Chi rischia di perdere gli arretrati dell’Assegno unico 2025 e come evitarlo

Il 30 giugno 2025 è l'ultimo giorno disponibile per recuperare gli arretrati dell'Assegno unico e universale per i figli a carico. Chi non aggiorna il proprio Isee entro questa data perderà la possibilità di ottenere i soldi che gli spettano per le mensilità tra marzo e giugno. In particolare, devono mobilitarsi le persone che non avevano presentato l'Isee per il 2025 entro il 28 febbraio: da allora, chi non ha un Isee valido incassa solamente l'importo minimo previsto per l'Auu, cioè 57,50 euro al mese per ciascun figlio minore.
Quanto valgono gli arretrati dell'Assegno unico
Normalmente, l'importo dell'Assegno unico dipende dalla composizione del nucleo familiare e dall'Isee. Gli importi aggiornati quest'anno sono questi: per chi ha un Isee sotto i 17.227,33 euro, l'assegno vale 201 euro per ogni figlio minorenne. Per chi va oltre i 45.939,56 euro di Isee familiare, invece, l'importo è il minimo: 57,50 euro.
Tuttavia, ogni anno a febbraio l'importo spettante a ciascuna famiglia si ‘resetta'. Non c'è bisogno di fare nuovamente la domanda per continuare a ricevere la misura, ma entro il 28 febbraio di ciascun anno bisogna presentare un Isee valido per l'anno in corso. Altrimenti, da quel momento si riceve solamente il minimo. Tabelle alla mano, significa che teoricamente si possono perdere fino a 143,50 euro al mese per ogni figlio minorenne, se si ha diritto alla somma massima ma si incassa quella più bassa.
Quali sono le scadenze per l'Auu 2025
La scadenza successiva ogni anno è proprio quella del 30 giugno. Chi aggiorna il proprio Isee entro questa data può ricevere tutti gli arretrati per gli assegni incassati a marzo, aprile, maggio e giugno. L'importo dovuto viene erogato tutto insieme nella mensilità di luglio.
Chi non rispetta la scadenza del 30 giugno può sempre presentare un nuovo Isee valido nei mesi successivi, ma gli arretrati ormai saranno perduti. Ad esempio, chi aggiorna il proprio Isee a luglio tornerà a ricevere l'importo corretto che gli spetta dalla mensilità di agosto, ma non otterrà le somme del periodo marzo-giugno.
Stando ai dati Inps, nei primi quattro mesi di quest'anno sono arrivate circa 132mila domande di Assegno unico. In tutto i beneficiari nel Paese sono circa 6 milioni di famiglie, con 9,4 milioni di figli. L'importo medio erogato dall'inizio dell'anno è stato di 171 euro per ciascun figlio, la spesa complessiva di poco meno di 6,5 miliardi di euro.
Come aggiornare l'Isee e a chi conviene
L'aggiornamento dell'Isee, peraltro, potrebbe essere vantaggioso anche per chi l'ha aggiornato entro fine febbraio. Da aprile, infatti, è in vigore la novità per cui dal calcolo dell'indicatore vengono esclusi i soldi investiti in titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale fino a un limite di 50mila euro. Chi possedeva dei titoli di Stato nel 2023 (questo è l'anno a cui fa riferimento la misurazione dell'Isee nel 2025) si ritroverà con un indicatore più basso rispetto a prima della riforma, e quindi con un Assegno unico più ricco.
Per richiedere un nuovo Isee serve una Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica). Si può passare dal portale dedicato dell'Inps, oppure rivolgersi a un Caf. Dal 16 giugno in poi, l'Istituto ha fatto sapere con una circolare che per chi usa la Dsu precompilata i valori di titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale vengano esclusi automaticamente dal dato sul patrimonio mobiliare. Prima, invece, l'esclusione andava chiesta personalmente.