C’è il via libera del governo: in Italia tornerà l’energia nucleare

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via definitiva, il disegno di legge che delega il governo in materia di energia nucleare sostenibile. Adesso il testo, già esaminato preliminarmente lo scorso febbraio, passerà al vaglio del Parlamento. Sul provvedimento è stato acquisito il parere favorevole della Conferenza unificata, mentre sono state recepite le richieste di Regioni e Province autonome di un maggiore coinvolgimento per i decreti attuativi della legge. L'obiettivo dichiarato è quello di fissare le condizioni per il ritorno del nucleare in Italia e raggiungere così l’indipendenza energetica e gli obiettivi di decarbonizzazione.
"Con questo provvedimento – ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – l’Italia si dota di uno strumento fondamentale per guardare al futuro con realismo e ambizione. Vogliamo essere protagonisti delle nuove tecnologie, dagli SMR e AMR fino alla fusione, nel quadro della neutralità tecnologica e della transizione energetica europea. Il Nucleare sostenibile è una scelta di innovazione, sicurezza e responsabilità verso i cittadini, imprese e verso l’ambiente".
Cosa prevede il ddl delega sul nucleare
Il ddl ruota attorno al concetto di "nucleare sostenibile", che dovrebbe basarsi su impianti piccoli e diffusi sul territorio, e conferisce al governo la delega per disciplinarne la produzione nel quadro delle politiche europee di decarbonizzazione al 2050 e degli obiettivi di sicurezza energetica.La delega prevede, tra l’altro, l’elaborazione di un Programma nazionale per il Nuclearesostenibile, l’istituzione di una Autorità per la sicurezza Nucleare indipendente, il potenziamento della ricerca scientifica e industriale, la formazione di nuove competenze e lo svolgimento di campagne di informazione e sensibilizzazione.
I decreti legislativi attuativi dovranno essere adottati entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge. Questo significa che il Parlamento avrà un anno di tempo per fissare il quadro normativo per riportare l'energia nucleare in Italia. Tra le altre cose, andranno stabiliti non solo i criteri per la produzione ma anche "la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo dell'energia da fusione, nonché la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia, anche mediante riordino e modificazioni della normativa vigente", si legge nella bozza.
Le Regioni e le Province autonome hanno espresso parere favorevole a maggioranza a condizione di essere coinvolte nella fase di adozione dei decreti legislativi attuativi, mentre l’ANCI ha richiesto la partecipazione dei Comuni nelle consultazioni che riguardano l'individuazione delle possibili aree destinare all'installazione degli impianti.
Nel provvedimento si fa riferimento all'uso delle migliori tecnologie disponibili, incluse quelle modulari e avanzate e viene messo a disposizione un fondo di 20 milioni di euro (distribuito in tre anni dal 2027 al 2029) per realizzare gli investimenti previsti. Altri 7,5 milioni di euro invece (di cui 1,5 per il 2025 e 6 per il 2026) saranno destinati a campagne di informazione e consultazione capillare dei cittadini.