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Che cos’è il bilancio di genere e perché è fondamentale per il Recovery Plan

Il bilancio di genere è uno strumento che serve a valutare il diverso impatto delle politiche pubbliche sugli uomini e sulle donne, evidenziandone potenziali discriminazioni. Integrarlo nel bilancio generale è uno degli obiettivi del Pnrr.
A cura di Annalisa Girardi
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Bisogna "consolidare il bilancio di genere, superando l'attuale sperimentazione, e soprattutto integrando la prospettiva di genere" anche nel processo stesso di formazione del bilancio. Lo ha detto la sottosegretaria all'Economia, Maria Cecilia Guerra, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Ma di che cosa si sta parlando, nel concreto, quando si tratta di bilanci di genere? Come spiega la Ragioneria dello Stato, "è uno strumento che mira a realizzare una maggiore trasparenza sulla destinazione delle risorse di bilancio e sul loro impatto su uomini e donne". Sulla pagina del ministero, infatti, si sottolinea come "uomini e donne siano influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio" anche in relazione "alle loro diverse situazioni socio economiche".

E ancora:

Tali considerazioni appaiono maggiormente rilevanti nel 2020, poiché l’emergenza pandemica da Covid-19 ha implicato un acuirsi dei divari di genere. Oltre all’aumento del rischio di violenza domestica, le donne hanno sofferto più degli uomini della perdita di posti di lavoro, a volte senza poter usufruire di misure di sostegno poiché impiegate nell’economica informale, oltre che di un peggioramento delle proprie condizioni lavorative dovute, tra l’altro, alle maggiori responsabilità di cura nel contesto familiare.

Proprio su questo tema si è concentrata la sottosegretaria Guerra nella sua audizione. Del resto si tratta di una questione centrale per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che quest'anno vedrà diversi progetti e missioni finire nero su bianco. Rendere strutturale un bilancio di genere è uno degli obiettivi del Recovery Plan: "Uno dei traguardi della riforma relativa alla revisione della spese prevede che la legge di bilancio 2024 presenti una classificazione delle voci previste secondo i criteri alla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030, relativamente al bilancio di genere e al bilancio ambientale", ha spiegato la sottosegretaria.

Che ha poi aggiunto: "Noi abbiamo introdotto, anche su proposta del Parlamento, dei condizionamenti, e cioè il fatto che negli appalti pubblici legati al Pnrr le nuove assunzioni devono essere del 30% per giovani e del 30% per donne. Questi condizionamenti sono vincoli che vai a mettere non per favorire persone meno capaci, ma al contrario per cercare di superare, almeno in parte, quelle discriminazioni così forti in cui siamo immersi".

Tutto ciò è oggi più importante che mai, dal momento che la pandemia ha acuito le differenze di genere, già di per sé esistenti: "Il tracollo dell'occupazione femminile nel corso del 2020 non è stata frutto di fattori contingenti: è stato determinato dalla debolezza delle relazioni contrattuali, di cui molte a termine, che caratterizzano il lavoro femminile e dalla segmentazione orizzontale del mercato del lavoro", ha precisato la sottosegretaria. Ora la ripresa, se vuole essere efficace,  deve tenere in considerazione tutti questi fattori. La strada però è ancora lunga: "Tutti i dati ci raccontano che nel 2021 la ripresa che si è registrata è segnata dagli stessi fattori di debolezza, con l'aumento dell'occupazione maschile, tornata sul sentiero di crescita del 2018-19, mentre rimangono ancora ampi i margini di recupero per quella femminile", ha sottolineato Guerra.

Per poi ribadire che le lavoratrici "continuano a essere penalizzate da una minore domanda di lavoro permanente", per cui "stiamo assistendo a una conferma, se non a un peggioramento, della già scarsa qualità del lavoro femminile che sconta il ricorso massiccio al part-time e al lavoro intermittente". Insomma, l'occupazione che riguarda le donne è poca, "di scarsa qualità, frammentata e povera". Una delle ragioni a monte di questa disuguaglianza, la principale, è quella della maternità: "Purtroppo diventa una condanna (…) Non ci sono supporti, non c'è condivisione all'interno della famiglia". Un fattore che continua a penalizzare le donne nel mercato del lavoro.

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