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Caso Favia, Pizzarotti ora è preoccupato: “Serve un congresso”

Dopo il fuori onda “choc” di Favia, il sindaco di Parma corre ai ripari: «In passato ci sono stati incontri nazionali, probabilmente in vista delle elezioni politiche nazionali un congresso è necessario». Proprio come fanno gli “zombie” della politica.
A cura di Biagio Chiariello
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Caso Favia, Pizzarotti ora è preoccupato: "Serve un congresso"

Era nato come movimento per offrire una alternativa vera alla partitocrazia italiana ed ora si ritrova vittima di una bufera degna dei tempi della Prima Repubblica. Le prime, vistose spaccature nel M5S portano il nome di Giovanni Favia, considerato uno degli enfant prodige tra i grillini, si è fatto beccare in un fuori onda su «Piazzapulita» – risalente però a quattro mesi fa – a dire che Beppe Grillo non è l'artefice del "miracolo a 5 Stelle" e parlare del ruolo di vertice occulto dello «spietato e vendicativo» Gianroberto Casaleggio, che «prende per il c*lo tutti, perché da noi la democrazia non esiste». A buttare acqua sul fuoco ci ha provato ieri Federico Pizzarotti:  «Siamo in una fase di transizione» ha detto in un'intervista al Messaggero il sindaco di Parma, diventata lo scorso maggio «la Parigi della presa della Bastiglia» italiana. Pizzarotti esclude le dimissioni di Favia. «Ma no. Non mi sembra assolutamente il caso. Se lui ha espresso una sua preoccupazione, una sua perplessità, le cose si risolvono sempre con il dialogo». Ma è probabile che le cose si risolveranno nell'ambito di un serio momento di discussione con "i capi" Grillo-Casaleggio.

«Serve un congresso: se ci sono problemi è giusto discuterne», ha detto il primo cittadino, lasciando intendere che effettivamente qualcosa non va nella base beppegrillista. Pizzarotti sottolinea più volte di parlare della sua città: «Qui non ci sono state ingerenze, le liste le abbiamo fatte da soli, i consiglieri e gli assessori li abbiamo a maggior ragione scelti in autonomia, e non ci sono infiltrati». E anche sul caso Valentino Tavolazzi, cacciato dal Movimento e proposto come direttore generale Parma, il sindaco respinge l’ipotesi delle manovre dettate da Casaleggio: «Abbiamo deciso di scegliere una strada diversa, quella di un comitato di direzione, come avremo modo di spiegare alla città più avanti. Casaleggio e Beppe in questi mesi li ho sentiti più che altro per problemi di comunicazione e per la gestione del blog, non sulle scelte per la città». Ma intanto annuncia che «in vista delle elezioni politiche, serve il congresso». Proprio come quelli degli odiati "zombie" della politica.

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