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Cassazione: nessun legame tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa Nostra, stop definitivo alle misure di prevenzione

La Corte di Cassazione conferma che non ci sono prove di legami mafiosi nelle imprese di Berlusconi né pagamenti a Dell’Utri per garantirne il silenzio. Cade così definitivamente l’ipotesi del coinvolgimento con Cosa Nostra.
A cura di Francesca Moriero
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La Corte di Cassazione ha messo la parola fine a una delle ipotesi giudiziarie più delicate e discusse degli ultimi decenni: l'eventuale legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e l'organizzazione mafiosa Cosa Nostra. Con una decisione definitiva, i giudici della Suprema Corte hanno infatti respinto il ricorso della procura generale di Palermo contro il provvedimento della Corte d'appello che aveva già negato l'applicazione della sorveglianza speciale e la confisca dei beni nei confronti di Dell'Utri. Secondo quanto stabilito dai giudici di secondo grado, e ora confermato appunto in via definitiva, non è mai emersa alcuna prova concreta che dimostri un coinvolgimento diretto delle imprese di Berlusconi, né all’epoca della fondazione del gruppo Fininvest né nei decenni successivi, in attività di riciclaggio di denaro proveniente da ambienti mafiosi. La sentenza afferma in modo chiaro che "non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane".

Uno dei punti cardine del ricorso riguardava l’ipotesi che Berlusconi avesse versato somme di denaro a Dell'Utri per garantirne il silenzio su presunti rapporti con la mafia siciliana; anche questa tesi è stata rigettata. I giudici l'hanno definita infatti "indimostrata e illogica", sottolineando come tale ricostruzione contrasti con lo sviluppo dei rapporti personali e professionali tra i due, che si sono mantenuti stabili nel tempo, fino alle ultime volontà testamentarie di Berlusconi.

Le motivazioni del rigetto sottolineano come i trasferimenti di denaro da Berlusconi a Dell'Utri non possano essere interpretati come "pagamenti per tacere", ma piuttosto come "espressione di una lunga e consolidata amicizia"; questo legame personale, secondo i giudici, sarebbe stato alla base anche dei consistenti aiuti economici forniti nel tempo. La decisione della Cassazione coinvolge anche i familiari di Dell'Utri, nei confronti dei quali la procura generale aveva chiesto l'estensione delle stesse misure di prevenzione; anche in questo caso, il giudizio è stato negativo: nessun elemento è risultato sufficiente a sostenere l'applicazione delle misure richieste.

Occhiuto (Forza Italia): " Berlusconi ha sofferto tanto, finalmente la verità"

"Finalmente la verità, la Cassazione ha confermato che non è mai esistito alcun legame tra il presidente Silvio Berlusconi e la mafia. Lo abbiamo sempre sostenuto, lo sapevamo tutti, ma per anni alcuni hanno lanciato accuse assurde e infamanti, strumentalizzando politicamente vicende ridicole. Circostanze che hanno provocato dolore e amarezza nella vita del presidente Berlusconi e della sua famiglia. Adesso la Suprema Corte, con parole chiare e nette, ha scritto la parola fine" lo ha detto in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia.

In merito alla decisione della Corte Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, ha commentato così: "Decenni di persecuzioni giudiziarie, di fango, di teoremi inverosimili contro Silvio Berlusconi, uno statista che ha rinunciato a un percorso imprenditoriale straordinario per dedicarsi all'Italia, scrivendo pagine che resteranno con orgoglio nella storia del nostro Paese. La Cassazione ha messo la parola fine a questa triste e vergognosa vessazione, restituendo onore a un uomo che ha sempre resistito con coraggio e dignità a quella incredibile aggressione. Non c'è risarcimento che tenga di fronte a tanto danno, ma resta un ringraziamento sincero a un italiano speciale per gli insegnamenti che ci ha lasciato".

Da Forza Italia arrivano anche le parole di Francesco Battistoni, Responsabile nazionale dell'Organizzazione del partito, deputato azzurro e segretario regionale del partito nelle Marche: "La pronuncia della Cassazione chiude definitivamente una delle pagine giudiziarie più controverse e assurde ma soprattutto restituisce onore e dignità al nostro fondatore, vittima per decenni di accuse false e infondate", ha scritto in una nota. "Dopo anni di fango e di delegittimazione personale e politica – prosegue – la Corte di Cassazione mette la parola fine al folle teorema secondo il quale ci fosse un legame mafioso tra il nostro Presidente Silvio Berlusconi e Cosa nostra. Forza Italia non ha mai avuto dubbi e questa sentenza, finalmente, stabilisce una verità granitica e definitiva che non potrà essere mai più messa in discussione", ha poi concluso.

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