Caso Sea Watch come caso Diciotti: per la procura di Roma ci fu sequestro di persona

Secondo la Procura di Roma ci sono gli elementi per contestare il reato di sequestro persona per la vicenda della nave della ong tedesca, che a gennaio – con 47 migranti a bordo, tra cui anche alcuni minori – ha dovuto attendere ben 12 giorni davanti al porto di Siracusa, prima di potere attraccare al porto di Catania il 31 gennaio. I magistrati della Procura di Roma hanno inviato il fascicolo di indagine (inizialmente aperto con l'ipotesi di omissione di atti d'ufficio), che al momento non vede alcun iscritto, alla Procura di Siracusa. Gli atti in questione saranno trasmessi domani alla Procura di Catania.
Il procuratore reggente Fabio Scavone ha spiegato che la competenza per valutare se esistono profili penali di competenza del Tribunale dei ministri di Catania spetta alla Procura distrettuale del capoluogo etneo: "Gli atti da Roma – ha detto procuratore di Siracusa – mi sono arrivati ieri, ma le eventuali responsabilità di un ministro o anche delle persone, che non sono ministri, ma le cui azioni sono connesse a quelle del ministro, sono di competenza della procura di Catania".
L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore, Sergio Colaiocco, era stata aperta in seguito a un esposto presentato lo scorso 1 febbraio, in cui veniva ipotizzato appunto il reato di omissioni di atti di ufficio. La Procura, quindi, ha delegato la Guardia Costiera per alcuni accertamenti dai quali è risultato che il caso della nave Sea Watch3 pressoché identico a alla vicenda della nave Diciotti, in cui il reato più grave è quello di sequestro di persona, e su cui si è già espresso il Senato, salvando di fatto Matteo Salvini da processo.
Il ministro commenta sarcastico: "In arrivo un altro processo per il cattivone Salvini?
"Da Roma un atto sul fermo della Sea Watch è stato mandato in Sicilia. È in arrivo un altro processo nei confronti del cattivone Salvini? Lo scopriremo insieme solo vivendo… Di certo io non cambio idea, in Italia si arriva solo col permesso. Possono denunciare quanto vogliono, i porti italiani sono chiusi", ha detto in diretta Facebook il ministro degli Interni Matteo Salvini.