si rimettono più. Non ci sono paragoni. Se è stabilito che quello è un personaggio tra i capi dei torturatori libici allora non so cosa altro debba succedere.

Il PD continua a seguire la linea Minniti. Ma anche quelli "più a sinistra" sembrano non proferire parola in Parlamento…

Il nuovo segretario ha preso Minniti, Gentiloni, Franceschini che erano i protagonisti di quella linea. Dicono che si perdono voti, che arrivano più migranti ma confrontati con i fatti di questi giorni (li vedono tutti, stanno sui giornali) mi sembra una linea molto debole e ne parlano come se ci fossero gli "addetti alle cose brutte" e basta (come l'Espresso, Internazionale, Fanpage), come se gli altri giornali ne siano  sollevati perché c’è già una “letteratura specialistica”. Minniti in questi giorni ancora parla di “centri di accoglienza libici”, ma ancora? Si guardi due foto.

Come uscirne? 

Un po’ come con Siria, Turchia e Kurdistan: è possibile che un governo che comprende tutta la sinistra parlamentare non dica che non è sufficiente bloccare gli ordini? Lì ci volevano sanzioni i commerciali, bisognava svuotare le ambasciate e ci voleva una posizione comune dell’Europa. Poi ci stupiamo dei profughi e del terrorismo e invece qui stiamo avvallando un’azione che piace all’Isis, a Assad se ci va bene… Quelli che abbiamo sempre considerato i peggiori, i dittatori.

Orfini dice il PD sta rischiando di diventare una succursale del M5S…

Non lo so, per come concepisco io la politica queste sono le vere questioni, non il pos: disuguaglianze, migrazioni clima. Cosa ne pensa il PD? Più che succursale sembra appiattito su tutto il resto.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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