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Il caso Sgarbi

Caso Sgarbi, Meloni aspetta l’Antitrust, ma fonti di governo assicurano: “Se ha sbagliato è fuori”

La premier Meloni non si è espressa sul caso Sgarbi, ha detto di voler aspettare le valutazioni dell’Antitrust. Ma fonti di governo hanno spiegato all’Adnkronos che il sottosegretario rischia: “Se ha sbagliato davvero, Sgarbi è fuori”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La premier Giorgia Meloni, interpellata a Bruxelles sul caso Sgarbi, si è limitata a ricordare che la documentazione è stata inviata al'Antitrust, aggiungendo che per una valutazione vuole attendere il responso dell'autorità. Sollecitata dai cronisti sulla vicenda, Meloni ha spiegato di non aver avuto modo di approfondire il caso, ma "so che il ministro Sangiuliano ha attivato l'Antitrust, aspettiamo le risposte dell'Autorità e poi valuteremo nel merito".

Fonti di governo all'Adnkronos hanno rivelato però che il sottosegretario alla Cultura ora rischia. "Giorgia non ha dubbi: se ha sbagliato davvero, Sgarbi è fuori. E anche con un certo sollievo…", hanno spiegato. Vittorio Sgarbi dal canto suo ostenta sicurezza, ed è convinto di non aver nulla da temere, perché la sua attività da conferenziere e le consulenze d'oro, parallele al suo incarico politico, sono perfettamente legali.

"Sono più che tranquillo, non ci sono accuse. C'è una delazione, una lettera anonima che è diventata il materiale per un giornale infetto di fare una azione contro di me. Ma per fare un'azione contro qualcuno bisogna avere degli elementi. Quando tu tiri fuori Miss Italia evidentemente fai qualcosa che è assolutamente incredibile. Ma cosa c'entra, tutto quello che ho fatto che è il lavoro di critico d'arte ed è perfettamente consentito dalla legge Frattini. Non c'è alcun conflitto di interesse. Sangiuliano ha preso una posizione che poi evidentemente ha rivisto, valutando quello che deciderà l'Antitrust, il quale ha deciso che i diritti d'autore e tutto quello che uno fa con la sua creatività sono assolutamente concessi", ha detto questa sera il sottosegretario alla Cultura, arrivato al Maxxi per "assistere a un film di mia sorella", poco dopo che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, era andato via dal Museo dove con il Presidente Mattarella aveva inaugurato un'opera per i 75 anni della Costituzione.

"No, non ho parlato con il ministro – ha detto Sgarbi parlando con i giornalisti – Ho parlato con il senatore Passigli del Pd che aveva fatto la legge sul conflitto di interessi. Mi ha telefonato dicendo che la legge che è passata, che è quella di Frattini, garantisce l'assoluta libertà a chiunque di fare il suo lavoro in una materia come questa. Si tratta di una forma di accusa del tutto pretestuosa da parte di un giornale che è inteso come se avesse una disposizione di valutazione dei fatti, e invece quelle sono accuse fatte contro di me attraverso lettere anonime e il lavoro che io ho fatto è come se fosse un capo di imputazione. Non posso essere raggiunto da un avviso di garanzia. In un Paese in cui uno lavora e viene raggiunto da un avviso di garanzia allora è meglio non lavorare. Non accade perché la legge impedisce che accada".

Alla domanda se incontrerà Sangiuliano, Sgarbi ha risposto così: "No, se vuole mi telefona lui. Ho scritto una lettera al ministro per spiegargli che prima di qualunque pronunciamento contro di me uno deve avere le idee chiare. Quello che scrive il Fatto non è un fatto, è una diffamazione. Un giornalista oggettivo non prende il Fatto come un termine da cui partire, ma come una voce. Io ho fatto il mio lavoro. Questo ho fatto e questo continuo a fare. Se non posso più farlo vuol dire che c'è un regime. Sono accusato d'aver fatto il mio lavoro. L'opportunità è che io parli d'arte, è la più grande opportunità. La competenza è un valore. Non sarebbe opportuno che io facessi Miss Italia?".

Infine, sull'evasione fiscale il sottosegretario ha ribadito che "è falsa anche quella, nata per creare l'idea di una ipotesi criminale. Io ho una rottamazione in atto assolutamente legale. Io non sono colpevole di nulla, faccio il mio lavoro e sono orgoglioso di farlo. Quella campagna è una azione criminale basata su una lettera anonima e io ho fatto denuncia". 

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