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“Chi è contro giornalismo d’inchiesta vada in Arabia dove usano le motoseghe”: l’attacco di Conte

Il leader del Movimento 5 Stelle difende il giornalismo d’inchiesta targato Rai tornando sulla questione del contratto di servizio: “Chi è contrario vada a vivere in Arabia Saudita, dove hanno gli amici loro – dice Conte – perché lì i giornalisti scomodi li fanno a fette con le motoseghe”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Giuseppe Conte scende in campo in difesa del giornalismo d'inchiesta della Rai. Il leader del Movimento 5 Stelle, che in questi giorni ha attaccato la decisione di eliminare la "valorizzazione" del giornalismo d'inchiesta dagli obblighi previsti dal nuovo contratto di servizio, interviene a margine della tavola rotonda con Elly Schlein, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, con delle frasi che sembrano chiamare in causa il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che in passato ha avuto scontri molto duri con la trasmissione Report (soprattutto per la storia dell'ormai celebre autogrill). Po Conte sembra fare riferimento, anche in questo caso, al controverso rapporto tra lo stesso senatore di Rignano e il principe saudita Mohammed bin Salman.

"Il Movimento 5 Stelle non consentirà mai che non venga rafforzato e valorizzato il giornalismo d'inchiesta – dice Conte ai giornalisti presenti – Per noi è un pilastro fondamentale per quanto riguarda il servizio pubblico". Poi l'affondo: "Chi vuole fare la guerra santa al giornalismo d'inchiesta, e lo abbiamo visto anche da esponenti politici, vada a vivere in Arabia Saudita, dove hanno gli amici loro, perché lì i giornalisti scomodi li fanno a fette con le motoseghe". Conte si riferisce all'omicidio del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, ucciso nel consolato di Arabia Saudita a Istanbul su mandato di Bin Salman.

"Qui noi rafforziamo e valorizziamo il giornalismo d'inchiesta e dirò di più – insiste Conte – noi ci battiamo, in tutte le sedi, e soprattutto in commissione di Vigilanza, per organizzare gli stati generali del servizio pubblico in autunno, il che preluderà a una riforma". E conclude: "Lavoreremo per una riforma della Rai che tenga lontana la politica a partire dalla prossima legislatura". Nessuna replica al momento da parte di Renzi, mai nominato direttamente da Conte.

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