Caso Regeni, ex ambasciatore racconta: “Autorità egiziane non mi dissero di aver trovato il corpo”

Maurizio Massarri era ambasciatore italiano al Cairo nel 2016, quando fu ucciso Giulio Regeni. Il cadavere del ricercatore venne ritrovato la mattina del 3 febbraio. Tuttavia, quel giorno "non ne avemmo immediata notizia da parte dell'autorità egiziana", ha detto Massari in audizione davanti alla Commissione di inchiesta sulla morte del giovane friulano. L'ex ambasciatore ha spiegato: "Il 3 febbraio 2016 l'allora ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi si trovava al Cairo per una missione alla guida di una delegazione imprenditoriale di alto livello. Solo la sera di quel giorno, poco prima delle 20, durante lo svolgimento di un ricevimento in residenza in onore del ministro Guidi e della delegazione di imprenditori, la ministra degli Affari europei del ministero degli Esteri mi informò ufficiosamente del ritrovamento, poche ore prima in una zona della periferia del Cairo, di un corpo di un giovane corrispondente a quello di Regeni".
Quella stessa sera, ha proseguito Massari, arrivò un messaggio da una fonte egiziana non istituzionale la notizia del ritrovamento del corpo di Regeni. L'ex ambasciatore a quel punto disse subito all'allora ministra Guidi "di richiedere immediatamente alle autorità egiziane una conferma ufficiale della morte di Giulio Regeni e spiegazioni sulle circostanze del suo decesso". Massari ha quindi raccontato di aver tentato invano di ottenere spiegazioni dalle autorità egiziane: non ricevendo risposte, l'ex ambasciatore ha consigliato alla ministra di interrompere immediatamente la visita e annullare il ricevimento. "Ritenevo che continuare un evento sociale e una missione di business quando un cittadino italiano era stato appena ritrovato morto in circostanze misteriose con le autorità egiziane che, con imbarazzo, rifiutavano persino di ufficializzare la notizia dopo otto giorni di insistenti nostre ricerche di informazioni fosse assolutamente incompatibile in primo luogo con il rispetto per la vita di Giulio e la sua famiglia. Una questione di rispetto anche per l'Italia stessa", ha concluso Massari, che si recò insieme alla ministra dai genitori di Giulio per informarli.