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Cartelle esattoriali, cosa cambia dal 2025 per chi non ha pagato le tasse: lo spiega un commercialista

Le novità introdotte dal nuovo decreto fiscale del governo Meloni partiranno dal 2025: i debiti potranno essere pagati a rate mensili, in molti casi fino a 120 (ovvero dieci anni), e dopo cinque anni se non sono stati saranno “discaricati”. Il commercialista Salvatore Regalbuto ha spiegato a Fanpage.it cosa cambierà concretamente.
A cura di Luca Pons
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La riforma fiscale del governo Meloni prosegue, e il nuovo decreto approvato questa settimana prevede soprattutto due novità per i contribuenti. La prima è che chi ha dei debiti arretrati potrà chiedere di pagarli in un numero molto più alto di rate, in molti casi 120 pagamenti mensili. La seconda è che, dopo cinque anni, le cartelle esattoriali saranno "discaricate", e i debiti sostanzialmente cancellati. Salvatore Regalbuto è un commercialista esperto di questi temi, consigliere tesoriere del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, delegato all'area Fiscalità. A Fanpage.it ha spiegato cosa cambierà con il nuovo decreto, quando entrerà in vigore, e quali contribuenti ci guadagneranno.

A oggi, chi ha un debito con il Fisco e vuole pagarlo a rate cosa può ottenere?

Attualmente il numero massimo di rate mensili possibili è 72, ovvero sei anni. Solo in ipotesi straordinarie si può andare oltre, fornendo i documenti che dimostrano che ci si trova in temporanea difficoltà.

E cosa cambierà con il nuovo decreto varato dal governo Meloni?

Questo decreto riguarda le richieste di rateazione che saranno presentate dal 1° gennaio 2025, e permette in molti casi di arrivare fino a 120 rate. C'è una cifra spartiacque da tenere in considerazione: 120mila euro.

Salvatore Regalbuto, commercialista
Salvatore Regalbuto, commercialista

Qual è la differenza?

Fino a 120mila euro, il contribuente potrà richiedere la rateazione dichiarando di essere in temporanea difficoltà, ma senza l'obbligo di dimostrare questa difficoltà con dei documenti. Fatta la dichiarazione, potrà ottenere una dilazione che per gli anni 2025 e 2026 può arrivare a 84 rate, per il 2027 e 2028 a 96 rate, e dal 2029 in poi a 108 rate. Sempre per debiti al di sotto dei 120mila euro, chi documenta il proprio stato di difficoltà economica (senza limitarsi a dichiararlo) può ottenere fino a 120 rate già dal 2025.

E per i debiti superiori a 120mila euro?

Oltre a dichiarare lo stato di difficoltà, sarà sempre obbligatorio documentarlo. In questo modo, si avrà diritto alla divisione fino a 120 rate.

Chiariamo una cosa: che cos'è questo "stato di difficoltà" che bisogna dichiarare o documentare?

Per le persone, lo stato di difficoltà si documenta attraverso l'Isee. Le soglie saranno stabilite con un apposito decreto che sarà emanato prossimamente. Per le società invece contano due fattori: l'indice di liquidità, e il rapporto tra il fatturato e l'importo del debito (sommato a ulteriori eventuali rateizzazioni in corso).

L'altro aspetto più discusso è delle cartelle esattoriali che dopo cinque anni saranno "discaricate". Cosa significa?

Sempre dal 2025, si istituisce il discarico automatico dei ruoli che vengono affidati all'Agenzia delle Entrate-Riscossione dopo cinque anni. "Discaricare" significa rimandare quella cartella al creditore originario, che è diverso in base al tipo di debito: può essere il Comune, lo Stato…

Dal 2030 in poi tutti i debiti vecchi di cinque anni saranno cancellati a prescindere?

No, ovviamente l'Agenzia non spedisce indietro la cartella se sono in corso procedure di riscossione: a quel punto va avanti a incassare. Invece, se arrivata al quinto anno non è riuscita a portare a casa nulla, rimanda il tutto al creditore.

E il creditore cosa può fare a quel punto?

O si attiva  autonomamente con un soggetto privato che si occupa di riscossione, per provare a incassare, oppure può ritornare dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione, se ha individuato nuove informazioni sul debitore che fanno pensare ragionevolmente che sia in grado di pagare.

Concretamente, che scopo ha questa riforma?

L'obiettivo è che se in cinque anni non sono riuscito a incassare, né ad attivare una procedura esecutiva, se il contribuente è nullatenente e non ha chiesto di ottenere il pagamento a rate… Insomma, se mi rendo conto che palesemente non riesco a portare a casa quel debito, lo scarico. Per evitare di arrivare alla situazione attuale, dove abbiamo un ‘magazzino' da 1.200 miliardi di euro di cartelle che sono quasi completamente inesigibili. Se non si cambia qualcosa, il magazzino cresce all'infinito e non ha mai un tetto.

Facciamo un esempio: se una persona dall'anno prossimo smette di versare l'Irpef, e per cinque anni evita di pagarla, poi ha il via libera e il debito viene annullato?

No, attenzione. Innanzitutto si parla di affidamento del ruolo, quindi i cinque anni partono da quando il debito viene messo in mano all'Agenzia delle Entrate-Riscossione. Seguendo l'esempio delle imposte sulla dichiarazione dei redditi: in quel caso lo Stato prima di affidarsi all'Agenzia ha tutta una serie di procedure – anche bonarie – per provare a recuperare il denaro. Prima si attivano queste procedure, se poi il contribuente non paga si passa all'agente di riscossione. Sicuramente è necessario che, in quei cinque anni di tempo, la riscossione diventi più efficiente.

La riscossione delle tasse deve migliorare rispetto a oggi?

Direi che deve essere incisiva. Questo a volte viene visto come una cosa invasiva, ma in realtà una riscossione incisiva è una garanzia di giustizia per tutti. Se io pago le imposte regolarmente e qualcun altro non le paga, si crea un'ingiustizia sociale. La riscossione non è di per sé una cosa negativa, se la normativa tributaria è corretta.

Quando si parla di riforma fiscale spesso si finisce per parlare anche di "condoni". In questo caso si può usare questo termine?

No, assolutamente. Per quanto riguarda la rateazione, da 72 rate si passa a termini più diluiti. E per quanto riguarda le cartelle, vengono discaricate se l'agente della riscossione non è riuscito a fare nulla di quello che deve fare. Se la Riscossione fosse un'azienda, non si terrebbe certo nel bilancio un credito che è sicura di non poter incassare. In un mondo perfetto non dovrebbe avvenire, ma se non c'è possibilità di incassare dal debitore non ha senso lasciare lì un numero che non ha nessun significato.

Il "discarico" si applicherà a partire dal 2025. Per i debiti più vecchi, invece?

Ci saranno tappe successive. Verrà anche nominata una commissione che se ne dovrà occupare, e nei prossimi anni si stabiliranno i tempi e i modi per stralciare i debiti risalenti ad anni precedenti. Nell'immediato, invece, questi resteranno validi.

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