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Buoni pasto, nella manovra l’ipotesi di detassarli fino a 10 euro: quanto ci guadagnerebbero i lavoratori

In vista della prossima manovra si affaccia l’ipotesi di alzare la soglia esentasse dei buoni pasto da 8 a 10 euro: la misura, secondo le stime, potrebbe garantire ai lavoratori un beneficio annuo di circa 450-500 euro netti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Prende sempre più forma la nuova legge di Bilancio, e con l'avvicinarsi dell'autunno proseguono le discussioni politiche sulle misure che il governo intende inserire nel testo della prossima manovra. Al centro ci sono sostegni alle famiglie, agevolazioni fiscali e novità per i lavoratori, con un'attenzione particolare al ceto medio. A questo proposito l'esecutivo dovrà trovare la quadra, riuscendo a tenere insieme sia la riduzione dell'Irpef per il ceto medio, voluta fortemente da Fdi e Fi, sia la nuova rottamazione spinta dal leader della Lega Matteo Salvini.

Nelle prime schermaglie che si sono registrate dopo la pausa estiva c'è il braccio di ferro tra Lega e Forza Italia sul "pizzicotto" fiscale che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti vorrebbe dare alle banche, alle quali anche quest'anno potrebbe essere chiesto un contributo. Su questo punto gli azzurri hanno già espresso la loro contrarietà.

Una delle nuove misure in arrivo potrebbe riguardare i buoni pasto, con l'ipotesi di innalzare la soglia esentasse dei bioni da 8 a 10 euro al giorno. Un intervento che, secondo le stime, garantirebbe ai lavoratori un beneficio annuo di circa 450-500 euro netti, a fronte di un costo per lo Stato di circa 70-80 milioni di euro.

Come potrebbero cambiare i buoni pasto in manovra

In questo momento i buoni pasto sono esenti da tassazione fino a:

  • 4 euro al giorno per i ticket cartacei
  • 8 euro al giorno per quelli elettronici

Con l’aumento della soglia, di cui si discute in questi giorni, ne beneficerebbero sia i dipendenti che le aziende, grazie a un vantaggio fiscale maggiore. Al momento come abbiamo visto i buoni pasto sono esentasse fino a 4 euro al giorno per quelli cartacei e fino a 8 euro al giorno per quelli elettronici: la parte eccedente viene tassata e conteggiata come reddito da lavoro. Se la soglia aumentasse, le aziende avrebbero quindi vantaggi fiscali e a guadagnarci sarebbero anche i lavoratori.

Gli esercenti però hanno più volte contestato il sistema dei buoni pasto, perché contestano i tempi di rimborso lunghi e le commissioni troppo elevate da parte delle società che li emettono. Fino a poco tempo fa, molti parlavano di una vera e propria ‘tassa occulta del 30%' sul valore dei ticket. Dal 1 settembre è entrato in vigore un correttivo: in pratica il tetto massimo delle commissioni è stato fissato al 5% del valore nominale del buono pasto, una novità che potrebbe ridurre il malcontento degli esercenti.

Le altre misure nella legge di Bilancio per il welfare aziendale

Secondo l'onorevole Mancini (Fdi), l'intervento sui buoni pasto andrà insieme a quello sulla stabilizzazione dei fringe benefit a 1000 euro l'anno, una forma di welfare aziendale assicurato dai datori di lavoro ai dipendenti, oltre allo stipendio base, a supporto del loro reddito (le aziende ricevono in cambio vantaggi fiscali). L'ultima legge di Bilancio ha confermato le soglie e i limiti dell'anno precedente, stabilendo che anche per il triennio 2025-2027 le soglie di esenzione fiscale dei Fringe benefit sono:

  • fino a 1.000 euro all’anno per tutti i dipendenti;
  • fino 2.000 euro all'anno per chi ha figli a carico

Ora la maggioranza punta appunto a rendere stabile l'intervento. La parlamentare Mancini, componente della commissione Affari sociali e Lavoro del Senato, ha spiegato che la misura, insieme a quella sui buoni pasto e insieme all'aumento fino a 219 euro della soglia di esenzione per le trasferte all'estero, e fino a 131 per quelle in Italia, dovrebbe procedere su un binario parallelo rispetto alla manovra, attraverso una sua proposta di legge, su cui sono state già completate le audizioni: "L'idea è concludere l'iter in commissione a ottobre, e poi chiudere insieme alla legge di Bilancio", ha spiegato l'esponente di Fdi.

Sui fringe benefit, come spiega la Repubblica, l'articolo 7 della proposta di legge attualmente in discussione al Senato prevede l’innalzamento su base definitiva a 750 euro, e si ipotizza anche di arrivare a 1.000 con un emendamento del relatore. Anche i tetti di esenzione dalle tasse delle trasferte aziendali sono fermi da tempo: lo stesso articolo 7 del disegno di legge in discussione al Senato prevede l'innalzamento dei tetti di esenzione, fino a 219 euro per le trasferte all’estero e fino a 131 per quelle in Italia.

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