Cirinnà: “Renzi è stato un pessimo segretario del Pd, incapace di ascoltare e dialogare”

La senatrice Monica Cirinnà, madre del disegno di legge che ha sancito la legalizzazione delle unioni civili in Italia e da sempre in prima linea nella battaglia per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali e delle minoranze, in un'intervista concessa al settimanale L'Espresso critica fortemente Matteo Renzi: "Renzi è stato un pessimo segretario che va lasciato alle spalle", spiega la senatrice, sostenendo che l'ex segretario del Pd sarebbe stato un buon presidente del Consiglio, ma assolutamente inadatto a guidare un partito perché incapace di instaurare un vero e proprio dialogo con le parti sociali e le minoranze all'interno del Pd. Il Partito Democratico, poi, preso dalle proprie beghe interne viene descritto da Monica Cirinnà come un partito immobile, inerte: "Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità", sostiene la senatrice dem, sostenitrice della mozione presentata al congresso Pd dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. "Negli ultimi anni il Pd è stato motore del cambiamento e senza questa forza propulsiva non ci saremmo riusciti. Io ricordo cos’era quello di Bersani: prese il 25 per cento nel 2013 e non riuscì neanche a eleggere il presidente della Repubblica. Va bene lasciarsi alle spalle il PD di Bersani e va bene lasciarsi anche quello di Renzi. Ma non voglio mischiare il piano del governo con il piano del partito. Renzi è stato un bravo Presidente del Consiglio ma un pessimo Segretario del PD. Il partito è un luogo di dialogo, inclusione, discussione ma soprattutto ascolto. Non puoi avere nemici tutti i sindacati, tutto il mondo della scuola ed etichettarli come gufi senza ascoltarli. Renzi non può fare il segretario del PD, forse potrà fare il premier ma questo si vedrà", evidenzia Cirinnà, spiegando inoltre per quale motivo una segreteria a guida Orlando potrebbe portare grandi vantaggi al Partito Democratico: "Sostengo Orlando per due motivi molto chiari. Il primo è che subito dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili io mi aspettavo che il grande fiume dei diritti avesse rotto la riga e potesse riversare le sue acque di libertà verso tante persone che stanno aspettando. Ciò non è accaduto, guardi lo ius soli. Il secondo motivo è che sto lavorando per avere un segretario del Partito Democratico che trasformi il partito dell’io in quello del noi. Vengo da un’esperienza politica molto particolare: dai Verdi, mi sono sempre occupata di diritti. Non voglio sentirmi ospite gradita in una casa nella quale ci si colloca per le proprie provenienze. Quella delle correnti è una visione che mi fa venire il mal di stomaco".
Proseguendo, la senatrice Cirinnà racconta di essersi sentita ignorata dai vertici del Partito Democratico dopo l'approvazione della legge sulle unioni civili: "Dopo l’ottenimento del primo parziale risultato sui diritti civili, personalmente non sono stata più ascoltata né coinvolta in nulla. Tutto ciò che ho chiesto di poter fare non è stato fatto. Siamo fermi sullo ius soli, sul contrasto all’omofobia, su tutta la parte della questione delle pari opportunità. Anche sul sostegno di quei bravi e coraggiosi governatori penso a Zingaretti, ad esempio nell’attuazione piena della 194 abbiamo il freno amano tirato perché stiamo al governo con i fratelli coltelli del nuovo centro destra che alzano il prezzo sui diritti e sulla libertà delle persone".
Secondo la senatrice Cirinnà il Pd ha bisogno di una svolta e questa svolta potrebbe imprimerla Andrea Orlando, che ha "la capacità di ascoltare e di ripartire dal basso. Ogni singolo circolo del Partito Democratico deve diventare una casa comune per tutti coloro che vogliono trovare un interlocutore per i loro bisogni e per le loro necessità ma soprattutto per i loro valori. L’Italia è diventato un luogo grigio, dove nessuno sorride più. L’incertezza per il proprio futuro lavorativo, politico e sociale scatena due reazioni: una è la rabbia che si concretizza con il voto al m5s, a chi vuole distrugger tutto. L’altra è la paura: dei nuovi italiani che possono arrivare e rubarti il futuro, dei valori culturali e religiosi diversi dai tuoi".