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Cambiano le regole per quarantena a scuola, ma nessuno sa perché e quanti siano i casi nelle classi

Il ministero dell’Istruzione ha recepito dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità le nuove regole per la quarantena delle classi e le ha diramate agli istituti. Ma i dati ufficiali sui casi Covid-19 nelle scuole non sono mai stati diffusi. Rino Di Meglio (Gilda) a Fanpage.it: “Chi ha stabilito che una classe non va in quarantena con un solo caso positivo? Speriamo che queste linee guida non provochino una ripartenza dei contagi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo documento per la gestione delle quarantene delle classi è stato diramato a tutte le Regioni dal ministero alla Salute con una circolare. Lo scopo delle linee guida è quello che era stato anticipato dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, ovvero impedire la gestione frammentaria dei contagi a scuola, perché le misure fino ad ora adottate presentavano una disomogenietà sul territorio nazionale, e le Regioni andavano in ordine sparso: in Emilia-Romagna per esempio finivano in quarantena solo i contatti stretti; in Veneto veniva mandato a casa solo il contagiato; in Toscana scattava l'isolamento per tutta la classe. Persino aziende sanitarie all'interno della stessa Regione potevano adottare criteri differenti.

Non è chiaro però cosa ci sia dietro questa decisione, quali siano gli appigli scientifici che hanno guidato l'Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute nell'elaborazione del documento. Sulla base di quali dati è stato stabilito che servono tre casi positivi per mandare la classe in quarantena? Perché invece con un solo caso si esclude la didattica a distanza per l'intera classe? Nella circolare si legge genericamente che le norme sono state stabilite "anche alla luce dell'aumento della copertura vaccinale e della riduzione della circolazione di SARS-CoV-2 in comunità".

Il ministero dell'Istruzione, contattato da Fanpage.it, ha detto di aver semplicemente recepito le indicazioni dell'Istituto superiore di sanità e del ministero. Nei prossimi giorni poi il Dipartimento emanerà una nota, con indicazioni operative per permettere alle scuole di adeguarsi alle linee guida e attuare le indicazioni contenute nella circolare di due giorni fa. Manca però ancora oggi un monitoraggio centralizzato per i casi a scuola, che permetta di avere dati aggiornati e precisi dell'andamento dell'epidemia negli oltre 30mila plessi scolastici.

"Ad oggi non abbiamo elementi sufficienti per poter dare un giudizio sulla validità di queste modifiche delle regole sulle quarantene in classe", dice a Fanpage.it il sindacalista Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale Gilda, che pone la questione dell'assenza di dati ufficiali.

"Il fatto che tentino di semplificare è un bene, speriamo che queste linee guida non provochino però una ripartenza dei contagi. Il problema è che il sistema dei tracciamenti è saltato l'anno scorso appena si è incrementata l'epidemia. Servirebbe il tracciamento dei casi per capire cosa succede. L'altro grosso problema è che non riusciamo a capire se il ministero segue le statistiche dei casi nelle scuole oppure non ci riesce, o peggio nasconde i dati", sottolinea.

Proprio pochi giorni fa il giornale online Wired, dopo aver richiesto ufficialmente al ministero i dati aggregati sui contagi da Covid-19 nelle scuole (lo aveva già fatto l'anno scorso), ha ricevuto una risposta negativa, per motivi di privacy: "I dati e le informazioni riferite a persone fisiche, identificate o identificabili, che hanno contratto il virus Covid-19, rientrano nella definizione di dati sulla salute per i quali va escluso l’acceso civico", ha detto al giornale Annarita Lina Marzullo, dirigente reggente dell'ufficio Gestione patrimonio informativo e statistica del ministero. Viale Trastevere insomma ancora una volta si rifiuta di comunicare i dati. "Mettere in mezzo la privacy mi pare bizzarro, perché nessuno chiede i nomi degli ammalati", commenta Di Meglio.

Anche Gilda ha chiesto i dati al ministero dell'Istruzione, senza successo

"Gilda ha richiesto più volte i dati al ministero dell'Istruzione, perché riteniamo che in un Paese civile ci debba essere assoluta trasparenza su tutti i dati che riguardano la Pubblica amministrazione. Ma non abbiamo ottenuto risposta", sottolinea Di Meglio. "Con il nuovo anno scolastico non ci abbiamo più provato, ma l'anno scorso lo abbiamo fatto presente più volte. Vorremmo sapere se il ministero non ha dati attendibili, oppure se non vuole comunicarli. Chi ha stabilito che una classe non va in quarantena con un solo caso positivo? Suppongo siano valutazioni fatte da tecnici, mi auguro che questo protocollo funzioni, perché tutti abbiamo a cuore la didattica in presenza". Gilda per il momento ha ricevuto segnalazioni sporadiche di contagi a scuola, che provengono soprattutto dalle elementari e dalle medie. Ma si tratta di informazioni che arrivano al sindacato in modo frammentario. Solo il ministero può avere davvero il polso della situazione.

Gilda comunque non ha firmato nessuno dei protocolli di sicurezza sulla scuola, e quindi non ha partecipato a nessuna delle riunioni sul tema: "La partecipazione sindacale che era prevista dai protocolli non si è mai realizzata, quindi siamo contenti di non aver fimato, perché sarebbe stato per noi mortificante. Tutto sommato è meglio lasciar fare agli scienziati, perché rischiamo di prenderci delle responsabilità su cose sulle quali non siamo neanche competenti noi sindacalisti".

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