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Manovra 2026

Buste paga, arrivano gli sconti fiscali: chi guadagna davvero con i nuovi tagli alle tasse

Taglio Irpef al 33% per il ceto medio, maxi sconto al 15% su straordinari e notturni, premi di risultato quasi detassati e incentivi ai rinnovi contrattuali: la manovra economica da 4,2 miliardi porta più soldi in busta paga, ma solo per chi rientra nelle soglie di reddito previste. Ecco i dettagli.
A cura di Francesca Moriero
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La promessa del governo era quella di mettere più soldi in tasca ai lavoratori. Con l'ultima manovra economica arrivano diversi interventi sul fronte fiscale che puntano a ridurre il peso delle tasse, ma, purtroppo, non tutti ne beneficeranno allo stesso modo. In totale, lo Stato ha stanziato circa 4,2 miliardi di euro per alleggerire le buste paga, concentrandosi soprattutto sul ceto medio e sui redditi medio-bassi.

Tra le novità principali figurano il taglio dell'aliquota Irpef al 33%, una tassazione agevolata al 15% per straordinari, notturni e festivi, premi di risultato quasi detassati all'1% e uno sconto fiscale sui rinnovi contrattuali del settore privato. Ecco nel dettaglio chi guadagna cosa, e chi, invece, resta ancora una volta fuori.

Taglio dell'Irpef per il ceto medio: di quanto aumenta lo stipendio

La misura più importante riguarda la riduzione dell'aliquota intermedia dell'Irpef, l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Dal 2025, l'aliquota per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro scende dal 35% al 33%. Questo significa che chi rientra in questa fascia pagherà meno tasse sul proprio reddito, con un vantaggio medio stimato di circa 440 euro all'anno. Ma non solo: il beneficio si estende in parte anche ai redditi più alti, fino a 200mila euro, grazie al meccanismo di calcolo progressivo dell’imposta.

In totale, secondo la Relazione tecnica della Legge di Bilancio, a godere del taglio saranno 13,6 milioni di contribuenti.

Meno tasse per chi lavora di notte o nei festivi

Un altro intervento punta a premiare invece chi lavora di più e in condizioni più gravose; viene introdotta infatti una tassazione agevolata al 15% per gli straordinari, i turni notturni e i festivi. Finora, queste maggiorazioni venivano tassate come il resto dello stipendio, finendo spesso in un’aliquota più alta. Con la nuova misura, invece, il prelievo fiscale sarà molto più leggero.

Ci sono però due limiti importanti:

  • la quota massima agevolabile è di 1.500 euro di straordinari all'anno;
  • la misura vale solo per chi ha redditi fino a 40mila euro nell'anno precedente.

Secondo le stime ufficiali, a beneficiarne potrebbero essere circa 2,3 milioni di lavoratori, in gran parte appartenenti ai settori della logistica, della sanità, della grande distribuzione e della manifattura.

Premi di risultato quasi detassati

Ci sono novità anche per i premi di risultato, cioè quei bonus legati agli obiettivi aziendali o alla produttività. La tassazione, già agevolata al 5%, scende ora ulteriormente all'1%. L'agevolazione si applica ai lavoratori con redditi fino a 80mila euro annui, e cresce anche il tetto massimo di premio su cui applicare lo sconto: da 3mila a 5mila euro. In pratica, chi riceve un premio di produttività da 5mila euro pagherà solo 50 euro di imposte.

La misura riguarda soprattutto impiegati e tecnici del settore privato, per un totale stimato di circa 250 mila lavoratori.

Detassati anche gli aumenti da rinnovo contrattuale

Arriva poi anche un incentivo per favorire il rinnovo dei contratti collettivi. Gli incrementi retributivi derivanti da rinnovi contrattuali saranno tassati con un'imposta sostitutiva del 5% invece delle aliquote ordinarie.
La misura è anche qui però limitata:

  • solo ai lavoratori del settore privato;
  • e solo a chi ha un reddito annuo fino a 28mila euro.

Secondo i calcoli del governo, a trarne beneficio saranno circa 3,3 milioni di persone, in particolare dipendenti del commercio, dei servizi e dell'industria leggera.

Chi resta fuori

Le nuove misure, pur estese, lasciano fuori una parte davvero significativa dei contribuenti: chi guadagna più di 40mila euro (per la tassazione agevolata sugli straordinari) o chi supera gli 80milaeuro (per i premi di risultato) non avrà vantaggi aggiuntivi. Anche i dipendenti pubblici, ad esempio, non beneficeranno della detassazione dei rinnovi contrattuali, prevista, come detto, solo per il privato.

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